salute e lavoro
Uniti contro l’amianto: una hotline per le Officine
Dal 16 marzo 2020, per almeno tre mesi, sarà attiva una hotline dedicata ai già collaboratori delle Officine FFS di Bellinzona, parenti e collaboratori esterni che negli anni potrebbero essere venuti a contatto con l’amianto. Questo l’esito principale del Gruppo di lavoro che dallo scorso autunno si incontra a scadenze regolari per affrontare in modo costruttivo la tematica. Un gruppo di lavoro richiesto esplicitamente dai sindacati SEV, UNIA, transfair e dalla Commissione del personale delle OBe.
«Sulla questione amianto ci siamo mossi in modo tempestivo. Abbiamo subito capito e raccolto le preoccupazioni delle maestranze e ci siamo attivati per esigere una commissione tripartita». Matteo Pronzini, sindacalista di UNIA, e Ivan Cozzaglio, presidente della Commissione del personale delle OBe, hanno giustamente posto l’accento sul punto di partenza dell’intera vicenda, che aveva generato in pochissimo tempo molta apprensione tra dipendenti ed ex dipendenti degli stabilimenti industriali.
Come il vaso di Pandora
«È stato come scoperchiare il vaso di Pandora» ha ricordato Gianni Frizzo, presidente dell’Associazione Giù le mani. Gianni Frizzo - che ha lavorato per tantissimi anni alle Officine e che era stato inserito in un programma di monitoraggio, successivamente rivisto dilazionando i controlli - è molto di più della memoria storica: è il portatore d’acqua che si è caricato sulle spalle non solo preoccupazioni, ma anche aspettative di chi non ha mai smesso di contattarlo dopo l’esplosione del caso amianto alle OBe. Lo sa bene anche Ivan Cozzaglio che, come presidente della CoPe alle Officine, è al fronte quotidianamente e sente il polso in presa diretta. La tematica sorta prepotentemente in seno alle Officine FFS di Bellinzona in relazione alle lavorazioni con l’amianto fino ai primi anni Novanta, non ha solo destato clamore, ma ha spalancato la porta ad una lunga serie di interrogativi sulla presa a carico della salute dei lavoratori. «Più passavano i giorni, più ci giungevano informazioni e testimonianze, più aumentavano gli interrogativi. E anche una certa ansia» ha spiegato Gianni Frizzo, soffermandosi sulla scarsa chiarezza dei processi di presa a carico. In occasione della prima serata pubblica sull’amianto, del resto, diversi operai che avevano lavorato nel medesimo reparto di un dipendete deceduto l’anno scorso, non erano mai stati invitati a sottoporsi ad un controllo. «Di fronte a situazioni come queste - ha commentato Gianni Frizzo - il nostro sgomento è stato grande. Ma ha fatto crescere proporzionalmente la nostra risolutezza nel voler affrontare la questione amianto nel suo complesso».
Ecco perché i sindacati hanno voluto coinvolgere attivamente la Lega polmonare, in grado di assicurare non solo la consulenza sulla parte medico-scientifica, ma anche l’accompagnamento sulla presa a carico. E, soprattutto, sui criteri della presa a carico. In questi anni, infatti, la letteratura scientifica sull’amianto e sui mezzi diagnostici si è molto evoluta. La Lega polmonare è andata persino oltre, creando e coordinando un gruppo di lavoro di alto profilo che comprende esperti di vari settori: pneumologia, oncologia, epidemiologia, radiologia. Gianni Frizzo e Françoise Gehring rappresentano in questo gruppo sindacati e maestranze.
Una questione di salute pubblica
«Siamo davanti non soltanto ad un problema di salute sul posto di lavoro - ha osservato Matteo Pronzini - ma ad un problema di salute pubblica. E se è chiaro che la protezione della salute sul posto di lavoro compete al datore di lavoro, la tutela della salute pubblica compete allo Stato. Qui non si tratta affatto di generare inutili allarmismi, ma di porre al centro l’importanza della salute e non solo in relazione all’amianto. Il lavoro di questa Commissione tripartita è un buon esempio di come si possa giungere a risultati concreti attraverso un confronto schietto, aperto e costruttivo».
Composto da rappresentanti di SUVA, FFS, dei sindacati UNIA, SEV e transfair, della Commissione del Personale FFS (CoPe) e della Lega polmonare, il gruppo di lavoro è attivo dall’autunno scorso e s’incontra a intervalli regolari per discutere delle misure da implementare al fine di informare al meglio collaboratori ma, soprattutto, i già collaboratori e relativi parenti che nel corso degli anni possono essere venuti a contatto con l’amianto e che oggi hanno bisogno di maggiori informazioni e rassicurazioni. «L’obiettivo condiviso - ha precisato Ivan Cozzaglio - è sempre stato chiaro: informare in modo approfondito e trasparente, come pure rispondere al meglio alle preoccupazioni». La buona e costruttiva collaborazione tra i gruppi d’interesse rappresentati in questo gremio, ha permesso di istituire un programma di aiuto per tutte le persone coinvolte nella tematica amianto. L’obiettivo è stato pienamente raggiunto ed ha prodotto un risultato concreto: l’attivazione di una hotline telefonica.
Un numero telefonico dedicato all’amianto
La hotline, come spiega bene il comunicato congiunto (FFS, SUVA, SEV, UNIA, transfair, CoPe OBe), sarà attiva dal 16 marzo prossimo e almeno per tre mesi; a dipendenza delle necessità si valuterà se prolungarne l’attività o meno. La hotline, raggiungibile al numero telefonico 0800 859 801 e finanziata dalle FFS, si occuperà della ricezione dei dati dei chiamanti che si annunceranno e che riceveranno, in seguito, un formulario da compilare. Quest’ultimo sarà analizzato da esperti che individueranno per ogni persona annunciata quale prevenzione mettere in atto. Gli operatori, che vantano un’ esperienza pluriennale, sono stati debitamente formati e parlano sia italiano che tedesco. Nel formulario si chiede anche l’autorizzazione a utilizzare i dati, che saranno anonimizzati, per la ricerca scientifica. Si potrà dunque contribuire in modo importante agli studi legati alle principali malattie causate dalle fibre di amianto; come il mesotelioma pleurico, il carcinoma, ecc.. Per quanto riguarda i collaboratori e i già collaboratori delle Officine che si sono già annunciati, il loro programma proseguirà individualmente. La hotline sarà attiva dal lunedì al venerdì, giorni festivi esclusi, dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 17:00.
Un modello da estendere in Svizzera
«Per i sindacati e la Commissione del personale - sottolineano Françoise Gehring per il SEV e Matteo Pronzini per UNIA, presenti in prima linea - è chiaro che il modello di questa hotline deve essere esportato nel resto del Paese e in particolare nelle altre officine FFS della Svizzera che hanno vissuto/conosciuto il medesimo problema. Sarà premura dei sindacati attivare le istanze preposte. Le FFS in Ticino hanno creato una hotline e sarebbe peccato non prenderla da esempio, giacché rappresenta un contributo concreto nel campo della protezione della salute». Resta anche da rafforzare tutta la parte riguardante la formazione e l’informazione. «All’interno delle OBe - ha spiegato Cozzaglio - insistiamo affinché in tutti i settori sensibili si promuovano corsi regolari di formazione seguiti dai necessari aggiornamenti sulle misure di protezione della salute: un preciso dovere legale del datore di lavoro. Complessivamente, per quanto riguarda le lavorazioni alle Officine, è stata pure chiesta alle FFS la lista completa di tutte le componenti contenenti amianto o altre sostanze velenose e nocive per la salute».
Françoise Gehring
Comunicazione ai pensionati
Le FFS - in accordo con i sindacati SEV, UNIA, transfair e Commissione del personale OBe - scriveranno ai pensionati spiegando che «dallo scorso autunno il gruppo di lavoro composto da rappresentanti di SUVA, FFS, dei sindacati UNIA, SEV e Transfair, Commissione del personale Officine e della Lega polmonare, lavora per fare trasparenza attorno al tema dell’amianto».
La lettera spiega anche che «dal 16 marzo 2020 sarà attiva una hotline telefonica, dedicata ai già collaboratori delle Officine FFS di Bellinzona, ai parenti e ai collaboratori esterni che, negli anni, potrebbero essere venuti a contatto con l’amianto. L’hotline sarà attiva dal lunedì al venerdì, giorni festivi esclusi, dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 17:00. Gli operatori rispondono in italiano e in tedesco, e sono reperibili al seguente numero 0800 859 801».
Le FFS precisano anche che «per facilitare la registrazione dei dati, vi preghiamo di comunicare il vostro numero d’assicurato personale (numero AVS a 13 cifre) all’operatore.
Ogni persona che si annuncerà riceverà un formulario da compilare. Sulla base dei dati degli esperti valuteranno quale tipo di prevenzione mettere in atto. Per i collaboratori e i pensionati già annunciati al programma, quest’ultimo proseguirà individualmente».