Testi di orientamento 2019–2021

Indice

  1. Testo di orientamento sul sindacato
  2. Testo di orientamento sulla politica contrattuale
  3. Testo di orientamento sulla protezione della salute e della sicurezza al lavoro
  4. Testo di orientamento sulla politica sociale
  5. Testo di orientamento sulla politica dei trasporti svizzera ed europea
  6. Testo di orientamento sulla digitalizzazione della mobilità

1. Testo di orientamento sul sindacato

Grazie al notevole impegno profuso negli ultimi anni nell’universo sindacale, il SEV è riuscito a rafforzare il proprio ruolo all’interno dell’Unione sindacale svizzera (USS) ed è ormai considerato come primo sindacato in ordine di grandezza e di forza nel settore dei trasporti. Questo ci permette di esercitare la nostra influenza in modo mirato.

Il SEV si posiziona in modo tale da poter stringere anche in futuro proficue collaborazioni con sindacati e associazioni, in particolare nel settore del servizio pubblico. Nel 2016 è stato possibile concretizzare prime collaborazioni con l’Associazione del personale della Confederazione (APC) e con il Sindacato del personale di cabina (Kapers); nel 2017 è stata la volta della Federazione del personale PUSH.

L’evoluzione del numero di affiliate e affiliati rimane un argomento centrale: purtroppo il SEV non è riuscito a frenare l’erosione dei soci. La contrazione degli effettivi è tanto più evidente alla luce del migliaio di decessi che si registrano ogni anno. Data la situazione, il SEV pone l’attività di reclutamento al centro delle preoccupazioni delle sottofederazioni e delle sezioni e, attraverso azioni specifiche, intende promuovere il reclutamento di soci e ampliare la rete dei suoi fiduciari. L’assistenza ai soci non va però trascurata, ma al contrario messa coerentemente in evidenza con azioni specifiche, attraverso per esempio la visibile presenza del SEV sul terreno e lo stretto contatto con le persone di fiducia.

Sforzi accresciuti a favore del servizio pubblico

Rafforzare il SEV verso l’interno per ottenere risultati più incisivi verso l’esterno: è la rotta da seguire per assicurare l’avvenire del SEV e posizionare il nostro sindacato in modo ottimale.

Verso l’interno: riflettere permanentemente sulle strutture e, se necessario, adeguarle; intensificare il reclutamento di soci e lo sviluppo della rete di fiduciari secondo il principio «i membri reclutano i membri».

  • Il SEV rafforza la prossimità con i soci, migliora la capacità di mobilitazione e accresce la forza d’impatto per rappresentare al meglio i propri interessi ed erogare adeguatamente le prestazioni. A tale scopo ottimizza e rafforza la collaborazione con le sottofederazioni e le sezioni, esamina le proprie strutture e, se necessario, le adatta, alfine di aumentare l’efficienza e l’efficacia.
  • Per quanto riguarda il reclutamento di nuovi affiliati, il SEV si attiene al principio «i membri reclutano i membri». Campagne di reclutamento mirate e un supporto più professionale alle sezioni dovranno influenzare positivamente l’evoluzione del numero di affiliate e affiliati SEV. Bisognerà porre un’attenzione particolare ai giovani dipendenti dei trasporti pubblici, che vanno convinti ad aderire al SEV.
  • Il SEV e le sue sottofederazioni sviluppano strategie che pongono le richieste e le esigenze di giovani, di donne e migranti maggiormente al centro della responsabilità sindacale. Un’attenzione particolare va rivolta ai giovani, che rappresentano l’avvenire del sindacato e vanno integrati da subito nel lavoro sindacale.

Verso l’esterno: consolidare il posizionamento e aprirsi alla collaborazione con altri sindacati e associazioni.

  • Con riferimento alla digitalizzazione, il SEV si posiziona in seno all’USS come sindacato competente ed esperto.
  • Il SEV assume un atteggiamento combattivo, continua a rafforzare il proprio impegno in seno all’USS e a corroborare la propria posizione come sindacato di riferimento per i trasporti in Svizzera.
  • Il SEV continua ad esaminare in modo approfondito le possibilità di cooperazione con altri sindacati e associazioni, in particolare nel settore dei trasporti e del servizio pubblico, ed entra eventualmente in materia. Si tratta in primo luogo di realizzare gli obiettivi comuni nel settore dei trasporti e nel servizio pubblico e sviluppare una politica in tal senso.
  • Maggiore influenza in seno all’ETF: la Svizzera si trova nel mezzo dell’Europa e, logicamente, dipende dall’UE e dalla politica europea. Attraverso una partecipazione attiva negli organi dell’ETF, il SEV contribuisce a definire le condizioni quadro della politica dei trasporti europea.

 

2. Testo di orientamento sulla politica contrattuale

La politica contrattuale del SEV ha solide basi e, almeno per quanto riguarda i settori tradizionali, si muove su un terreno sicuro: dopo vent’anni di politica contrattuale, gli anni pionieristici con miglioramenti sostanziali sono sicuramente passati, ma gestiamo gli ormai 76 CCL con notevole esperienza e finora siamo riusciti ad evitare peggioramenti o ad ottenere miglioramenti. In molti CCL, ad esempio, siamo riusciti ad attenuare i peggioramenti connessi alla revisione della LDL, e anche in altri punti stiamo migliorando ulteriormente normative esistenti. Un importante contributo lo ha dato il fatto di essere riusciti non solo a preservare, ma anche a migliorare puntualmente il contratto collettivo «faro», ovvero il CCL FFS e FFS Cargo.

Politica contrattuale «tradizionale»

La posizione adottata due anni fa di approfondire alcuni temi contrattuali tradizionali, come la gestione dei casi di malattia o l’idoneità professionale, viene perseguita, ma è ancora lungi dall’essere saldamente ancorata nel sistema attuale; due anni non sono sufficienti. Ma è manifesto che abbiamo toccato argomenti fondamentali, il che ha determinato una maggiore consapevolezza anche da parte dei datori di lavoro. Le soluzioni, tuttavia, sono ancora in fase di elaborazione e siamo ancora lontani da un consolidamento. La rotta va quindi mantenuta.

Politica contrattuale «allargata»

Sempre due anni fa abbiamo sollevato tematiche con un ruolo finora minimo se non nullo nei CCL. Il problema principale è l’erosione incontrollata delle rendite delle casse pensioni. Anche in questo caso, riguardo a una posizione migliore dei sindacati sul fronte delle misure di attenuamento siamo solamente agli inizi, motivo per cui questa importante direzione va mantenuta.

Ciò significa portare avanti soluzioni sul fronte dell’incapacità di lavoro limitata all’impiego e valutare concretamente soluzioni di pensionamento flessibile.

Politica contrattuale a livello «politico»

L’importanza dei contratti collettivi di lavoro per definire le condizioni d’uso nei rami professionali non è diminuita. Per tale motivo abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a concludere CCL anche laddove contiamo pochi o nessun socio, senza voler con ciò minimizzare l’importanza di una forte adesione. Al contrario: attualmente stiamo portando avanti più di un progetto di questo tipo, pur senza sapere se avrà successo, soprattutto per il fatto di non poter ricorrere alla base sociale o al grado di organizzazione. Ma non siamo ancora al punto di poter stabilire se questa rotta sia appropriata o meno, motivo per cui dobbiamo proseguire su questa via. Il riferimento diretto ad altri testi di orientamento, in particolare sulla politica dei trasporti, è troppo importante per ripiegare prematuramente.

 

3. Testo di orientamento sulla protezione della salute e della sicurezza al lavoro

Per il SEV la protezione della salute e la sicurezza sui posti di lavoro si confermano argomenti fondamentali. In numerosi settori la collaborazione tra sindacato e commissioni del personale risulta indispensabile: affinché siano difesi i diritti del personale e ogni impresa di trasporto possa conseguire gli sviluppi necessari in questi ambiti tanto determinanti per l’attività quotidiana dei lavoratori e delle lavoratrici.

Salute sul posto di lavoro

La salute sul posto di lavoro è una delle responsabilità principali delle aziende. Il SEV vigila affinché questo principio sia sancito in ogni contratto collettivo di lavoro e siano attuate misure concrete in questo ambito. Non solamente per quanto riguarda l’ergonomia delle postazioni di lavoro, ma anche la messa a disposizione di locali pausa e/o riposo, la lotta allo stress e alla pressione psicologica dovuti alla costante reperibilità (telefoni cellulari), la promozione della parità di trattamento e la protezione da qualsiasi forma di discriminazione.

Dal sondaggio svolto dal SEV nel settore degli autobus, emerge che il lavoro notturno è percepito come meno pesante, ma aumentano stress, problemi di appetito e digestione e disturbi del sonno. A ciò si aggiungono anche le aggressioni dei passeggeri e di altri attori del traffico.

Sulla base di questi risultati il SEV intende impegnarsi maggiormente al fine di:

  • migliorare i piani di servizio evitando turni superiori alle 10 ore giornaliere
  • introdurre modalità umane di gestione delle assenze
  • attuare misure che attirino maggiormente i giovani verso le professioni del settore dei trasporti pubblici e che alleggeriscano il lavoro agli over 55.

Sicurezza e prevenzione degli incidenti

La crescente razionalizzazione incide sul ritmo di lavoro del personale dei trasporti pubblici e accresce la pressione sul posto di lavoro, che a sua volta può provocare malattie fisiche e psichiche. Il SEV chiede alle imprese misure efficaci a favore della sicurezza sul lavoro e della prevenzione degli incidenti.

Amianto

La Fondazione Fondo per le vittime dell’amianto EFA, creata il 28 marzo 2017, ha stanziato circa 6 milioni di franchi per risarcire le persone ammalatesi a causa dell’amianto e i superstiti delle vittime. Ora viene ampliata la cerchia degli aventi diritto: in futuro verranno risarcite anche le persone colpite da un tumore provocato dall’amianto (mesotelioma maligno) dimostrabile come malattia professionale. Ogni anno sono ancora 120 le persone a cui è diagnosticato un mesotelioma mortale.

La priorità della Fondazione EFA è ora il risarcimento alle persone a cui il mesotelioma non è stato riconosciuto come malattia professionale, ad esempio gli addetti al lavaggio dell’abbigliamento contaminato. In futuro potranno beneficiare del fondo anche coloro che per lavoro sono entrati in contatto con l’amianto.

Vista questa estensione delle prestazioni, il SEV invita i datori di lavoro e il personale dei trasporti pubblici a informarsi in merito a questo sostegno e chiedere eventuali chiarimenti. Il trasporto pubblico (ad esempio le officine di manutenzione dei veicoli) è uno dei settori che nei prossimi anni registrerà il maggior numero di morti a seguito di malattie provocate dall’amianto.

Legge sul lavoro (LL) / legge sulla durata del lavoro (LDL)

L’attacco politico contro la protezione dei lavoratori sancita dalla Legge sul lavoro dev’essere respinto con la massima fermezza. La durata massima del lavoro e il rilevamento della sua durata potrebbero cambiare per 1,4 milioni di salariati, spalancando le porte al lavoro gratuito e all’esaurimento professionale («burnout»). Se il Parlamento approverà questo smantellamento della Legge sul lavoro, l’USS lancerà il referendum, con il sostegno del SEV.

Eliminando il rilevamento della durata del lavoro per gli «specialisti» e i «quadri» non sarà più possibile garantire i controlli né che siano rispettate le disposizioni di legge sul riposo notturno, il divieto di lavoro domenicale e le pause. Infine i lavoratori non avranno più la possibilità di dimostrare eventuali infrazioni.

Nel settore dei trasporti pubblici si applicano la LDL e la relativa ordinanza, anch’esse recentemente riviste In questo momento il SEV ritiene indispensabile monitorare attentamente le modifiche apportate ai CCL in seguito alle nuove norme. In questo ambito il leitmotiv è: «condividere gli utili di produttività». Non è infatti pensabile che solamente le imprese dei trasporti pubblici beneficino delle modifiche apportate alla regolamentazione delle pause, dei turni e dei giorni di riposo. Il SEV s’impegnerà affinché nelle ITC siano stipulati accordi concernenti l’applicazione di queste nuove norme.

 

4. Testo di orientamento sulla politica sociale

I sindacati lottano da oltre un secolo per una previdenza vecchiaia sicura e una vita dignitosa per tutti i pensionati e le pensionate. Anche la Costituzione federale lo sancisce: in Svizzera, una volta in pensione, bisogna poter mantenere un tenore di vita dignitoso. Tuttavia, è sempre più difficile riuscirci con la sola previdenza obbligatoria, vale a dire il primo e il secondo pilastro. Uno dei problemi maggiori è il costante aumento dei premi di cassa malati e dei costi per la salute, di gran lunga superiore all’aumento delle rendite AVS. Solo i premi di cassa malati sono più che raddoppiati negli ultimi venti anni anni (l’aumento è stato del 128 percento).

Per affrontare questa problematica, da un canto il SEV sostiene azioni ed iniziative volte a limitare l’onere dei premi di cassa malati, dall’altro punta a consolidare il primo pilastro.

Da ormai oltre quarant’anni la previdenza vecchiaia non è stata estesa. Dopo che il popolo ha respinto la riforma della Previdenza vecchiaia 2020, un nuovo progetto di riforma è attualmente in fase di elaborazione. Ma negli ultimi anni le condizioni di partenza hanno continuato a degradarsi.

Il SEV si impegnerà con forza a fianco dell’USS per migliorare il sistema previdenziale ed impedire uno smantellamento delle prestazioni.

AVS

L’AVS è la prima istituzione sociale in Svizzera. Grazie al suo ingegnoso sistema di finanziamento (sistema di ripartizione), l’AVS è il pilastro più importante, stabile ed equo del nostro sistema dei tre pilastri. Il principio è semplice: gli assicurati attivi e i datori di lavoro versano contributi AVS che servono a finanziare le rendite correnti. I contributi sono calcolati proporzionalmente allo stipendio, ma la pensione massima è uguale per tutti e limitata verso l’alto. Ciò significa che le persone con uno stipendio elevato pagano più contributi AVS, ma non ricevono prestazioni oltre il tetto massimo: è la solidarietà di finanziamento dei salari elevati nei confronti dei salari più esigui.

Il miglioramento del livello delle rendite e il pensionamento della generazione del baby boom impongono un finanziamento adeguato del primo pilastro. La solidità finanziaria dell’AVS dipende in primo luogo dalla massa salariale guadagnata in Svizzera e non dal rapporto tra contribuenti e pensionati. Ecco perché i contributi AVS sono rimasti invariati all’8,4% dal 1975 ad oggi; solo in un’occasione è stato necessario aumentare temporaneamente dello 0,83% il tasso IVA. Tutto ciò nonostante il raddoppio del numero di beneficiari di rendite AVS e l’indicizzazione delle rendite ai salari e all’inflazione. Il modello di finanziamento dell’AVS è quindi estremamente solido. Ma attenzione: ciò non significa che la demografia non giochi alcun ruolo, poiché la generazione del baby boom andrà presto in pensione. Ci sarà un numero di nuovi beneficiari di rendite superiore alla media, perciò l’AVS avrà bisogno di finanziamenti supplementari. Il baby boom è un fenomeno temporaneo; questo picco nella piramide dell’età si attenuerà nuovamente. L’AVS è un sistema sicuro e stabile, ecco perché le rendite vanno migliorate tramite il primo pilastro.

2° pilastro

Le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni. Il sistema di finanziamento del secondo pilastro si basa sul principio della capitalizzazione. Significa che per garantire le prestazioni assicurate si può fare affidamento solo sul rendimento dei mercati finanziari. Negli ultimi anni abbiamo dovuto accettare tagli alle rendite a causa dei tassi d’interesse molto bassi. Nel migliore dei casi, siamo riusciti a concordare misure di attenuazione con alcune casse pensioni, mentre con altre non è stato possibile evitare tagli alle prestazioni. Purtroppo, anche in futuro dovremo affrontare il problema della riduzione tasso di conversione, con conseguente riduzione delle rendite.

Un altro tema al quale dobbiamo prestare particolare attenzione è legato a probabili sviluppi e innovazioni che mirano a strutturare le rendite in modo variabile e dipendente dai mercati finanziari. Per esperienza, questo comporta solo peggioramenti. Per migliorare le rendite dobbiamo quindi puntare sull’AVS, che è più stabile e sicura. Non dobbiamo fidarci delle iniziative e degli interventi parlamentari che mirano a cambiare il quadro legale della previdenza professionale, permettendo così per il futuro una diminuzione delle rendite di vecchiaia in corso (Introduzione delle “rendite variabili”).

Rivendicazioni per l’AVS

  • Mantenimento dell’età di pensionamento a 64/65 anni
  • Sostegno al progetto di iniziativa per l’introduzione di una 13a mensilità AVS

Rivendicazioni per il 2° pilastro

  • Migliore protezione sociale delle donne nel 2° pilastro
  • Migliore protezione sociale dei disoccupati anziani, affinché possano rimanere affiliati alla cassa pensione in caso di perdita dell’impiego a partire dai 58 anni
  • Nessuna discriminazione nel 2° pilastro per i lavoratori a tempo parziale
  • Introduzione nel 2° pilastro di accrediti per compiti educativi (componente della ripartizione)

 

5. Testo di orientamento sulla politica dei trasporti svizzera ed europea

Trasporti adeguati invece di concorrenza per l’Europa

Il SEV lotta fianco a fianco della Federazione europea delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti ETF contro il dumping sociale e salariale nel settore europeo dei trasporti. Negli ultimi decenni, la politica dell’UE e della Svizzera in materia di trasporti, punta viepiù sulla concorrenza, trascurando però gravemente la protezione dei dipendenti, delle imprese e dei cittadini.

Cooperazione invece di concorrenza per la Svizzera

Eppure i trasporti pubblici elvetici rimangono una storia di successo a livello europeo. In nessun’altra regione la rete ferroviaria è utilizzata così intensamente come in Svizzera. Il SEV è convinto che la chiave di questo successo risieda nel sistema stesso. I pilastri centrali del sistema attuale sono: un traffico viaggiatori a lunga distanza non privatizzato, un finanziamento non limitato nel tempo, una ferrovia integrata, il lavoro mano nella mano di tutte le parti in causa (evitando che si ergano le une contro le altre), personale sufficiente, ben formato e pagato adeguatamente, una manutenzione coerente e un orario cadenzato fin nelle regioni periferiche.

La politica di liberalizzazione dell’UFT va corretta

L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) sta attuando la PROPRIA visione dei trasporti pubblici, che include una crescente concorrenza, una maggiore apertura del mercato, un migliore accesso al mercato per le aziende private e a scopo di lucro e più strumenti fondati sull’economia di mercato.

800 passeggeri di autobus in più al giorno non faranno collassare un sistema di trasporti pubblici equilibrato come il nostro. Tuttavia, in combinazione con tutte le altre modifiche già decise o attualmente al vaglio - come la suddivisione della concessione per il traffico a lunga percorrenza o l’abolizione del divieto di cabotaggio per il traffico viaggiatori transfrontaliero - il sistema viene inutilmente destabilizzato. 

Il mondo politico deve urgentemente farsi una visione d’insieme dei trasporti pubblici e condurre un dibattito di fondo che valuti in che misura l’apertura del sistema all’economia di mercato sia sensata e adeguata. Ciò implica anche ripensare la strategia per il futuro dei trasporti pubblici pubblicata dall’UFT nel 2014 per la Svizzera.

Condizioni quadro da tutelare

Oltre ad una modifica di rotta a favore del servizio pubblico, occorre assolutamente proteggere le condizioni quadro esistenti, come il divieto di cabotaggio, il divieto di circolare la notte e la domenica e la TTPCP. Dal 2018, il SEV difende queste rivendicazioni anche come membro di FAIRLOG, un’alleanza dei sindacati SEV, Syndicom e Unia che persegue lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro e il quadro giuridico della logistica e del trasporto di merci su strada.

Il traffico viaggiatori e il traffico merci sono parte integrante del servizio pubblico!

Il SEV si schiera dalla parte del servizio pubblico sia a livello di traffico passeggeri, sia a livello di traffico merci. Le prestazioni offerte devono essere sicure, efficaci, estese su tutto il Paese e di buona qualità ed essere a disposizione di tutte le fasce della popolazione, di tutti gli ambienti economici, di tutte le regioni del Paese secondo principi uniformi e a prezzi ragionevoli.

La ferrovia integrata favorisce la coesione

La ferrovia integrata permette di proporre un’offerta di qualità, di meglio gestire le perturbazioni e di utilizzare la rete in modo ottimale. Inoltre, una ferrovia integrata ha tutto l’interesse a migliorare l’insieme del sistema e promuovere l’innovazione. Tutti gli sforzi sono volti a lavorare insieme, non gli uni contro gli altri. Il SEV si oppone quindi a qualsiasi frazionamento futuro delle attuali ferrovie integrate.

I trasporti pubblici hanno bisogni di volti, non di stazioni fantasma

Negli ultimi anni abbiamo purtroppo constatato una tendenza alla «disumanizzazione» dei trasporti pubblici. Il personale delle stazioni, degli sportelli e dei treni si riduce inesorabilmente. Ciò ha ripercussioni negative sulla sicurezza soggettiva nei trasporti pubblici, peraltro ampiamente dimostrata; questa sensazione di insicurezza non fa bene né alle aziende, né al pubblico. I trasporti pubblici vivono grazie alla fiducia loro accordata sul piano della sicurezza e del personale.

25 anni di Iniziativa delle Alpi

Sono già trascorsi 25 anni dall’approvazione alle urne dell’Iniziativa delle Alpi, ma la volontà popolare non è ancora stata concretizzata. L’obiettivo legale di 650 000 trasporti transalpini con autocarro avrebbe dovuto essere raggiunto entro la fine del 2018, eppure sono ancora oltre 900 000 i mezzi pesanti che attraversano attualmente le Alpi svizzere. Lo strumento più efficace per fermare l’afflusso di camion in tutto l’arco alpino è la borsa dei transiti alpini, che prevede la contrattazione di diritti di transito.

L’impegno del SEV

Il SEV si impegna affinché le rivendicazioni delle collaboratrici e dei collaboratori su queste ed altre questioni siano trasmesse a tutti i livelli politici e siano anche prese in considerazione. Il SEV cura scambi regolari con altre organizzazioni, autorità, moltiplicatori di opinione dei trasporti pubblici, parlamentari e la Federazione europea delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti ETF.

 

6. Testo di orientamento sulla digitalizzazione della mobilità

Digitalizzazione della mobilità

La crescente digitalizzazione cambia il funzionamento della società e dell'economia. Agisce, tra l'altro, sull'ambiente, il territorio e la pianificazione; agisce sul comportamento degli/delle utenti, degli/delle acquirenti, dei consumatori, delle consumatrici e degli/delle utenti della mobilità. Ciò si ripercuote sul traffico viaggiatori e il traffico merci. Ci sono maggiori catene di mobilità che includono prestazioni di trasporto parzialmente o totalmente automatizzate. Nuovi fornitori organizzati in rete, penetrano nel mercato; nel contempo nascono piattaforme e modelli di cooperazione innovativi come, per esempio, tra le aziende ferroviarie pubbliche e l'industria automobilistica privata. Questa evoluzione solleva diverse questioni concernenti la regolamentazione, la proprietà e la distribuzione dei profitti. Per assicurare un lavoro decoroso, per sviluppare alternative alle forme di lavoro tradizionali e per mantenere il personale nei trasporti pubblici, è necessario disporre di accordi chiari a livello di partenariato sociale.

Inoltre, con l'evoluzione dei supporti tecnici, le attività professionali quotidiane (“ciò che faccio") e la struttura del lavoro ("come lo faccio e dove lo faccio") sono in piena mutazione per quanto riguarda lo spazio, il tempo, il contenuto del lavoro, i trasporti, la distribuzione e la vendita. I/le dipendenti devono poterne approfittare. Il SEV vuole mettere al centro delle riflessioni i bisogni del personale e si impegna attivamente da subito nelle discussioni.

Utilizzare la digitalizzazione come un'opportunità per i/le dipendenti

La posizione del SEV nei confronti della digitalizzazione è fondamentalmente positiva, tuttavia conserva uno sguardo critico e non dice sì a tutto. La digitalizzazione comporta pure una componente etica: tutto quanto è possibile tecnicamente non è per forza positivo per il personale e non si può accettare l’implementazione di qualsiasi cosa. La tecnica e la tecnologia devono anche essere al servizio dei dipendenti e delle dipendenti.

L’automazione e la digitalizzazione renderanno superflui alcuni mestieri, è perciò necessario promuovere un dibattito pubblico. In un contesto fortemente evolutivo come quello legato alla digitalizzazione, le persone vanno accompagnate.

Molti modelli di lavoro in un mondo ampiamente digitalizzato, conducono a rapporti di lavoro incerti, a maggiori carichi di responsabilità che gravano sulle spalle dei/delle dipendenti, a minore sicurezza nei confronti dei salari e della previdenza professionale; nel contempo si accentuano le aspettative a livello di prestazioni, si pretende maggiore flessibilità legata al posto di lavoro, al contenuto e al tempo di lavoro e infine si rafforza la tendenza alla soppressione di posti di lavoro e al trasferimento dei luoghi di lavoro.

Rinnovo dei Contratti collettivi di lavoro

Il SEV esige che vengano menzionati nei Contratti collettivi di lavoro (CCL) delle condizioni quadro per definire condizioni di assunzione e di impiego se possibile standardizzate a livello di protezione dei salari, della prevenzione e del trattamento delle malattie fisiche e psichiche, delle interruzioni del lavoro a lungo termine e del reinserimento professionale. I contratti devono contenere disposizioni contro la perdita di posti di lavoro dovute a misure legate alla digitalizzazione. Condizioni di lavoro particolari devono essere definite per alcuni gruppi professionali. Per le persone che lavorano secondo orari irregolari, l'inizio e la fine del servizio devono essere fissati in modo vincolante. Per gli altri, devono essere stabilite chiaramente misure di protezione della salute, poiché la separazione tra vita professionale e vita privata può essere spesso molto sfumata.

Possibilità di migliorare le proprie competenze professionali

Le aziende non devono solo preoccuparsi della loro evoluzione, ma hanno anche il dovere di vegliare affinché i/le loro dipendenti possano seguire questa evoluzione mettendo loro a disposizione i mezzi necessari.

Nascono nuovi profili professionali, altri vengono trasformati e altri ancora spariscono definitivamente. Il SEV chiede una stretta collaborazione tra partner sociali per accompagnare questa evoluzione. Inoltre il SEV si impegna per la formazione e la formazione continua e per l'acquisizione di qualifiche supplementari mirate. La presa in conto di competenze acquisite nella pratica e il riconoscimento dei certificati stranieri, in questo contesto assumono un'importanza sempre maggiore.

Flessibilizzazione che tenga conto del personale

Il lavoro diventa vieppiù flessibile e mobile. Questo permette, idealmente, di meglio conciliare vita privata e vita professionale. Affinché possa davvero essere così, devono essere introdotti modelli di tempo parziale adeguati e devono essere messi a disposizione gli strumenti tecnici necessari per svolgere i diversi compiti nei diversi luoghi. Occorre regolare chiaramente e in modo particolare i limiti della disponibilità, del tempo di lavoro, del tempo libero come pure dell'uso privato dell'infrastruttura professionale.

Garanzia della protezione dei dati

Nei processi automatizzati del mondo professionale digitale, durante il lavoro il personale fornisce enormi quantità di dati in modo permanente. Il lavoro compiuto viene registrato. Come pure ciò che non viene fatto. La protezione contro un utilizzo abusivo dei dati rappresenta dunque una grande sfida. Occorre assicurare alla collaboratrice o al collaboratore, un accesso illimitato ai propri dati personali. L'utilizzo dei dati legati ad una persona, in particolare per controlli sulle prestazioni e sul comportamento, deve essere regolamentato nel quadro del partenariato sociale.

Rivendicazioni nei confronti delle autorità politiche e degli ambienti economici

Il SEV esige dalle autorità politiche e dagli ambienti economici che la digitalizzazione non sia usata come copertura per mascherare misure di risparmio e di smantellamento e che i progressi tecnologici non vengano ampiamente sdoganati per incoraggiare la privatizzazione e la liberalizzazione. Bisogna piuttosto sviluppare regole adatte affinché la digitalizzazione contribuisca al benessere di tutti e di tutte. I guadagni di produttività e in tempo, devono essere distribuiti in maniera adeguata affinché la qualità della vita di ognuno di noi possa crescere.

SEV 4.0

Non dobbiamo cercare di resistere alle dinamiche tra i gruppi professionali tradizionalmente organizzati al SEV e i potenziali membri di nuovi settori professionali da organizzare, ma dobbiamo piuttosto usare questa situazione come un'opportunità per rafforzare attivamente il SEV in quanto sindacato che ha un avvenire nel mondo del lavoro digitalizzato.