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Non finiscono mai le amare sorprese per gli ex dipendenti NLM, determinati più che mai a farsi sentire

«Ridateci il nostro lavoro»

Mancano ormai poche settimane a Pasqua e sulla nascita del Consorzio della Navigazione al momento c’è poco o nulla di concreto. I marinai ne hanno abbastanza e vogliono tornare a lavorare. Nell’assemblea dello scorso 8 marzo, hanno deciso che se entro martedì sera 13 marzo non arriveranno notizie concrete sulla nascita del nuovo Consorzio, il giorno dopo si recheranno a Berna per manifestare il loro malcontento.

L’estate scorsa erano stati tutti licenziati. E tutti, compatti, hanno lottato per il loro futuro e per i servizi di navigazione sul Lago Maggiore. In 10 giorni hanno raccolto più di 13’000 firme a favore di un servizio di navigazione pubblico e turistico che tenesse in debita considerazione anche la salvaguardia dei loro posti di lavoro. Hanno ottenuto la garanzia dei loro posti di lavoro nel futuro Consorzio, identiche condizioni salariali per un anno e l’obbligo di avviare delle trattative per l’elaborazione di un Contratto collettivo di lavoro con il futuro nuovo datore di lavoro.

Erano pronti a ripartire il primo di gennaio 2018, come pure il 1° di marzo. Ma non hanno potuto farlo. Ora sono tutti in disoccupazione. Sono inoltre venuti a sapere dagli organi di informazione, che la consigliera federale Doris Leuthard ha sostenuto l’inesistenza di un’ alternativa al Consorzio e che non spetta alla Confederazione né garantire i collegamenti sul lago, né salvaguardare i relativi posti di lavoro. I marinai non concordano con queste esternazioni.

Di promesse da marinai i dipendenti ora ne hanno abbastanza. Qualora entro la sera di martedì 13 marzo non dovessero giungere concrete informazioni sulla nascita del Consorzio, i marinai si recheranno a Berna, presso la sede dell’Ufficio federale dei Trasporti per manifestare il loro malcontento e denunciare l’insostenibile situazione. Al momento di andare in stampa non sapevamo ancora se queste tanto attese rassicurazioni sarebbero arrivate.

Se i battelli non circolano lo sciopero non c’entra nulla

Se da due mesi i battelli non circolano, questa volta non è colpa dello sciopero, che peraltro è stato legittimo e sacrosanto. Manca poco a Pasqua e dall’inizio dei prospettati servizi, ancora nulla di concreto. Uno schiaffo per chi non aspettava altro che tornare a lavorare. E l’ennesima figura di chi invece doveva adoperarsi per farli circolare. Eppure anche chi aveva criticato con tanta veemenza lo sciopero, adesso è drammaticamente silente e pare ben poco scandalizzato da questi continui rinvii.

«Lo sciopero non rientra nella tradizione svizzera» aveva sentenziato qualcuno. Lo sciopero è invece l’ultima possibilità che resta alle lavoratrici e ai lavoratori per farsi sentire. Che non rientra nella tradizione svizzera, sono invece i disservizi nei trasporti pubblici. Non sono neppure tipicamente svizzere le incertezze sugli orari dei trasporti pubblici e le garanzie dei collegamenti e delle coincidenze. Sì, perché finora, nessuno sa che genere di servizi di navigazione verranno offerti e da quando inizieranno. Tutto questo dimostra di sicuro poca serietà svizzera.

Gambarogno: vivace incontro con la popolazione

A pochi giorni dall’avvio della stagione turistica, la loro preoccupazione è condivisa da tutti quelli che vivono di turismo sul lago come pure dagli utenti che giornalmente vorrebbero usare il battello su cui hanno potuto contare per anni. Lo scorso 27 febbraio, le maestranze hanno promosso un incontro nel Gambarogno per condividere le preoccupazioni con la popolazione e per ribadire ancora una volta che vogliono tornare al più presto a lavorare. In una sala gremita, i marinai hanno ricordato che aspettano il Consorzio, ma hanno fatto notare che se questa nuova entità non dovesse nascere, allora bisognerà pensare alle alternative.

Niente battelli e marinai in disoccupazione

Eppure il tempo per trovare soluzioni c’era. Il Memorandum di intesa tra la consigliera federale Doris Leuthard e l’omonimo italiano Graziano Delrio è datato 31 maggio 2016 e la nuova concessione è in vigore dal 1° gennaio del 2017.

Tutto questo fatto e studiato per migliorare i servizi. Un nobile intento per ora ampiamente disatteso considerato che i battelli avrebbero dovuto cominciare a circolare dal 1° di gennaio.

Niente battelli e marinai in disoccupazione!

Il gioco dello scaricabarile

Se poi si cercano i responsabili, allora inizia il gioco dello scarica barile. L’Ufficio federale dei trasporti non ha mai preso realmente di petto la situazione, sottraendosi così a chiare responsabilità in qualità di ente che ha rilasciato la Concessione. Il Cantone fa giustamente quello che può e le due concessionarie, SNL e NLM sostengono di essere delle vittime. Naturalmente il peggio emerge quando, cercando un colpevole, lo si trova addossando tutte le responsabilità al Governo italiano e al classico: «Tutto bloccato causa elezioni in Italia».

I sindacati SEV, Unia e OCST mantengono gli occhi ben aperti e attenti sulla questione. Con i marinai ex NLM seguono da tempo tutta la vertenza, accompagnandoli nelle loro legittime rivendicazioni: lavoro e dignità.

Sindacati pronti a negoziare un nuovo CCL

Proprio per questo i sindacati hanno già chiesto al futuro datore di lavoro SNL delle trattative per l’elaborazione del contratto collettivo di lavoro. L’ultima risposta pervenuta è datata 15 febbraio e menziona la non conferma della riattivazione dei servizi di navigazione sul bacino svizzero del lago Maggiore a decorrere dal 1° marzo 2018 e che l’ultimo termine per la conferma sarebbe stato il 28 febbraio 2018. Anche questo purtroppo disilluso.

Obiettivamente, questo ultimo termine sarebbe stato davvero ambizioso per organizzare le nuove divise del personale, promuovere una consultazione sui nuovi turni tra il personale e far firmare – nello spazio di una notte - i nuovi contratti individuali di lavoro.

Non da ultimo, e va sottolineato: ad oggi, i marinai non hanno ancora una nuova uniforme di lavoro per iniziare.

Angelo Stroppini

Al momento di andare in macchina non si conosceva ancora l’esito dell’incontro sulla nascita del Consorzio.