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sulle orme di...

Yuri De Biasi, macchinista di manovra

L’immagine di Yuri con barba e cappellino da fuochista nero del SEV è iconica. Fino a qualche anno fa, anche dai marciapiedi della stazione di Chiasso lo si poteva vedere regolarmente alla guida di una locomotiva di manovra transitare, staccare o agganciare, ricoverare o condurre sul binario di partenza vagoni e composizioni.

Yuri De Biasi alla stazione FFS di Chiasso

Passato. E non perché non è stato ancora prodotto un cappellino da fuochista con il nuovo logo del SEV, ma perché non circolano praticamente più locomotive di manovra, perché non servono. «La manovra come la conoscevamo si sta estinguendo in generale. Noi a Chiasso viaggiatori lavoriamo ormai praticamente solo con elettrotreni, composizioni fisse da spostare o ricoverare o approntare. Qualcosa resta a Chiasso smistamento, ma anche qui il lavoro è sempre di meno con il progressivo aumento delle composizioni fisse anche nel traffico merci». Cambiamento radicale, rispetto a quando tutte le composizioni sul traffico internazionale dovevano sostituire la locomotiva di trazione a causa del cambio di tensione, era normale variare la composizione dei treni aggiungendo o staccando vagoni, e la stazione di Chiasso «viveva» 24 ore al giorno anche nel traffico viaggiatori ed era collegata direttamente anche con il Nord Europa. «Cambiamento radicale e anche troppo rapido. Soprattutto per i più anziani l’adattamento è faticoso. Le competenze e conoscenze richieste sono aumentate a dismisura: prima, ad esempio, avevamo solo le nostre 4 locomotive di manovra da conoscere, oggi è richiesta la conoscenza specifica per ogni tipo di elettrotreno. La digitalizzazione ha completamente rivoluzionato il contesto tecnico negli ultimi anni. Da noi si è in più si è aggiunta la recente completa trasformazione della stazione di Chiasso, le modifiche degli scambi, dei fasci dei binari, dei segnali. Il tutto contribuisce ad aumentare il carico psicofisico cui siamo sottoposti». Gli chiediamo qual è la situazione a livello di sicurezza: «Le FFS si sono molto impegnate su questo fronte, negli ultimi anni, la situazione a livello di direttive, dispositivi e processi è molto migliorata. Però, si è dall’altro lato alzato il livello generale dello stress: non solo a livello di conoscenze e competenze richieste, ma soprattutto per quanto riguarda i ritmi di lavoro». Parliamo con Yuri in un momento di tranquillità nel piccolo ufficio della manovra in stazione. Veniamo interrotti quando lo chiama un collega che gli segnala la presenza di un passeggero alterato che rifiuta di indossare la mascherina su un treno Tilo, sul quale ha appena fatto il giro di pulizia, in partenza tra 4 minuti, e pregandolo di avvisare la polizia ferroviaria perché intervenga. Tentativo inutile, il treno parte con il suo «problema» a bordo …

Yuri è entrato in ferrovia giovanissimo. Nel 1982, a 16 anni d’età, inizia la formazione quale «operaio giovane» nelle FFS: una formazione biennale in cui gli apprendisti avevano la possibilità di imparare e svolgere attività molto diversificate, di servizio nelle singole stazioni, allora per la maggior parte presidiate: manovra, pulizia, manutenzione dell’infrastruttura delle stazioni, servizio bagagli, assistenza ai viaggiatori, etc. «Ero arrivato in Ticino due anni prima dal Giura, dove sono nato. Infatti la mia vera lingua madre è il francese, l’italiano ho dovuto di fatto impararlo quando sono arrivato, anche se la mia famiglia era immigrata dalla Liguria. Finita la formazione sono subito entrato nelle FFS come manovratore, e dal 1989 sono macchinista di manovra, sempre a Chiasso». A differenza della maggior parte dei colleghi della sua generazione, non è entrato nel SEV già nel corso della formazione … «Mi sono iscritto al SEV nel 1990, per convinzione e non perché ‹si faceva›. Per un valore di solidarietà e identificazione. Quando c’è poi stato bisogno, mi sono messo a disposizione e dal 2003 sono presidente della sezione RPV Ticino». Una sezione molto attiva, che non fa mai mancare il proprio appoggio quando si tratta di sostenere iniziative del SEV, ma in cui spicca anche un forte senso di collegialità e di identificazione. «La sezione raggruppa manovristi e personale della pulizia, anche se questo è in parte organizzato con TS. Nel Sottoceneri in particolare siamo molto ben organizzati, e c’è anche un forte spirito di gruppo, di solidarietà e di amicizia tra di noi». Come dimostra anche la grande partecipazione alla tradizionale «giornata del manovrista» organizzata ogni autunno dalla sezione. L’impegno sindacale di Yuri non si limita alla sezione: è anche membro della CoPe Divisione e presidente (da poco) della CoPe Superficie Manovra-Clean. Ed è membro della Conferenza CCL: «Il lavoro che fa il SEV è enorme, e sempre più difficile. Anche l’impegno richiesto aI funzionari di milizia è sempre più complesso. È vero che negli ultimi anni abbiamo continuato a perdere qualcosa, sia in occasione di ogni rinnovo del CCL, sia in conseguenza dei continui progetti attuati nei vari ambiti, ma si è dovuta contrastare la sempre più forte pressione da parte delle FFS, con richieste sempre più esigenti».

Ferruccio Calogero Noto
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