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USS

Meno soldi per vivere

Nella sua annuale conferenza stampa del 15 gennaio, l’Unione sindacale svizzera (USS) ha messo in particolare luce il problema del potere d’acquisto in Svizzera e la diminuzione delle rendite – grandi sfide per le quali si impongono misure urgenti e concrete.

Sebbene negli ultimi due anni l’economia svizzera abbia registrato una crescita consistente, i salari reali sono fermi al palo. Al contempo, aumenta per i redditi medi e bassi il carico dovuto ai premi di cassa malati e agli affitti. «La forbice fra redditi e patrimoni si allarga sempre più», ha spiegato la vicepresidente USS Vania Alleva. Le aziende non sono sempre disposte a condividere i loro successi con i lavoratori, nonostante una solida evoluzione degli utili e il rincaro che rialza la testa. «Per questo nel 2019 concentreremo le nostre forze per contrastare questa tendenza attraverso un piano d’azione intersettoriale», ha proseguito Alleva. Un altro problema è il continuo aumento dei contributi pagati alle casse pensioni: i dipendenti versano premi sempre più alti – deduzioni che riducono ulteriormente i salari netti – ma al momento di andare in pensione riceveranno rendite inferiori rispetto a quelle previste in passato. «Siamo confrontati a una costante erosione del potere d’acquisto dei salari, ma in misura ancora maggiore di quello delle rendite, il che è assolutamente insensato in un’ottica di politica economica e sociale», ha ammonito Giorgio Tuti nella sua funzione di vicepresidente dell’USS. Le difficoltà legate al potere d’acquisto si ripercuotono anche sulla domanda interna, in particolare il consumo privato. «Non deve quindi stupire che nel nostro Paese il commercio al dettaglio lamenti un calo delle vendite», ha sottolineato Daniel Lampart, capo economista dell’USS.

La situazione delle casse pensioni è inquietante. Il quadro appare invece positivo se si considera l’AVS: il tanto criticato 1° pilastro segna un’evoluzione stabile e sicura e presenta inoltre un eccellente rapporto prezzo-prestazioni per i redditi medio-bassi. Secondo Lampart, il 92 percento degli assicurati riceve dall’AVS più di quanto ha versato in premi. Nell’intento di rafforzare questa istituzione sociale, l’USS prepara un testo per un’iniziativa sulla 13a AVS.

Una 13a rendita AVS è «necessaria, non per finanziare il lusso ma per poter arrivare alla fine del mese», ha affermato Tuti. L’USS chiede inoltre altre misure concrete per attenuare i problemi che affliggono il potere d’acquisto in Svizzera:

• I salari devono aumentare sostanzialmente, in particolare per i dipendenti di lunga data. Per migliorare la situazione salariale delle donne, bisognerà attuare in maniera rapida e concreta i controlli delle retribuzioni previsti nella nuova legge sulla parità.

• Riguardo al 2° pilastro non si devono realizzare utili a spese degli assicurati. Per questo vanno fra l’altro fissati limiti ai guadagni degli assicuratori vita. La Banca nazionale svizzera (BNS) non deve imporre tassi d’interesse negativi al fondo di compensazione AVS. Gli introiti derivati dai tassi negativi sono da riversare nel 2° pilastro.

• Per alleggerire finanziariamente le economie domestiche con redditi bassi e medi si devono potenziare le riduzioni sui premi di cassa malati. L’USS appoggia la corrispondente iniziativa che chiede che nessuno debba pagare più del dieci percento del reddito a disposizione delle famiglie.

Anche la formazione rappresenta un fattore determinante per poter tenere il passo con i cambiamenti in atto. Oltre a migliorare le prospettive professionali, un buon livello di formazione riduce il rischio di disoccupazione e aumenta i salari e le rendite. Per questo l’USS chiede che tutti – quale che siano l’età, il sesso, la provenienza sociale o geografica – possano raggiungere una qualificazione di livello secondario II (scuole specializzate o formazione professionale di base). A questo scopo devono essere eliminati anche gli ostacoli finanziari. Una regolare valutazione della propria situazione professionale deve servire a definire le misure necessarie in rapporto a perfezionamento, cambiamento di posto, riqualificazione ecc. La formazione continua dev’essere resa possibile a tutti e va finanziata mediante buoni di formazione e congedi formativi pagati. Non da ultimo, bisogna migliorare la conciliabilità fra professione, famiglia e formazione.

SGB/Chantal Fischer Enable JavaScript to view protected content.

Protezione dei salari:

non cedere

La politica attiva di salari minimi dei sindacati svizzeri, unitamente alle misure di protezione, ha portato a un aumento delle retribuzioni medie e basse nel nostro Paese. Un allentamento di queste misure così come prevede l’accordo istituzionale con l’UE sarebbe fatale in un contesto sociopolitico e metterebbe massicciamente in gioco la tutela salariale in Svizzera. Come ha spiegato Daniel Lampart, i salari da noi sono i più alti d’Europa. Finora le misure di accompagnamento hanno impedito una massiccia pressione sui salari in un mercato del lavoro liberalizzato. Il loro abbandono vorrebbe dire mettere a repentaglio l’intero sistema di protezione dei lavoratori e le conquiste fatte finora.

Commenti

  • Martinez Jose Luis

    Martinez Jose Luis 30/01/2019 16:08:31

    Essayé déjà de supprimer, le vol autorisé, qu'est la rente de couple !
    Je ne vois pas pourquoi, si les deux personnes dans le couple ont travaillé, et côtisé, chacune de leur côté, il faudrait leur imposé une rente de couple, c'est une abérration totale !!
    Quand au salaire net, au CFF, cela fait dix ans que je ne le vois pas évolué, au contraire, on arrive encore à nous déclasser, pour ce retrouver en garantie de salaire après 27 années de service, et ainsi bloqué jusqu'à la retraite !! Bravo le côté, si souvent exprimé, d'entreprise moderne et sociale.