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amianto alle officine di bellinzona

Un passo nel nome della trasparenza

Il gruppo di lavoro paritetico sull’amianto chiesto dalla CoPe delle OBE, dai sindacati e dall’associazione «Giù le mani» si farà. Durante il secondo incontro con laSUVA – a cui hanno partecipato anche le FFS – si è giunti a questo accordo. Un passo importante nel nome della trasparenza.

C’è una chiara volontà di procedere nel segno della trasparenza non solo per correggere il tiro di una precedente gestione problematica, ma soprattutto per fornire nel modo più completo possibile informazioni sensibili (senza tuttavia venir meno agli obblighi di riservatezza). Perché quando c’è di mezzo la salute delle persone, occorre il massimo impegno. E questa volontà è stata espressa chiaramente in occasione del secondo incontro tra le delegazioni sindacale (SEV, UNIA e transfair) e delle maestranze, la SUVA e le FFS. Quello del 15 novembre è stato un incontro che si è svolto indubbiamente in un clima costruttivo. E un risultato di peso i rappresentanti dei lavoratori lo hanno ottenuto: la creazione di un gruppo di lavoro operativo paritetico (FFS, sindacati, Commissione del personale, «Giù le mani» e SUVA) allo scopo di garantire la massima trasparenza nell’ambito della questione amianto. E questa trasparenza va garantita a tutte le persone interessate al programma di monitoraggio della SUVA in tutta la Svizzera. Del resto le preoccupazioni sono emerse anche alle officine di Bienne, Yverdon e Olten. «Non vogliamo creare apprensione dove non c’è – ha esordito Gianni Frizzo, presidente dell’associazione «Giù le mani»– ma occorre informare tutti. Meglio un’informazione in più che una in meno». Intanto ciò che si vuole capire insieme alle FFS – rappresentate all’incontro dalla responsabile regionale Roberta Cattaneo – è il motivo per cui alcune persone sono passate attraverso le maglie dei controlli. «Ad oggi – ha precisato il presidente della CoPe delle Officine Ivan Cozzaglio – 53 persone si sono annunciate». Sarà il Medical Service FFS, in base ad una ceck-list elaborata con la SUVA, a determinare se il collaboratore deve essere sottoposto ad esami specifici. «Ogni caso – ha spiegato Roberta Cattaneo – viene attentamente valutato individualmente».

La richiesta dei/delle rappresentanti della maestranze è comunque chiara: tutti i lavoratori occupati in passato e fino ad oggi (o fino al momento in cui si è proceduto al risanamento delle carrozze) devono di principio essere inseriti nelle liste del personale da monitorare; tale elenco deve comprendere sicuramente anche il personale interinale e gli apprendisti. Senza dimenticare i familiari. E su questa rivendicazione c’è pure stata una convergenza tra le parti; un gruppo paritetico ristretto si incontrerà a breve per determinare passi e procedure per permettere a tutti coloro che hanno lavorato alle Officine di Bellinzona di annunciarsi. Sarà concordata anche una comunicazione pubblica nella speranza di raggiungere il massimo numero di persone. Durante l’incontro si è discusso anche sulla comunicazione, che ha generato scompiglio e disorientamento. Si è pure trovato un’intesa sull’elaborazione di una nuova informazione in grado di portare quella chiarezza necessaria sulla situazione esistente e sulle misure di prevenzione poste in atto già da tempo da parte della Suva.

Nel frattempo si è tenuta la seconda serata pubblica, nel corso della quale sindacati, «Giù le mani» e CoPe hanno illustrato l’esito dell’incontro con SUVA e FFS, ricordando nel contempo le altre rivendicazioni: completa informazione sulle lavorazioni fatte nel corso degli ultimi anni con presenza di amianto, consegna dei dati sulla presenza dell’amianto alle Officine, censimento di tutti i prodotti lavorati alle OBE con possibile presenza di amianto e corsi di formazione sul pericolo dell’amianto e di altre sostanze nocive, sugli obblighi del datore del lavoro e sui diritti del personale. Proprio su questo punto è intervenuto l’avvocato Giovanni Cianni, che ha spiegato quali sono gli obblighi e le responsabilità di un datore di lavoro nell’ambito della protezione della salute sul posto di lavoro e specificatamente per quanto riguarda sostanze pericolose e cancerogene. L’avvocato Giovanni Cianni ha una grande esperienza nell’ambito della protezione della salute.

Molto toccante la testimonianza di Corinne Amrein, autrice del libro «Surreale» in cui racconta l’accompagnamento del padre morto di mesotelioma. «Ogni anno – racconta – sono molte le nuove diagnosi per questo tipo di tumore. Per la nostra piccola realtà sono tantissime. Se pensiamo che attorno ad ogni nuovo paziente vi sono altrettante famiglie, si fa presto a capire che la massa di persone coinvolta non è trascurabile».

libération