Primo maggio 2022
Pace – Dignità – Solidarietà
Dopo una pausa di due anni a causa della pandemia, in occasione del Primo Maggio decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta la Svizzera sono tornati in piazza.
La più grande manifestazione del 1° maggio ha avuto luogo a Zurigo con 12 mila partecipanti. Come oratore principale, il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard è stato categorico: «Ora è il momento di migliorare il potere d’acquisto per i lavoratori, le lavoratrici, i pensionati e le pensionate, invece di ridurre le imposte ai più ricchi». Il ritorno dell’inflazione e la minaccia di una stangata dei premi di cassa malati, richiede un’azione rapida, soprattutto perché i salari e le pensioni erano già stagnanti prima della pandemia. Anche in Ticino la dignità del lavoro è stata al centro dei discorsi, dove è pure stata denunciata la volontà di spalancare la strada alle politiche di austerità sostenute dagli ambienti di destra. Centrale anche il tema del sistema pensionistico in Ticino, come nel resto della Svizzera. A Grenchen, nel canton Soletta, la segretaria centrale dell’USS Gabriela Medici, ha infatti ricordato che gli attacchi borghesi alle pensioni sono inaccettabili e vanno fermati: dalla riforma nell’AVS 21 alla revisione della LPP. «Per risolvere il problema delle pensioni molto basse, abbiamo bisogno di rafforzare l’AVS (tredicesima AVS), di bloccare i tagli alle pensioni del 2° pilastro e di miglioramenti immediati, soprattutto per le donne, le cui rendite sono inferiori di un terzo rispetto a quelle degli uomini».
Il giorno della festa del lavoro, il SEV è stato di nuovo presente tra il personale dei trasporti pubblici. Li ha incontrati, ha distribuito barrette di cioccolato e volantini. E soprattutto ha portato un messaggio di gratitudine per il loro impegno. I segretari sindacali Angelo Stroppini, Françoise Gehring e Thomas Giedemann – intervenuto durante il corteo a nome del SEV – sono stati accompagnati dal fiduciario Marco Belloli nel marcare presenza a Bellinzona.
Naturalmente i membri del SEV hanno partecipato alle celebrazioni del Primo Maggio in tutto il Paese. Tra gli oratori e le oratrici ufficiali dal palco, anche rappresentanti del SEV, a cominciare dal presidente Giorgio Tuti. «In questo Primo Maggio è stato praticamente impossibile fare un discorso senza parlare della guerra in Ucraina» ha sottolineato Giorgio Tuti a Burgdorf.
«Le guerre portano morte, devastazione e miseria. Le guerre non sono mai la soluzione. I conflitti devono essere risolti diplomaticamente. Fermate questa guerra folle. Mi è chiaro – ha dichiarato Tuti – che questo singolo segnale da Burgdorf difficilmente sarà ascoltato. Ma spero che oggi ci siano 100, 1000, 100.000 milioni di Burgdorf nel mondo che mandano lo stesso segnale».
red/uss
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