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Sì al congedo paternità

Il Comitato SEV si è riunito per la prima volta dopo la pausa estiva. Le raccomandazioni di voto per il 27 settembre sono state al centro delle discussioni. Per il Comitato SEV è chiaramente giunto il momento di creare un congedo paternità in Svizzera. Il progetto di due settimane in votazione non è affatto un lusso. Molte aziende pubbliche e private sono già più generose. Presso le FFS, il SEV è stato in grado di negoziare 20 giorni durante le ultime trattative CCL FFS/FFS Cargo. Il 27 settembre un sì nelle urne si impone, poiché attualmente in Svizzera non esiste una regolamentazione legale per il congedo paternità. La paternità è, di fatto, equiparata al trasloco: nell’ambito degli «orari e dei giorni di congedo abituali» secondo l’articolo 329 capoverso 3 del Codice delle obbligazioni, ai nuovi padri viene generalmente concesso un giorno di congedo. Anche il pagamento di questa giornata non è garantito per tutti. La madre ai fornelli, il padre al lavoro: questo non corrisponde più alla realtà delle famiglie moderne. Se gli 80.000 uomini che diventano padri ogni anno prendessero tutti un congedo di paternità, il costo totale sarebbe di 230 milioni di franchi. Il congedo paternità rappresenta un passo indispensabile verso l’uguaglianza.

Su un altro fronte l’invito è votare chiaramente No, per esempio all’iniziativa denominata «Per la limitazione».

No a regali fiscali

No anche alle agevolazioni fiscali per genitori che non ne hanno bisogno. Il Comitato raccomanda dunque di dire No alla modifica della Legge federale sull’imposizione diretta federale (IED). La perdita totale di gettito fiscale è stimata in 350 milioni di franchi per le autorità pubbliche. Il 45% delle famiglie non paga l’imposta federale diretta. Pertanto non beneficerebbe affatto di questo bonus. Il terzo inferiore delle economie domestiche che paga l’imposta federale diretta otterrebbe appena lo 0,6% di queste agevolazioni fiscali. Un altro terzo delle economie domestiche beneficerebbe del 9,3% di queste agevolazioni fiscali. Più del 70% di questo regalo fiscale di 350 milioni di franchi finirebbe nelle tasche di circa 200’000 economie domestiche benestanti che dispongono del reddito imponibile maggiore. No anche all’acquisto di nuovi aerei da combattimento.

Infine il Comitato SEV ha avviato la discussione sulla legge sul CO2. La posta in gioco: la protezione del clima, ma anche l’impatto delle nuove tasse sui lavoratori e sulle lavoratrici.