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Il SEV si rivolgerà al Tribunale amministrativo federale

Insostenibile: L’Ufficio federale dei trasporti legalizza il dumping salariale

L’Ufficio federale dei trasporti respinge una causa del SEV contro l’azienda ferroviaria merci Crossrail, ponendo così le basi legali del dumping salariale per i macchinisti Cargo. Il SEV non accetta questa decisione e si rivolgerà al Tribunale amministrativo federale.

L'Ufficio federale dei trasporti (UFT), mantiene la sua dubbiosa posizione e definisce due settori differenziati per il trasporto delle merci: il traffico merci interno e il traffico merci transfrontaliero. Questa posizione si scontra con la perizia commissionata dal SEV, la cui conclusione definisce come per il trasporto delle merci su ferrovia debba esistere un solo settore e che tutti gli impiegati devono beneficiare delle stesse basi per le loro condizioni d’impiego. Questo è importante in quanto la concessione di accesso alla rete, è possibile unicamente se le condizioni in uso nel settore sono rispettate.  

Se si considera il testo d’accompagnamento del suo comunicato stampa di oggi, sembra evidente che l’UFT non è rassicurato di prendere da solo questa decisione: «Considerata l’importanza di questa tematica per i lavoratori e le ferrovie, l’UFT guarda con favore al ricorso alle vie legali per un chiarimento che creerebbe certezza giuridica. Per il momento l’UFT ha deciso di non emanare nessuna direttiva applicabile all’intero settore .» In altri termini: L’UFT passa la patata bollente, convinto che il SEV farà appello al Tribunale amministrativo federale e che la decisione sarà presa a questo livello.

«La decisione dell’UFT è giuridicamente discutibile e politicamente scandalosa », ha commentato il presidente del SEV Giorgio Tuti. Il SEV reagirà di conseguenza chiamando in causa il Tribunale amministrativo federale. « È inaccettabile che l’UFT, con le sue considerazioni dubbiose, permetta il dumping salariale praticato da  Crossrail e che lo giustifichi pure in modo autonomo!» aggiunge la giurista Barbara Spalinger, vice presidente SEV. In effetti, con la sua decisione, l’UFT giudica che i salari di  Crossrail sono conformi alle condizioni in uso nel settore.  

Oltre un anno fa, Crossrail ha annunciato l’insediamento di un deposito di macchinisti a Briga, spostando il proprio personale attivo sino a quel momento a Domodossola e offrendo loro 3600 franchi mensili. Le ferrovie svizzere attive nel traffico delle merci (FFS Cargo,  BLS) contemplano salari iniziali previsti dai rispettivi contratti collettivi di lavoro, tra 5300 e 5700 franchi. Per il SEV è chiaro che questi salari fungono da riferimento per la definizione dei salari in uso nel settore.   

Il punto di litigio per gli esperti giuridici si riassume ora alla questione seguente : la legge decretata a suo tempo è nata per proteggere il personale dal dumping salariale, o al contrario si trattava di migliorare la capacità di concorrenza tra aziende ferroviarie in rapporto alle imprese estere. L’UFT conclude «dando un colpo al cerchio e una alla botte » ma fornisce una decisione che va completamente contro la protezione dal dumping salariale.  

«La decisione dell’Ufficio federale dei trasporti, tralascia punti centrali della nostra argomentazione. Esporremo chiaramente al Tribunale amministrativo federale, che l’UFT si esprime contro la volontà politica e contribuisce attivamente al dumping salariale nell’insieme del settore ferroviario» sottolinea Barbara Spalinger.

Il SEV si impegnerà a tutti i livelli, giuridici, politici e sindacali affinché sulla rete ferroviaria svizzera vengano pagati salari svizzeri.

Commenti

  • Jungo Claude

    Jungo Claude 08/05/2015 07:29:11

    Avec cette decision il y aura 2 vitesses chez les mecanos. Ceux avec une paie normale et ceux qui seront payes moins. Ceux-ci travailleront-ils aussi moins bien ?

  • Macchinista

    Macchinista 23/09/2015 18:24:29

    Molto interessante la questione del dumping salariale nell'ambito ferroviario, ma forse quello che sta sfuggendo agli occhi di tutti, è la situazione che sta creando Sbb cargo international, impiegando personale italiano con uno stipendio di 2500 euro di media, nel traffico transfrontaliero.
    Sappiamo tutti che international ha collaboratori sia in Italia che in Germania e che le politiche aziendali stanno già studiando la possibilità di far fare maggiori km all'interno della svizzera, per una questione di padrone soldo, quanto ci metteranno a tagliare fuori il personale elvetico? L'interoperabilita è il futuro per l'UE e ben venga, ma adeguiamo gli stipendi o consideriamo i colleghi dei paesi confinanti al pari di lavoratori distaccati, anche perché quest'ultimo sono assunti da sotto aziende di internetionl che nei loro stati di appartenenza cambiano nome e regione sociale.
    Sempre pronto a dare ulteriori informazioni, anzi sarei contento di essere ricontatto.
    Cordiali saluti