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Il lavoro è un valore per tutti e per tutte. Dobbiamo difenderlo affinché resti una risorsa e non una voce qualunque nei bilanci aziendali

Oltre il nastrino rosso del Primo Maggio

Quando i conti non tornano, i manager fanno presto: tagliano posti di lavoro. Si riempiono le tasche e si vantano di garantire una conduzione aziendale attenta ai costi. Tradotto concretamente, significa fare pagare a salariati e salariate, con la perdita del posto di lavoro o il peggioramento delle condizioni di lavoro, la fattura della crisi economica.

Proviamo a ripartire dal Primo Maggio, festa internazionale del Lavoro. Scrive lo scrittore bernese Werner Wüthrich nel suo contributo letterario preparato per l’Unione sindacale svizzera (USS): «Quest’anno porteremo ancora il colore rosso. Dei nastrini rossi con lo slogan ‹Lavoro, salario e rendite per tutti›. In Francia, per il Primo Maggio, verranno distribuiti i mughetti. In numerosi paesi spunteranno i garofani rossi e molte bandiere rosse sventoleranno durante le manifestazioni (...). Il rosso rappresenta un’attitudine nei confronti della vita. Una attitudine della coscienza che attraversa il mondo con spirito aperto, senza dogmatismi e senza pregiudizi (...).» Il Primo Maggio è un impegno da condividere in modo solidale con tutti/e e tra tutti/e lavoratori e lavoratrici. Perché il lavoro è una parte importante nella vita di tutti – lo sanno bene coloro che l’hanno perso – e nell’organizzazione sociale. Difendere il lavoro significa combattere anche la riforma della Legge sull’assicurazione disoccupazione firmando il referendum (alle bancarelle allestite durante il Primo Maggio).
Sotto le pressioni della concorrenza e della logica del profitto ad ogni costo, il lavoro ha assunto i contorni della nuova schiavitù, del precariato, dello strumento di ricatto: se non ti piace così, fuori dalla porta ce ne sono cento ad aspettare! Non sono soltanto frasi ricorrenti in bocca dei datori di lavoro, ma l’espressione di una precisa strategia tesa al dumping salariale. Nessuno è al riparo. Quello che succede al nostro collega oggi, può succedere a noi domani. Per questo è importante riscoprire, o rafforzare, il grande valore della solidarietà nel mondo del lavoro, oltre il nastrino rosso del Primo Maggio. Solo così si può trasformare la solidarietà – sapientemente minata dai padroni secondo il principio «divide et impera» – in un progetto a lungo termine per costruire un altro mondo. Scrive ancora Wüthrich: «La visione del mondo più pericolosa è quella di chi non ha ancora cominciato a vedere il mondo.»
Nel mondo che noi vogliamo, ci devono essere lavoro, salario, rendite, parità, giustizia, solidarietà, salute, spazio e tempo per tutti e per tutte. Possiamo cominciare oggi stesso, con i nostri colleghi, le cui sorti devono interessarci come se fosse la nostra vita ad essere in gioco. Ogni singolo destino è parte di un destino collettivo. E senza la forza del collettivo trasformazioni e cambiamenti saranno più difficili. Buon Primo Maggio!
 Françoise Gehring

PROGRAMMA

Quest’anno il Primo Maggio si terrà a Lugano

15.30 ritrovo in Via Campo Marzio a Cassarate
16.00 corteo fino a Piazza Manzoni
17.00 interventi ufficiali (sarà in funzione una griglia)
18.00 concerto e raccolta firme

I/le fiduciari/e del SEV sono invitati/e a collaborare per mobilitare la base. Il segretariato è a disposizione per tutte le informazioni.

Ritrovo SEV per il Primo Maggio
Ore 14.00 al Segretariato regionale a Bellinzona
Ritiro bandiere, materiale vario, formulari raccolta firme.

Altri eventi

Venerdì 30 aprile Alle 18.00, presso l’Università della  Svizzera italiana, dibattito «I testimoni  della strage dell’eternit», con Bruno  Pesce (sindacalista), Franco Cavalli  (oncologo) Dario Mordasini (UNIA) e  Saverio Lurati (UNIA)

PROGRAMMA CONCERTI A LUGANO -->

PROGRAMMA CONCERTO A LUGANO PER IL PRIMO MAGGIO

18.00 Ematoma

18.30 Fabrizio Varchetta & WITKO

19.45 Vad Vuc

21.30 Modena City Ramblers