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Editoriale di Giorgio Tuti, presidente SEV

Nuovo regalo fiscale? No grazie!

Il referendum contro l’abolizione della imposta preventiva sulle obbligazioni, è un po’ nascosto dalla campagna contro la riforma AVS 21. La tempistica, tuttavia, è la stessa. La scadenza del referendum è il 7 aprile, il che ci dà ancora un certo margine di tempo, ma dobbiamo comunque accelerare la raccolta firme.

Perché è necessario questo referendum? Prima di tutto, perché fa parte di una serie di agevolazioni fiscali o soppressioni di imposte concesse negli ultimi anni alla piazza finanziaria e alle grandi imprese. Sono quindi i più fortunati a beneficiarne.

L’imposta preventiva sulle obbligazioni non riguarda lavoratori e lavoratrici. O meglio, sì, dato che le conseguenze delle perdite fiscali peseranno notevolmente sulle spalle del servizio pubblico attraverso un deterioramento della situazione finanziaria della Confederazione.

Questo ennesimo regalo ai più ricchi arriva in un contesto economico indebolito dalla pandemia a causa della quale la situazione delle famiglie è in costante sofferenza. Da anni i premi delle casse malati e gli affitti sono in crescita, riducendo così il potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici.

Da un punto di vista etico, l’abolizione della imposta preventiva sulle obbligazioni pone un problema di giustizia fiscale. E apre la porta all’evasione fiscale per i ricchi: poiché l’imposta preventiva è anche una sorta di tassa di rigore per le persone che non dichiarano il rendimento del loro patrimonio.

Da un punto di vista contabile, le perdite saranno certamente tre o quattro volte maggiori rispetto agli annunci di Ueli Maurer. Egli le stima in 172 milioni di franchi all’anno, sostenendo che i tassi d’interesse sono bassi. Ma questo calcolo non regge. Non possiamo contare su tassi d’interesse anormalmente bassi. A medio termine, l’USS calcola che i tassi d’interesse saranno dal 3 al 4 %. Questa riforma costerebbe quindi più di 500 milioni di franchi all’anno. Abbiamo appena respinto l’abolizione della tassa di bollo nel fine settimana. Ora tocca a noi mandare un altro segnale chiaro sull’imposta preventiva. Puoi aiutare firmando il referendum online o attraverso il modulo allegato al giornale.

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