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previdenza professionale

Il meglio per il settore finanziario con il beneplacito dello Stato

I giornalisti economici Danny Schlumpf (SonntagsBlick) e Mario Nottaris (SRF TV) spiegano nel libro «Das Rentendebakel»* (La disfatta delle rendite), come le aziende finanziarie spremano in ogni modo commissioni dai patrimoni assicurati nella previdenza professionale.

Particolare del frontespizio del libro.

Tutto ciò è possibile grazie a prescrizioni troppo deboli, mancanza di trasparenza e assenza di controllo statale. Diverse iniziative politiche che intendono modificare questa situazione sono già fallite in Parlamento, dove il settore finanziario ha grande influenza.

Commissioni a carico degli assicurati

Negli ultimi anni i costi per la gestione patrimoniale nel 2° pilastro sono aumentati e al momento vengono stimati dagli autori intorno a circa 20 miliardi di franchi all’anno, con un patrimonio previdenziale che si attesta al momento sui 1200 miliardi.

Ogni anno oltre 5 miliardi sono da imputare ai «costi TER» per la gestione attiva del fondo d’investimento, la revisione economica, la gestione, l’amministrazione e la pubblicità. In Svizzera non è necessario rendere pubbliche le commissioni di transazione che si applicano per ogni acquisto e vendita di titoli di credito o immobili e che sono stimate intorno all’uno percento, ovvero 12 miliardi annui. Inoltre non è messo in evidenza il miliardo di franchi all’anno stimato per le provvigioni ai broker (intermediari tra le casse pensione e gli amministratori patrimoniali), per i costi della consulenze e le spese a carico delle persone assicurate.

Fondazioni collettive redditizie

Gli emolumenti aumentano perché l’economia finanziaria si può servire liberamente da un numero sempre maggiore di casse pensioni, senza far intervenire i consiglieri di fondazione. Perché sempre più casse pensioni non sono più di natura aziendale ma appartengono a fondazioni collettive gestite e controllate da aziende finanziarie. In tale sede i consiglieri di fondazione non hanno più nulla da dire, benché siano ancora personalmente responsabili del patrimonio assicurato. Le aziende finanziarie sfruttano quindi le fondazioni collettive per spremere il maggior numero possibile di commissioni dai patrimoni assicurati.

Un esempio di come gli amministratori delle fondazioni collettive maltrattino consiglieri di fondazione e persone assicurate è quanto accaduto nel 2015 con l’integrazione della cassa pensione Profaro da parte della fondazione collettiva della cassa pensione Pro su iniziativa della holding di previdenza Tellco che controlla la cassa pensione Pro. L’auspicio era che un maggior numero di assicurati significasse più commissioni. Ma alle persone assicurate della cassa pensione Pro l’acquisizione è costata 8 milioni di franchi. Questa somma effettivamente manca nella cassa pensione Profaro a causa delle persone beneficiarie di rendite di Alu Menziken, azienda tradizionale fallita. Ciononostante il consiglio di fondazione della cassa pensione Pro approva l’acquisizione. L’organo di vigilanza cantonale della cassa pensione non interviene.

Un secondo esempio è la lotta tra il consiglio di fondazione della cassa pensione Phoenix e Nova Holding, sua amministratrice patrimoniale, a cui partecipa con il 49% la Banca Cantonale di Svitto. All’inizio del 2016 il consiglio di fondazione aveva rilevato e reso noti diversi errori contabili da parte di Nova. Tuttavia Nova intende continuare ad amministrare la cassa pensione e inonda il consiglio di fondazione di querele. L’organo di vigilanza cantonale della cassa pensione accetta unilateralmente la versione di Nova, rileva un grande vuoto di copertura in Phoenix e destituisce il consiglio di fondazione. Quest’ultimo lotta per contrastare le accuse di frode e per mettere alla luce il ruolo di Nova, che tuttavia riceve da tempo un vigoroso sostegno da parte del settore finanziario e dei politici al fine di difendere il redditizio modello commerciale. Le ricerche eseguite dagli autori del libro scagionano il consiglio di fondazione e mostrano le macchinazioni di Nova.

La politica deve tutelare gli assicurati

Gli autori richiedono che lo Stato si assuma la propria responsabilità nei confronti delle persone assicurate, obbligate a effettuare versamenti nel 2° pilastro, senza poter scegliere la propria cassa pensione o poterle fare causa. L’organo superiore di vigilanza della Confederazione deve essere rafforzato, anche nei confronti degli organi di vigilanza cantonali. Necessita di più degli attuali 28 posti a tempo pieno. Servono anche prescrizioni più rigorose, ad esempio sulla trasparenza dei costi per le transazioni o un divieto alle provvigioni per i broker a spese delle persone assicurate. E chi è responsabile delle fondazioni collettive deve anche avere un obbligo nei confronti delle persone assicurate, non soltanto dell’azionariato.

Inoltre gli autori richiedono che la quota obbligatoria del patrimonio previdenziale (circa 800 miliardi) sia investito in modo passivo, quindi in fondi indicizzati molto più convenienti di altri investimenti attivi. Ad esempio il fondo statale norvegese e ora anche la cassa pensione della Confederazione Publica puntano sugli investimenti passivi. Inoltre gli autori mettono in guardia dalle conseguenze di un possibile nuovo crash immobiliare per il 2° pilastro.

*Danny Schlumpf e Mario Nottaris: Das Rentendebakel. Wie Politik und Finanzindustrie unsere Vorsorge verspielen, Rotpunktverlag, Zurigo, 2022. ISBN 978-3-85869 - 974 - 9

Markus Fischer
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Commenti

  • Reto Burger

    Reto Burger 18/12/2022 09:18:39

    Dieser Artikel von Markus Fischer bzw. das darin behandelte Sachbuch zur Altersvorsorge nimmt exemplarisch darauf Bezug wo die brennenden Probleme in der zweiten Säule liegen. Immer wieder versuchen bürgerliche Politiker:innen gebetsmühlenartig mit dem Argument der Überalterung davon abzulenken, dass grosse Summen dieser Spargelder in der Finanzindustrie versickern. Dieses Geld gehört den Versicherten und nicht in die Taschen einiger Broker. Da stellt sich die Frage, warum Vorschläge zu mehr Transparenz bei den Vorsorgewerken wiederholt im Bundesparlament blockiert wurden. Sollte vielleicht ein lukrativer Sektor vor unangenehmen Regulierungen geschützt werden? Mir scheint, die Komplexität des Themas verhindert leider, dass Stimmbürger:innen endlich die richtigen Schlüsse ziehen. Die National- und Ständeratswahlen im nächsten Jahr wären eine grosse Chance.