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morire di amianto

«Il mio cuore pesa 21 grammi in più, i tuoi»

Un libro per parlare di un dolore, di una separazione. Per parlare di amore, di relazione ma anche di indignazione. L’autrice Corinne Amrein Negri ha accompagnato suo padre fino alla morte, per mesotelioma pleurico. A Bruno era bastato lavorare quindici giorni a contatto con l’amianto per segnare definitivamente il suo destino.

«Domani inizierà l’autunno, si chiude un ciclo. Tuo padre ha passato una buona estate e tu con lui. Anche se è stata molto faticosa, l’avete vissuta insieme». Sono le parole che catturano lo sguardo nella quarta di copertina: «Surreale» è un libro-testimonianza che tocca nel profondo.

Non fa vibrare solo le corde del sentimento. No, fa crescere anche l’indignazione. Perché morire di lavoro è inaccettabile. Data della diagnosi: 13 maggio 2015; data della morte: 25 settembre 2015. Una breve estate per lasciare questo mondo accompagnato dalla figlia. La dedica della figlia al padre: «25 settembre 2015, il mio cuore pesa 21 grammi in più, i tuoi».

Corinne che cosa ti ha spinta a scrivere questo libro?

Ho deciso di scrivere questo libro con lo scopo di condividere la mia esperienza per dare coraggio a qualcuno che si trova o si è trovato in una situazione simile. Sono consapevole che ogni storia e ogni dolore è unico e personale, ma ci sono dei punti nodali nei quali ci si può ritrovare. Nell’ estate 2015 quando ho accudito mio padre negli ultimi mesi di vita, in alcuni momenti mi sono sentita smarrita e sola.

Come hai vissuto l’accompagnamento di tuo padre colpito da mesotelioma? Insieme parlavate della malattia?

Come ho vissuto l’accompagnamento è una domanda difficile. Ho vissuto sulla mia pelle le emozioni in modo molto forte: la paura, l’ansia, l’angoscia, il non sapere cosa ci aspettava, il non sapere come gestire quella situazione, cercavo di prepararmi al commiato ma mi rendevo conto di non essere assolutamente pronta. Ricordo però anche la grande determinazione che avevo, non mi sono arresa alla fatica e alla stanchezza. Ho smesso di nutrire le speranze e ho iniziato a nutrire la rassegnazione. Questo è stato un enorme punto di svolta, forse Il Punto di svolta. Ho vissuto anche momenti di tenerezza e affetto che resteranno ricordi indelebili nel mio cuore. Se mi venisse chiesto se lo rifarei, non esiterei un momento. Certo. È stata un’ esperienza difficile ma ne ho tratto grandi insegnamenti. Con mio padre non parlavamo della sua malattia, lui si rifiutava di pensarci e forse questa è stata l’unica difesa che aveva.

Morire di lavoro: questo è successo a tuo padre. Che dire?

Non si può e non si deve morire di lavoro, nel modo più assoluto. Lui ha svolto dei lavori negli anni ’70 con l’amianto e credevo non ci fosse consapevolezza degli effetti di questo materiale. Invece già prima degli anni ’70 iniziavano ad essere redatti rapporti che indicavano la pericolosità di questo materiale. Dov’è stato l’errore? La disinformazione? La leggerezza da parte del datore di lavoro? Cosa non ha funzionato?

Gli è stata riconosciuta la malattia professionale?

A tutt’oggi non c’è stato nessun riconoscimento. Ricordo che il medico che gli ha comunicato la diagnosi gli aveva detto che questo genere di tumore è correlato al lavoro che aveva svolto.

Com’è nata l’idea del titolo SURREALE?

Ricordo in modo molto nitido l’istante in cui ho deciso di scrivere questa storia, la nostra storia. Mi sono trovata a vivere una situazione surreale in un periodo già molto difficile. L’idea è nata proprio in quell’ istante. Non voglio svelare niente di più ma lascio al lettore l’opportunità di scoprirlo.

Qual è oggi la tua battaglia?

A titolo personale mi sto informando come poter chiedere un risarcimento in qualità di familiare di una vittima dell’amianto. Ad inizio di quest’anno mi è stato chiesto di diventare rappresentante dei pazienti per ALCASE Ticino, un’associazione no profit che si sta costituendo in questi mesi nel nostro cantone. ALCASE è un’associazione per la lotta al tumore al polmone, già presente a livello internazionale. Sono molto sensibile all’argomento essendone stata coinvolta in prima persona come familiare, ho accettato con entusiasmo questa nuova sfida.

Françoise Gehring

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«Surreale»

Il libro «Surreale» è stato stampato da Progetto stampa a Chiasso. 123 pagine che si leggono in un soffio e che lasciano il cuore sospeso. L’intero ricavato della vendita - CHF 20 - sarà devoluto dall’autrice alla Fondazione Hospice Ticino e all’Associazione Alcase Ticino. Corinne Amrein Negri, classe 1974, è operatrice ed educatrice sociale.

Trasparenza alle OBE: oltre il primo passo

I problemi legati all’amianto hanno suscitato molta apprensione, sensibilità e in certi casi anche rabbia. La trasmissione Patti Chiari (22 novembre) ha tenuto accesi i riflettori su una realtà che i sindacati, la Commissione del personale delle OBE e l’Associazione «Giù le mani» hanno subito denunciato, rivendicando e ottenendo la creazione di un gruppo di lavoro tripartito. Il fatto che SUVA e FFS hanno accolto questa rivendicazione è un primo importante passo. Ma è solo un primo passo. Concretamente si farà in modo di rintracciare tutte le persone (compresi apprendisti, interinali, familiari) che sono state potenzialmente e realmente in contatto con l’amianto. La trasmissione - anche attraverso le voci molto toccanti e risolute dei familiari di due vittime dell’amianto alle OBE - ha messo in evidenza un’altra serie di lacune pure denunciate dai sindacati: una scarsa informazione sui pericoli dell’amianto e sulle procedure di protezione, la mancanza di una presa a carico rigorosa, tanto che diverse persone sono passate attraverso le maglie larghe dei controlli. Infatti, dopo che la questione amianto alle OBE è tornata prepotentemente alla ribalta, 53 persone si sono annunciate perché pur avendo lavorato a contatto con l’amianto, non sono mai state chiamate a sottoporsi a controlli. I sindacati hanno messo sul tappeto altre rivendicazioni, tra cui: chiarire quali lavorazioni sono state svolte negli ultimi anni e quali vengono svolte oggi su carrozze, carri e locomotive in presenza di amianto o di altre sostanze nocive e pericolose; verificare le conseguenze sull’ambiente circostante di alcune operazioni effettuate in passato; elencare tutte le sostanze velenose; avere a disposizione i dati sugli attuali rilevamenti dell’ amianto; promuovere regolari corsi di formazione e aggiornamenti sulle misure necessarie a tutela della salute del lavoratore, che peraltro è un preciso dovere legale del datore di lavoro. Proprio su questo punto i sindacati hanno evidenziato il ritardo del diritto del lavoro svizzero che, rispetto ad altre realtà, non ha ancora pienamente recepito le istanze della protezione della salute sul lavoro. Non si può morire di lavoro. Non si deve più morire di lavoro.

Intanto gli incontri tra le parti proseguono. E sui rischi per la salute/monitoraggio nessuno sarà dimenticato, compresi gli ex operai delle OBE. All’assemblea in Pittureria di giovedì scorso sono infatti state date chiare rassicurazioni. Sarà inoltre resa nota anche la lista di tutte del componenti contenenti amianto. E ora si va di nuovo avanti.