Le FFS presentano le loro carte
Officine 2030?
La riunione era molto attesa. Complice la campagna elettorale che fa fremere il Bellinzonese, nelle ultime settimane si sono moltiplicate le voci sul futuro delle Officine, senza però che le FFS si esprimessero in merito. Lo scorso 15 marzo, hanno invece confermato che stanno considerando diverse opzioni.
Il personale ha vissuto queste settimane in preda ad emozioni contrastanti: la curiosità e l’interesse sollevati da chi parlava di evoluzioni a lungo termine non sono infatti mai riusciti a sciogliere le preoccupazioni legate al corto termine, derivanti in particolare al calo dei volumi di lavoro e al reiterato mancato rispetto degli accordi sottoscritti dalle FFS. Aleggiava anche il sospetto che queste nuove prospettive fossero state ventilate ad arte per distogliere l’attenzione dall’attuale situazione delle Officine. Tanto più che le FFS non si erano mai espresse sul fondamento delle voci che parlavano di realizzare una nuova Officina in altra sede.
Alcune conferme …
La riunione tra FFS e Cope allargata è quindi giunta in un momento molto opportuno e ne sono scaturite alcune indicazioni concrete. Nel breve termine, ossia per i prossimi due anni, i volumi di lavoro previsti mantengono il livello attuale. Negli anni che seguono, è invece previsto un calo, che le FFS attribuiscono alla modalità di calcolo di queste previsioni, dato che contemplano solo le ore ragionevolmente certe, dichiarandosi comunque ottimiste sulla possibilità di raggiungere di nuovo i valori attuali.
Si è quindi confermata la divergenza degli ultimi anni e abbiamo dovuto ribadire come questi volumi siano nettamente inferiori alle aspettative e agli accordi sottoscritti nel 2013 dalle FFS. Questa stabilità non permette inoltre di assorbire gli aumenti di produttività che le FFS continuano a perseguire senza ripercussioni negative sul personale.
Nel lungo termine, oltre il 2025, le FFS hanno per contro confermato un cambiamento di atteggiamento: stanno ora riflettendo alla possibilità di svolgere in Ticino tutta la manutenzione, leggera e pesante, del materiale rotabile sull’asse del Gottardo. Sino allo scorso anno, invece, le FFS insistevano che le Officine dovevano limitarsi al traffico merci e solo la scorsa estate vi è stata una prima apertura, con l’incarico di risanare i treni del trasporto regionale viaggiatori FLIRT.
Queste riflessioni potrebbero essere concretizzate nell’ambito di due scenari principali: lo sviluppo delle attuali strutture delle Officine, oppure la realizzazione di una nuova struttura, idealmente collocata tra Bellinzona e Biasca, con la possibile integrazione delle altre strutture di manutenzione del materiale rotabile presenti in Ticino.
… ma gli interrogativi restano
Per la prima volta, le FFS presentano quindi delle prospettive a lungo termine e questo è senza dubbio un segnale positivo. Esaminandolo con maggior attenzione, riemergono però subito le preoccupazioni legate in particolare alla portata occupazionale. Sino a che punto le FFS saranno disposte ad impegnarsi per creare una struttura in grado di mantenere tutti i posti di lavoro delle sedi interessate da questi nuovi scenari? Quale strategia deve essere perseguita per avere le migliori prospettive?
Si tratta evidentemente di interrogativi di importanza fondamentale, ma che non devono far dimenticare un’altra considerazione: per affrontare le prospettive a lungo termine, bisogna dapprima consolidare quelle a breve e medio termine.
Pietro Gianolli