votazione del 3 marzo 2024
Attenzione, rischio di confusione
Il 3 marzo voteremo su due proposte riguardanti il futuro dell’AVS. Il SEV dice sì alla 13esima AVS e no all’iniziativa sulle pensioni. Le due proposte perseguono due approcci completamente diversi. Vi preghiamo di non confonderle.
Il nervosismo tra gli oppositori della tredicesima AVS sta aumentando perché i sondaggi a favore dell’iniziativa sono alti. Per questo motivo stanno combattendo contro la 13esima AVS con argomenti fasulli e creando confusione. Votiamo anche sull’iniziativa per la pensione dei Giovani Liberali, che è contraria ai nostri interessi.
Argomenti fasulli
Gli oppositori della 13esima AVS sostengono che i pensionati stanno bene e che solo pochissimi dipendono dall’AVS. I fatti dipingono un quadro diverso: l’ultima indagine completa sulla situazione economica dei pensionati risale al 2015 e mostra che quasi un decennio fa solo quattro famiglie di pensionati su dieci vivevano in condizioni finanziarie solide. Quasi un quarto delle famiglie di pensionati si trovava in una situazione finanziaria precaria. Traevano il loro reddito quasi esclusivamente dal 1° pilastro e non avevano quasi nessuna pensione dalle Casse di previdenza.
Da allora, la situazione finanziaria si è ulteriormente deteriorata. Confrontando l’andamento delle pensioni medie con quello degli stipendi, si nota che dal 2015 si è verificato un calo significativo del cosiddetto tasso di sostituzione. Questo rapporto è un parametro importante per valutare la situazione economica dei pensionati e delle pensionate. Mostra il rapporto tra la pensione e l’ultimo stipendio. Questa tendenza è in atto da oltre 20 anni e sta diventando sempre più devastante.
Le ragioni di questo sviluppo sono due. In primo luogo, il regime pensionistico obbligatorio sta perdendo sempre più valore. Anche se una persona versa all’AVS per tutta la sua vita lavorativa senza interruzioni, la pensione AVS diventa sempre meno sufficiente per vivere. Ciò contraddice l’articolo 112, comma 2, lettera b della Costituzione federale: «Le rendite devono coprire adeguatamente il fabbisogno vitale». In secondo luogo, le rendite dei fondi pensione sono in calo da oltre un decennio. La pensione media di chi è andato in pensione nel 2022 era di 3525 franchi al mese – AVS e LPP insieme. Le pensioni delle casse pensioni si sono letteralmente dissolte soprattutto negli ultimi anni. Le rendite pensionistiche non sono mai state così basse come oggi.
Prestazioni complementari
Uno degli argomenti addotti dal Consiglio federale e dalla maggioranza parlamentare contro la 13esima AVS è che i pensionati a basso reddito dovrebbero ricevere un aiuto mirato, ad esempio con prestazioni complementari (PC). Si tratta di un’affermazione ipocrita, poiché il Parlamento ha fatto esattamente il contrario con la riforma delle prestazioni complementari. Per molti beneficiari di prestazioni complementari la situazione è peggiorata dall’inizio dell’anno. Questo perché i tagli alle prestazioni complementari decisi dal Parlamento avranno pieno effetto a partire dal 2024. Per le persone che già ricevevano prestazioni complementari prima del 2021 era previsto un periodo di transizione: se la riforma comportava una riduzione delle prestazioni complementari, esse mantenevano i loro diritti precedenti per tre anni. Questo periodo terminava nel dicembre 2023, rendendo la situazione ancora più difficile per gli interessati nel contesto attuale, poiché i tagli colpiscono proprio i punti in cui i prezzi stanno aumentando rapidamente: i premi dell’assicurazione sanitaria e gli affitti.
Iniziativa pericolosa
Il principale argomento addotto dagli oppositori della 13esima AVS è la sostenibilità economica. Gli oppositori spesso affermano che è l’esistenza stessa dell’AVS a essere messa in gioco. Gli oppositori lo facevano già quando l’AVS è stata introdotta. Già allora si sosteneva che l’AVS sarebbe fallita in breve tempo. In realtà è esattamente l’opposto: l’AVS oggi è solida. Ciononostante, i Giovani Liberali, il PLR e l’UDC sostengono che l’età pensionabile deve essere innalzata per salvare il sistema pensionistico. Con l’iniziativa sulle pensioni, si vuole portare l’età pensionabile a 66 anni in due fasi e poi collegarla all’aspettativa di vita. Si tratta di una riduzione radicale delle pensioni che penalizza chi ha un reddito medio: dovrà lavorare ancora più a lungo e tirare avanti con pensioni ancora più basse, mentre chi ha un reddito elevato potrà continuare a permettersi un pensionamento anticipato.
Anche il pensionamento anticipato per le persone che svolgono lavori pesanti è messo a rischio da questa iniziativa. Inoltre, chi ha più di 55 anni sarà il primo a essere licenziato - e farà fatica a trovare un nuovo lavoro.
Dobbiamo quindi dire no all’«Iniziativa sulle pensioni» con la stessa convinzione con cui voteremo chiaramente sì alla 13esima AVS.
Michael Spahr/USS