Strategia UFT 2030: due anni dopo, a che punto siamo? Intervista a Giorgio Tuti
Cabotaggio dei bus: «Si rispetti la legge!»
I bus low cost a lunga percorrenza arrivano a poco a poco anche in Svizzera (la linea Costanza–Lione è stata appena aperta) con il loro carico di importanti interrogativi. Giorgio Tuti, presidente del SEV, spiega la posizione del sindacato, le sue rivendicazioni e le sue azioni. Fa pure il punto sulla politica svizzera dei trasporti e sulle divergenze tra il SEV e l’Ufficio federale dei trasporti.
Ultimamente sulla stampa svizzera si parla molto di Flixbus. Qual è il problema con questi bus low cost?
Giorgio Tuti: Il primo e il più importante dei problemi sono i salari e le condizioni di lavoro che vengono applicati da queste aziende. Inoltre non partecipano ai costi dell’infrastruttura. Si tratta dunque di concorrenza sleale dal momento che non c’è rispetto di divieto di cabotaggio. In Svizzera questa pratica è vietata per proteggere la ferrovia. Con Flixbus c’è la possibilità di salire sul bus a Zurigo e scendere a Ginevra: è cabotaggio ed è proibito. Se accettiamo il cabotaggio, accettiamo giocoforza il dumping sociale e salariale.
Concretamente quali sono le rivendicazioni del SEV?
Rispettare la legge! L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) deve non solo fare più controlli, ma anche punire più severamente chi viola la legge e non accontentarsi di multe irrisorie. C’è in effetti un procedimento in corso contro Flixbus per un caso di cabotaggio tra Zurigo e Basilea, ma al di là di questo caso, ritengo che gli abusi non sanzionati restano molti.
Perché certe linee in direzione del sud d’Europa, che peraltro esistono da tempo, non pongono lo stesso problema?
Il paragone si ferma qui. Poiché Flixbus è una società commerciale che vuole competere con il sistema di trasporto pubblico in Svizzera attraverso la sua offerta di linee transfrontaliere con fermate in Svizzera. E in modo molto regolare. Siamo ben lontani dalle aziende che collegano il Kosovo o la Sicilia e il cui scopo è quello di fornire di tanto in tanto dei trasporti nord-sud.
Spetta al conducente controllare chi sale e chi scende dal suo autobus?
No, non è la sua responsabilità. Le condizioni di lavoro di questi conducenti sono già pessime. La responsabilità spetta alla società, che deve garantire il rispetto del divieto di cabotaggio.
Nella sua strategia 2030, l’UFT mostra di essere molto liberale rispetto a queste concessioni dei bus a lunga percorrenza. Non è certamente rassicurante per il personale dei trasporti pubblici...
È semplicemente inammissibile. Questa visione liberale in materia di politica dei trasporti non ha senso. Abbiamo investito talmente tanto nella ferrovia che aprire adesso alla concorrenza è illogico. Tutto ciò comprometterebbe il sistema di trasporto svizzero che è – e tutti sono concordi – il migliore. Il popolo svizzero ha votato più volte a favore della ferrovia. Non siamo affatto d’accordo che l’UFT si dedichi ad esperimenti mentre il sistema attuale è unanimemente riconosciuto come buono. Naturalmente dobbiamo trovare alleati politici per difendere i nostri punti di vista a livello federale.
Oltre a quanto già fatto finora, quali azioni intende intraprendere il SEV per palesare la propria disapprovazione?
Attualmente stiamo perfezionando il nostro piano d’azione a seguito dell’apertura della nuova linea di Costanza– Lione, ma è troppo presto per rivelare la nostra strategia! Una cosa è certa, il SEV non starà a guardare. La società Flixbus deve pagare per il mancato rispetto della legge.
Siamo ancora lontani, ma se in futuro verranno concessi permessi agli autobus a lunga percorrenza, che faremo?
Faremo di tutto affinché non sarà mai il caso. Se i/le parlamentari federali dovessero ammorbidire la legge, allora esigeremmo il rispetto del sistema tariffario nazionale e chiederemmo un contratto collettivo quadro a livello nazionale. Rivendicheremmo inoltre una vera e propria legislazione concernente il settore bus a protezione dei salari e delle condizioni di lavoro.
La visione della Strategia 2030 dell’UFT è stata svelata due anni fa ed è subito stata considerata pericolosa e nociva dal SEV. Qual è il bilancio intermedio?
Effettivamente avevamo lanciato l’allarme due anni fa, ritenendo questa strategia troppo liberale. Nel frattempo, c’è stato il caso Crossrail e abbiamo reagito con successo. Di fatto abbiamo scongiurato la diffusione di salari molto bassi nel traffico merci transfrontaliero. Abbiamo combattuto affinché vengano corrisposti i salari d’uso nel settore. Abbiamo vinto sul principio. Le aziende con sede in Svizzera e con contratti svizzeri pagano il loro dipendenti con i salari versati abitualmente in Svizzera. Tra l’altro l’UFT deve comunicare prossimamente i salari minimi nel settore, attesi per metà ottobre.
Due compagnie ferroviarie si stanno attualmente contendendo la linea di montagna del Gottardo, la cui concessione deve essere rinnovata. Si tratta di una situazione inaudita in Svizzera per il traffico a lunga percorrenza, vero?
Sì, in effetti è proprio così. La SOB ha presentato un concetto più ampio della semplice linea del Gottardo, che va fino a Basilea, a Zurigo a nord e a Lugano a sud. Se la concessione dovesse essere attribuita alla SOB, sarebbe la prima volta che alle FFS viene tolta una prestazione di traffico a lunga percorrenza. Ciò aprirebbe la porta ad altre concessioni. Come sindacato non siamo qui per difendere gli interessi delle imprese e non ci pronunciamo su questo o quel progetto. Noi siamo qui per difendere gli interessi dei/delle dipendenti. E il SEV ha degli/delle affiliati/e sia presso la SOB, sia presso le FFS. Per noi è essenziale che i salari e le condizioni di lavoro siano rispettate.
La proposta della SOB prevede l’accompagnamento dei treni, a differenza di quella delle FFS. Questo è chiaramente un punto a favore della prima, giusto?
Siamo favorevoli all’accompagnamento, che garantisce una maggiore sicurezza ai passeggeri. L’accompagnamento, del resto, è una delle nostre rivendicazioni, tanto quanto la difesa delle condizioni di lavoro. Tutti hanno lo sguardo rivolto al Gottardo perché potrebbe esserci un segnale forte per il futuro. Potrebbe anche aprire la strada anche ad altri.
Oltre al traffico interno e al traffico merci transfrontaliero, vi è una terza categoria: il traffico di transito. Quali sono gli obiettivi del SEV a questo livello?
Per il traffico di transito, per ora esiste solo un accordo di reciprocità tra le imprese FFS, Cargo FFS, SBB Cargo international, BLS Cargo e i loro partner tedeschi e italiani: i macchinisti svizzeri circolano all’estero tanto quanto i colleghi esteri in Svizzera.
Non è sufficiente, vero?
È poco. Vorremmo, per esempio, che la legge sui lavoratori distaccati – che esclude per il momento il settore dei trasporti – fosse applicata anche nel settore che ci riguarda. I posti di impiego mobile (senza posto di lavoro stabile) come il personale di locomotiva, i controllori e i conducenti stradali, dovrebbero essere pagati in base a stipendi svizzeri quando attraversano il nostro Paese. I lavoratori stranieri che forniscono prestazioni in Svizzera nel settore delle costruzioni, per esempio, sono protetti da questa legge. Perché non estendere tale protezione a coloro che lavorano sui treni o sui camion? Su questo punto stiamo lottando e il nostro slogan è chiaro: «Sui binari svizzeri salari svizzeri» e «sulle strade svizzere salari svizzeri». Per queste campagne sono attivo anche a livello europeo poiché siedo nei vertici dell’ETF.
Va rilevato che il problema aumenterà quando la galleria del Ceneri sarà aperta...
Infatti, teoricamente sarà possibile attraversare tutta la Svizzera senza cambiare macchinista. E se sarà il caso, saremo inevitabilmente confrontati con il dumping salariale. Lo scorso mese di maggio abbiamo già promosso delle campagne di sensibilizzazione a Muttenz e a Chiasso per puntare i riflettori sul problema.
Ma da quando ci si preoccupa di chi circola sulle strade?
Lo stesso principio deve essere applicato sulla strada perché se tra i diversi paesi esiste la concorrenza, esiste anche – e molto forte – tra la strada e la ferrovia. Se proteggiamo solo i salari sulla ferrovia, con l’obbligo di pagare salari in franchi svizzeri, il traffico su gomma crescerà notevolmente, generando così una concorrenza distorta. Si attende ora che l’UFT indichi i salari usuali del settore, che deve definire.
Tra l’altro a livello federale dal 2014 ci sono state votazioni importanti...
Sì, abbiamo vinto la votazione sul FAIF nel febbraio 2014, nel mese di giugno di quest’anno abbiamo contrastato con successo l’iniziativa insidiosa «Pro service public» ma abbiamo perso la votazione sul raddoppio del Gottardo lo scorso mese di febbraio. A livello europeo, lottiamo contro la liberalizzazione dei trasporti. E un primo successo lo abbiamo ottenuto: la separazione tra l’esercizio e l’infrastruttura nelle imprese di trasporto ha le ali piuttosto pesanti. Si parla sempre invece della liberalizzazione del traffico a lunga percorrenza. E su questo dobbiamo lottare con pervicacia affinché non veda il giorno.
Mi pare evidente che il lavoro politico è essenziale per poter avere un impatto in materia.
È essenziale. Siamo molto attivi a livello politico ed è solo così che potremo ottenere successo nella politica dei trasporti. È un impegno che è parte integrante del nostro lavoro come sindacato del personale dei trasporti.
Henriette Schaffter/frg
Commenti
Erni 10/11/2016 17:56:25
Die Busse finde ich gar nicht schlecht. Die Bahnen bauen ja selber das Fernangebot ab. (Nachtzüge) Sogar mit dem SBB -Bus von Zürich Sihlquai bin ich eine halbe Stunde früher in München als mit dem Zug. Dies ohne Umsteigen
Fahren Sie einmal nach Prag 13-14 Sunden dauert es mit dem Zug und Umsteigen muss ich 3-7 Mal auch noch. Mit dem Bus dauert es 8.5 Stunden ohne umzusteigen und kostet 30Euro. (Mit PW 6.5 Std)