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Colpi di diritto

Strada contro ferrovia

Il servizio di protezione giuridica del SEV riceve pertanto ogni anno richieste di intervento riguardanti collisioni tra vericoli stradali e treni. Normalmente queste si concludono con la rapida constatazione da parte del- l’autorità dell’assoluta assenza di responsabilità da parte del macchinista. Vi sono però casi, fortunatamente piuttosto rari, in cui il macchinista viene eletto a capro espiatorio e in cui si impone l’intervento di un legale di fiducia del SEV.

Roberto, macchinista presso una ferrovia privata, ha così dovuto rivolgersi al SEV dopo aver investito un trattore con rimorchio che aveva avventatamente attraversato i binari. Il suo conducente aveva riportato ferite fortunatamente leggere, ma l’incidente aveva prodotto ingenti danni materiali.

Accuse false

Quasi un anno dopo (!), Roberto ha ricevuto dalla procura un decreto penale con una multa di 250 franchi, oltre ad altri 250 franchi di spese. A Roberto veniva rimproverato di aver visto da lontano il trattore, ma di non aver ridotto la velocità e di aver innescato solo all’ultimo momento una frenata d’emergenza, rendendosi così colpevole di negligenza e di mancanza di prudenza.

Una «prova» video

Il legale del SEV si è opposto al decreto e dopo qualche mese ha dovuto accompagnare Roberto, che era stato convocato per essere interrogato dal procuratore. Il legale ha quindi chiesto di considerare la registrazione video, nella quale il procuratore ha però ravvisato gli estremi per confermare le sue accuse. Secondo il legale, invece, il filmato dimostrava la mancanza di responsabilità di Roberto.

Dato che il procuratore ha mantenuto il decreto, d’intesa con la protezione giuridica del SEV, il legale ha confermato la propria opposizione. La procedura à quindi sfociata in un’udienza davanti al giudice, durante la quale il legale di Roberto ha rilevato come quest’ultimo avesse legittimamente ritenuto che il conducente del trattore si sarebbe comportato correttamente, riconoscendo la precedenza al treno e sgomberando il profilo di spazio libero del binario in tempo utile per permettergli di procedere, tanto più che il treno sopraggiungeva al passo d’uomo.

Roberto aveva quindi dato prova di tutta la prudenza necessaria ed era sbagliato, come invece sosteneva il procuratore, pretendere da lui che si arrestasse per precauzione in caso di presenza di altri vericoli.

Assoluzione finale

Quasi due anni dopo l’incidente, il giudice ha finalmente deciso di assolvere Roberto. I ripetibili riconosciuti si sono tuttavia rivelati insufficienti per coprire le spese legali. Sarebbe anche stato un bel gesto se la direzione della ferrovia privata, che aveva auspicato la procedura di opposizione di Roberto, avesse fatto un gesto e partecipato alle spese scoperte. Il suo rifiuto ad entrare in materia conferma una volta ancora la grande importanza che una prestazione come la protezione giuridica del SEV può avere per i suoi membri. I costi residui sono infatti stati assunti dal SEV.

Tutto è bene ciò che finisce bene

Roberto, che per due anni ha visto mettere in discussione la sua professionalità e le sue capacità da un procuratore iper zelante, ha così potuto essere scagionato ed ha commentato positivamente l’operato del SEV: «Tengo a ringraziarvi ancora una volta, perché sono stato consigliato ed assistito in tutti i punti in modo molto professionale».

Assistenza giuridica SEV