rivendicazioni donne uss
Barbara Spalinger: «Dopo lo sciopero misure concrete»
Poco meno di un mese fa, la Svizzera ha vissuto una mobilitazione senza precedenti. Più di mezzo milione di donne e uomini solidali sono scesi in piazza il 14 giugno per il secondo sciopero nazionale delle donne*. In tutta la Svizzera, hanno alzato la voce per chiedere più «Salario. Tempo. Rispetto».
ta forza in richieste concrete, anche a livello di Contratti collettivi di lavoro e di trattative salariali. Regula Bühlmann (segretaria centrale dell’USS e delegata alla parità), Vania Alleva (presidente di UNIA e vice presidente USS), Katharina Prelicz-Huber (presidente VPOD), Patrizia Mordini (syndicom, co-presidente della Commissione Donne USS), Barbara Spalinger (vice presidente del SEV) e Michela Bovolenta(VPOD e copresidente della Commissione Donna USS) hanno illustrato a Berna il piano di battaglia.
In questi ultimi anni purtroppo il bilancio non è positivo: donne che dopo la maternità vengono licenziate, donne che guadagnano meno per un lavoro di pari valore, donne costrette a lavorare a tempo parziale e perciò più precarie, donne che subiscono violenze e molestie in diverse forme, donne la cui libertà è limitata, donne che svolgono lavori invisibili, donne minacciate perché straniere; donne umiliate e denigrate nella rete. Donne derubate del loro salario e del loro tempo: percepiscono salari inferiori rispetto agli uomini; il lavoro domestico e di cura non viene considerato come lavoro, e non viene valorizzato. Le conseguenze sono palesi: sovraccarico, redditi miseri e pensioni basse. Eppure: le donne non demordono, lo si è visto appunto in occasione dello scorso sciopero delle donne (cfr. pagina 10). Le donne sanno essere tenaci, battagliere. Siccome sono chiamate in prima linea a conciliare vita professionale e vita privata, hanno una grande capacità di organizzazione.
Congedo parentale e tempo parziale
Per il Sindacato del personale dei trasporti due in particolare le priorità: il congedo parentale e una migliore regolamentazione del tempo parziale. «Le madri che rinunciano a più di due anni di lavoro e quelle che lavorano ad un tasso molto basso – osserva Barbara Spalinger– si trovano in una situazione di svantaggio professionale che rappresenta un handicap. Ci sono inoltre ripercussioni economiche anche pesanti. Al momento della pensione rischiano, infatti, di essere confrontate con una situazione di povertà a causa di pensioni insufficienti».
Per la vicepresidente del SEV è dunque giunto il momento di introdurre un congedo parentale che permetterà anche ai padri di assumere i compiti di cura e di educazione in modo da ridurre lo squilibrio economico tra uomini e donne. Inoltre sono necessari validi modelli di lavoro a tempo parziale che consentano alle donne di lavorare a tassi sufficientemente elevati per progredire con successo nella carriera. Questi modelli possono essere applicati anche agli uomini.
Del resto una delle chiare rivendicazioni espresse lo scorso 14 giugno, è l’introduzione di un congedo parentale retribuito. «Non si tratta solo di un congedo di maternità, bensì anche di un congedo per i padri affinché possano impegnarsi nella cura e nell’educazione dei propri figli. Si tratta di un primo passo verso l’uguaglianza economica. Circa un anno fa – ricorda Spalinger – la Commissione federale di coordinamento per le questioni familiari ha raccomandato 38 settimane di congedo parentale, di cui 8 settimane per i padri. Contrariamente ai timori che sono stati espressi, è possibile finanziare tale congedo parentale. Se la quota delle donne nella vita lavorativa aumenta dell’1%, i costi aggiuntivi di 1,5 miliardi di franchi saranno già coperti. Il sindacato chiede pertanto di ancorare 18 settimane di congedo di maternità e 10 – 20 giorni di congedo di paternità nei CCL di lavoro in tutte le aziende di trasporto e sul modello in uso presso le FFS».
Il lavoro a tempo parziale, legato spesso alla cura dei figli, deve essere maggiormente regolamentato. «Le donne che lavorano a tassi molto bassi – sottolinea la vicepresidente del SEV – sono svantaggiate su tre livelli: la loro carriera è ostacolata o impedita, il che incide sul loro salario; la loro sicurezza finanziaria non è garantita al momento della pensione». Nelle aziende di trasporto pubblico, le donne sono chiaramente sottorappresentate. Il lavoro a tempo parziale è considerato in molti luoghi come un lavoro pesante. «Nelle aziende che operano 7 giorni su 7 e quasi 24 ore al giorno– conclude Spalinger – ci sono ottime opportunità di introdurre il lavoro a tempo parziale, ma va chiaramente regolamentato». Le condizioni di lavoro delle donne nel mondo di trasporti è stato pure affrontato a livello di ETF (cfr. pagina 2). Parità salariale, conciliazione famiglia e lavoro e protezione contro le molestie sessuali i temi considerati prioritari.
Françoise Gehring