Risoluzione VPT

Digitalizzazione della mobilità

L’assemblea dei delegati della VPT del 22 maggio 2017 adotta la seguente risoluzione:

Negli ultimi anni, la digitalizzazione della mobilità è in costante aumento e questa tendenza preoccupa sempre più le salariate e i salariati dei trasporti pubblici.

La digitalizzazione dei compiti ha già soppresso numerosi impieghi nell’industria e coinvolge ormai anche i settori dei servizi e altri impieghi qualificati. I sindacati, in particolare il SEV, devono seguire con attenzione questa evoluzione ed influire su di essa nell’interesse dei suoi membri e del trasporto pubblico.

Considerato che:

  1. nei prossimi vent’anni, quattro impieghi su dieci a tutti i livelli di qualifica professionale rischiano di essere automatizzati;
  2. questa evoluzione esercita un’importante pressione sui nostri posti di lavoro;
  3. questa evoluzione avrà conseguenze su tutti i posti di lavoro, da quelli meno esigenti alle funzioni di quadro altamente qualificate, compresi i settori in cui opera la maggior parte dei dipendenti dei trasporti pubblici;
  4. a seguito della digitalizzazione, le persone meno ben qualificate e con una bassa scolarità avranno difficoltà crescenti a trovare un impiego adeguato.

Questa rivoluzione industriale metterà in difficoltà numerose lavoratrici e lavoratori. Dobbiamo quindi chiederci cosa possiamo fare per queste persone e come queste possono trovare un lavoro soddisfacente e dignitoso.  

Chiediamo che:   

  1. i datori di lavoro prestino maggior attenzione ai rischi derivanti dalla digitalizzazione e dall’automazione nelle aziende;
  2. le aziende offrano formazioni che permettano di tutelare le e i dipendenti dalla perdita del posto di lavoro e di meglio prepararle/i ad un riorientamento professionale;
  3. le aziende del trasporto pubblico si impegnino a garantire la sicurezza;
  4. le leggi vengano adeguate per continuare a garantire la tutela di lavoratrici e lavoratori;
  5. venga esaminata la possibilità di creare nuovi strumenti, quali per esempio una “tassa sui robot”, destinata ad alimentare un fondo per la formazione di lavoratrici e lavoratori per i nuovi posti di lavoro.