Il SEV-GATA incontra Swissport a Zurigo
«Gli incontri sul posto sono insostituibili»
Proprio in fondo all’area dell’aeroporto di Zurigo si trova la posta, chiamata «Mail handling», in inglese, come si conviene al settore dell’aviazione. Qui vengono smistati e trasbordati lettere, pacchi, intere palette di invii postali, in gran parte in transito, ossia tra aerei in partenza e in arrivo. Nonostante l’automazione, molte operazioni avvengono ancora manualmente. Fino a poco tempo fa il personale apparteneva alla Posta svizzera, ora invece è alle dipendenze di Swissport, dunque sindacalmente rappresenta un potenziale per SEV-GATA.
A inizio anno, a Swissport è entrato in vigore un nuovo contratto collettivo di lavoro, con vari miglioramenti che sono stati resi possibili solo grazie al lavoro dei sindacati e alla solidarietà dei loro membri. In effetti, Swissport si era detta disposta ad altre trattative e concessioni solo dopo che la base sindacale aveva respinto un risultato negoziale scarso e inaccettabile. A un banco degli hot-dog, poco discosto dall’area di smistamento, i segretari sindacali Regula Pauli e Markus Cadosch hanno cercato il contatto con i lavoratori di Swissport.
Regula, tu hai svolto molti colloqui con chi lavora qui. Quali sono le esigenze emerse?
Regula Pauli: Naturalmente sono sempre quelle legate al salario, però qui al mail handling e anche per coloro che lavorano al carico e scarico del bagaglio aereo, al momento fanno molto discutere gli orari di lavoro. Nel nuovo CCL sono stati inseriti nuovi modelli di durata del lavoro e ovviamente vi sono ancora tanti interrogativi aperti.
I sindacati si sono detti disposti a una maggiore flessibilità negli orari di lavoro, ciò che però dev’essere adeguatamente compensato dall’azienda. Perché?
Le attività qui sono strettamente legate ai piani di volo: quando all’aeroporto il traffico diminuisce, vi è un calo notevole del lavoro rispetto alle intense fasce di arrivi e partenze. Noi eravamo aperti a una soluzione, purché vi siano effetti positivi sul salario, vale a dire la maggiore flessibilità deve comportare un’adeguata retribuzione.
Le vacanze estive sono anche un periodo con forti punte di traffico all’aeroporto. Che cosa significa per chi ci lavora?
I fine settimana durante i quali partono in vacanza decine di migliaia di persone, e altrettante ne arrivano, non possono essere gestiti con il solo personale in pianta stabile. Per questo nel CCL abbiamo una clausola sui lavoratori temporanei, che prevede un preciso limite massimo di ore, per evitare che vengano soppiantati i lavoratori a tempo indeterminato. Gli orari di punta riguardano in particolare il settore dei bagagli e dei passeggeri. Nell’ambito della posta il periodo di maggior traffico interviene da fine novembre, quando cominciano ad arrivare per posta aerea i regali di Natale ordinati chissà dove nel mondo.
Perché il SEV invita il personale al banco degli hot-dog?
Possiamo contare su valide persone di fiducia all’aeroporto, che si impegnano per SEV-GATA. Anche per loro è importante poter offrire qualcosa di speciale alla base, di tanto in tanto. Gli hot-dog si possono consumare facilmente anche durante il turno. Quando i dipendenti vengono qui per la pausa, cerchiamo il colloquio con loro, parliamo di come va il lavoro e dei rapporti con il sindacato. Anche per Markus e me, che di solito operiamo abbastanza lontano dalla base, questi contatti sono insostituibili; osserviamo anche come questi lavoratori apprezzino il fatto di incontrare le persone che, per finire, si impegnano per loro in seno all’azienda. Ed è pure interessante vedere arrivare collaboratori di Swissport da altri settori, che hanno sfruttato l’occasione per conoscere il Mail handling e i loro colleghi sul posto.
Che cosa ne pensano del sindacato i lavoratori?
In effetti conoscono ancora molto poco il nostro lavoro e le nostre prestazioni. Che soltanto con il voto dei lavoratori sindacalizzati, lo scorso autunno sia stato possibile respingere la prima versione del CCL, ha comunque suscitato abbastanza impressione! Per la prima volta alcuni hanno chiaramente compreso il senso della partecipazione.
L’azione ha avuto successo?
Assolutamente! Abbiamo potuto reclutare alcuni nuovi membri, ma per me è altrettanto importante allacciare contatti con persone che altrimenti non avrei la possibilità di incontrare. In questo modo sento quello che li preoccupa e mi posso presentare come loro interlocutore.
Peter Moor