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Chiusa la hotline

Amianto: 80 chiamate – e ora l’analisi dei casi

Dopo tre mesi di attività la hotline FFS dedicata all’amianto è stata chiusa. Buono il riscontro, importanti i dati e le informazioni raccolte.

Questa importante iniziativa è frutto del gruppo di lavoro tripartito voluto dai sindacati e dalla Commissione del personale dopo che la questione amianto era tornata prepotentemente alla ribalta. Fanno parte del gruppo FFS, Suva e Lega polmonare. Chiusa la hotline, il gruppo di lavoro tripartito va naturalmente avanti.

Dal 16 marzo al 15 giugno 2020 la hotline dedicata agli ex collaboratori delle Officine FFS di Bellinzona, parenti e collaboratori esterni (dipendenti di ditte terze operanti presso le Officine) che negli anni potrebbero essere venuti a contatto con l’amianto, ha registrato oltre 80 chiamate. Il gruppo di lavoro prosegue ora la sua attività, con l’obiettivo di analizzare ed elaborare i casi emersi nel corso dei tre mesi, in forma scrupolosamente anonima per garantire la necessaria riservatezza e la protezione dei dati.

Al gruppo di lavoro scientifico il compito di definire i criteri

I dati analizzati hanno una valenza importante: grazie ad essi sarà infatti possibile contribuire in maniera significativa agli studi legati alla principale malattia causata dalle fibre di amianto, il mesotelioma pleurico e il carcinoma polmonare. Contribuirà inoltre a migliorare le presa a carico, i cui criteri saranno definiti da un gruppo di lavoro scientifico interdisciplinare coordinato dalla Lega polmonare (cfr giornale edizione n. 7 del 28 maggio). Per i sindacati SEV, UNIA e per la Commissione del personale delle Officine di Bellinzona (OBe), ottanta chiamate in tre mesi rappresentano un numero significativo. Occorre tenere presente che ottanta chiamate non corrispondono necessariamente ad altrettanti ulteriori casi possibili, ma non siamo lontani. Se si tiene conto di questi annunci e si aggiungono alla cinquantina di dipendenti o ex dipendenti che sono già sotto controllo medico da anni e si sommano ai circa cinquanta lavoratori che si erano annunciati lo scorso autunno quando la questione amianto si era imposta pubblicamente in tutta la sua drammaticità, si potrebbe arrivare a circa 150 casi da monitorare. Ora i casi emersi grazie alla hotline coordinata dalle FFS, andranno analizzati e suddivisi in base alla tipologia di contatto con la sostanza cancerogena e anche sulla base del vissuto personale. Dopo aver definito i sottogruppi, verranno in seguito decise le misure mediche individuali.

Questo lavoro di verifica e di confronto si inserisce in un contesto più ampio di protezione della salute che non solo è e resta un preciso dovere del datore di lavoro, ma è una priorità anche per i sindacati che da subito e con grande risolutezza hanno rivendicato la creazione del gruppo di lavoro interpartito. Dando vita ad un’iniziativa virtuosa e rispondendo soprattutto al mandato delle assemblee nella loro richiesta di chiarezza. Il prossimo incontro tra le parti è previsto il 7 settembre e si entrerà in una nuova fase del processo.

Françoise Gehring