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previdenza vecchiaia

Il 18 settembre tutte e tutti a Berna!

Il SEV e l’Unione sindacale svizzera convocano una manifestazione il 18 settembre a Berna. Al centro della mobilitazione c’è una questione che ci riguarda tutte e tutti da molto vicino: le pensioni. Facciamo pressione insieme, mobilitiamoci! Riserva da subito la data del 18 settembre. Giorgio Tuti spiega perché questa mobilitazione è così importante.

Facciamo sentire la nostra voce per le pensioni

Per i sindacati, la mobilitazione prevista il prossimo 18 settembre è simbolica a più livelli, come spiega Giorgio Tuti, presidente SEV e vicepresidente USS. «Sono mesi che non riusciamo a organizzare una vera e propria manifestazione. Con riserva dell’evoluzione della pandemia, il 18 settembre dovrebbe permetterci di riunire migliaia di persone sulla Piazza federale a Berna».

Blocca la data adessoper difendere le nostre pensioni

Al di là della questione simbolica, è il contenuto della manifestazione che ha spinto i sindacati a voler organizzare un grande raduno, «Gli attacchi alle pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici sono numerosi. E la data del 18 settembre - ha spiegato Giorgio Tuti - non è stata scelta a caso», si inserisce nel mezzo di una sessione parlamentare in cui verranno prese delle decisioni importanti.

La riforma del sistema AVS – AVS 21 – sarà all’ordine del giorno. Il pacchetto nella sua forma attuale è inaccettabile per la sinistra e i sindacati, che hanno già annunciato il lancio di un referendum. «Questo pacchetto prevede di aumentare di un anno l’età pensionabile delle donne, con il pretesto della parità. Questa è l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso; ricordo che la parità salariale non è ancora stata raggiunta».

L’aumento dell’età pensionabile delle donne è nel mirino dei movimenti femministi, pronti a contrastare questa misura e presenti il 18 settembre per una manifestazione massiccia.

Rendite del secondo pilastroin caduta libera

Le pensioni non riguardano solo la riforma dell’AVS. Le rendite del secondo pilastro (previdenza professionale) sono in caduta libera da più di dieci anni: «Le persone andate in pensione nel 2019, ricevono il 6,8% in meno dei loro colleghi che hanno lasciato la vita professionale due anni prima, mentre i contributi continuano ad aumentare. Le donne, inoltre, sono le più colpite, poiché le loro pensioni sono in media un terzo più basse di quelle degli uomini», sottolinea Giorgio Tuti.

In questo contesto, l’AVS deve essere rafforzata, e l’iniziativa per una 13esima pensione AVS, presentata qualche settimana fa con più di 137 000 firme, offre una prospettiva di miglioramento. «La tredicesima pensione AVS è sia un segnale, sia una proposta molto concreta a tutela delle pensioni», ha continuato Tuti.

Il potere d’acquisto degli attuali pensionati è una grande questione sociale. Lo sarà ancora di più per le generazioni future, soprattutto in vista della massiccia impennata del pensiero neoliberista che punta unicamente sul risparmio individuale come soluzione per le pensioni, con l’intenzione neppure tanto recondita di aumentare l’età pensionabile per tutti. «Il 18 settembre dobbiamo inviare un segnale forte e chiaro. I dettagli del programma saranno definiti nelle prossime settimane, ma è importante che siamo presenti in gran numero. Riserva la tua giornata e vieni con noi a Berna. Mobilitiamoci per le pensioni! Sarà anche l’occasione per trascorrere un momento di festa con i colleghi del SEV e di altri sindacati», conclude Giorgio Tuti.

Vivian Bologna
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