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«È il risultato di un lavoro sindacale serio, ampio approfondito e portato avanti con molta costanza.»

La sentenza del tribunale amministrativo federale sulla questione Crossrail è di fondamentale importanza per il SEV e costituisce una ricompensa per anni di lavoro sindacale serio ad approfondito. Quando, nel 2014, è venuta alla luce l’intenzione di Crossrail di offrire a macchinisti italiani contratti di lavoro svizzeri con salari nettamente inferiori a quelli solitamente pagati nel nostro paese, il SEV è intervenuto, ha sporto denuncia e ha finito per ottenere ragione dal tribunale.

Ci si può chiedere come ha fatto il SEV ad essere così ben informato. Siamo un sindacato che, oltre a contare tra le proprie fila la maggior parte dei macchinisti, negoziare contratti collettivi di lavoro e definire gli stipendi con circa 70 imprese di trasporto, segue da sempre con attenzione l’evoluzione della politica dei trasporti, intervenendo quando questa rischia di deragliare. In questo senso, per esempio, nel 1998 è stato decisivo il contributo dell’allora presidente SEV Ernst Leuenberger per rendere l’autorizzazione di accesso alla rete dipendente dal rispetto da parte dell’azienda delle condizioni usuali del settore. Una condizione di fondamentale importanza in vista della liberalizzazione del trasporto merci ferroviario e da allora il SEV non si è mai stancato di rilanciare l’argomento degli stipendi dei macchinisti nel traffico transfrontaliero. Argomento che ha contribuito a fare in modo che anche la BLS compisse il passo in direzione dell’elaborazione di un contratto collettivo di lavoro.

Il SEV ha pure sottoscritto con le tre maggiori imprese di trasporto ferroviario merci un accordo per un impiego equilibrato di macchinisti svizzeri ed esteri, in modo da evitare una crescita incontrollata del ricorso a forze lavoro estere meno ben retribuite. I suoi contatti regolari con i sindacati amici degli altri paesi gli hanno infine permesso di venire facilmente a conoscenza delle reali intenzioni di Crossrail a Briga.

In conclusione, siamo un sindacato serio che, oltre a raccogliere affiliati, va a fondo dei problemi e interviene anche nelle questioni di politica dei trasporti, a livello nazionale e internazionale. Un sindacato che dispone anche della costanza necessaria, se pensiamo che segue con coerenza questo tema dagli anni novanta.

Tutto ciò fa del SEV un sindacato unico, che riesce a ritagliarsi un ruolo molto chiaro nel suo settore.

E tutto ciò, il SEV riesce a farlo solo grazie ai suoi membri, ossia grazie a noi tutti!

Barbara Spalinger, Vicepresidente SEV

I Momenti salienti

4 aprile 2014: Il SEV informa l’UFT sul dumping salariale praticato da Crossrail; l’UFT chiede all’azienda di prendere posizione.

Giugno 2014: Il SEV denuncia Crossrail.

Gennaio 2015: L’UFT presenta una perizia secondo cui è possibile autorizzare diversi calcoli per definire i salariali dal momento che i settori sono differenti.

Marzo 2015: Il SEV risponde con una controperizia.

Maggio 2015: L’UFT decide in favore di Crossrail. Il SEV impugna la decisione davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF)

15 dicembre 2015: Il TAF dà ragione al SEV.