Importante conferma per le Officine di Bellinzona
Flirt da risanare
In questi giorni, le FFS hanno confermato l’incarico alle Officine di Bellinzona di risanare i treni Flirt, già annunciato la scorsa primavera (vedi contatto.sev 11/16).
La comunicazione ricevuta in maggio dai rappresentanti del personale aveva tutta l’aria di essere di carattere definitivo: le OBe avrebbero ricevuto l’incarico di risanare questi treni. Un incarico preceduto da due prototipi, con lo scopo di ottimizzare il processo da seguire. Ciò non di meno, le FFS si sono sentite in obbligo di comunicare una conferma di questo ordine con un comunicato che ribadisce le indicazioni sulla sua portata, che si estende a 144 dei 171 treni Flirt in dotazione alle FFS e alle loro filiali.
I lavori si rendono necessari a causa della corrosione delle sottocassa delle carrozze, dovuta all’acqua dei servizi igienici e si coglierà l’occasione per sistemare anche i danni causati dal pietrisco alla carrozzeria dei singoli vagoni. Al ritmo di una quindicina di treni l’anno, l’incarico dovrebbe protrarsi almeno sino al 2024.
Per le Officine si apre quindi un settore d’attività importante anche per il fatto che implica competenze specifiche negli ambiti della saldatura e dei trattamenti anticorrosione, in cui il personale delle OBe ha evidentemente dimostrato di eccellere.
Passo positivo, ma …
Come avevamo già indicato a suo tempo, questo incarico, pur dando un apprezzabile contributo, non risolve il problema della mancanza di ore lavorative, rispetto a quanto promesso dalle FFS tre anni fa nell’ambito della costituzione del centro di competenze.
Lascia inoltre perplessi la strategia di comunicazione delle FFS, che da un canto suscita un polverone pubblicando un fascicolo in cui un loro fantomatico CEO, a colloquio con gli spiriti, rimette in discussione il futuro stesso delle Officine e dall’altro tenta di sedarlo con comunicati che confermano notizie annunciate sei mesi fa. Notizie certo positive, ma che non devono indurre a troppo facili ottimismi sulle intenzioni nei confronti dello stabilimento industriale ticinese.
Pietro Gianolli