Conferenza delle sezioni Ticino: Tra sfide sindacali e cambiamenti ai vertici del SEV
Si è tenuta venerdì 21 febbraio a Bellinzona, in una sala gremita della Casa del Popolo, la Conferenza delle Sezioni ticinese. Molti i temi sul tavolo, dalle crescenti difficoltà a negoziare con le aziende, alle sfide che impegneranno il sindacato nel corso dell’anno, il Congresso previsto a giugno e il cambio ai vertici del SEV, con le dimissioni di Valérie Boillat e la nomina del/della suo/a successore.

Ad aprire i lavori, il segretario sindacale del SEV Angelo Stroppini che, dopo le presentazioni e i ringraziamenti, ha illustrato la situazione nel Cantone: «In Ticino la situazione globale dei CCL è buona, anche se diventa sempre più difficile negoziare e notiamo che il tempo di lavoro è sempre più sotto attacco», ha spiegato. Una situazione che dal punto di vista sindacale riusciamo comunque a tenere sotto controllo: «In Ticino abbiamo delle Sezioni forti e il fatto che il SEV sia riconosciuto come IL sindacato del personale dei trasporti pubblici ci permette di avere una certa forza durante le trattative», ha concluso Angelo, passando poi la parola a Matthias Hartwich, presidente del SEV, che ha illustrato le principali sfide del sindacato per questo 2025.
Matthias Hartwich ha esordito parlando di quanto sta succedendo nel mondo a livello politico: «Una delle sconfitte più pesanti che abbiamo avuto a livello mondiale – ha detto – è che il fascismo sta risorgendo. La seconda è invece l’aumento del divario tra ricchi e poveri e il fatto che la maggior parte della ricchezza sia concentrata nelle mani di sempre meno persone». È poi entrato nel vivo delle questioni più prettamente sindacali, con la campagna contro la violenza verso il personale dei trasporti pubblici che impegnerà il SEV nel corso dell’anno.
Per quanto riguarda le questioni più strettamente politiche, è tornato sui tagli al Traffico Regionale Viaggiatori (TRV) voluti dalla Consigliera federale Karin Keller-Sutter, ai quali il SEV si oppone con decisione, e sulla difesa del sistema ferroviario svizzero in Europa.
Ha poi spiegato che i preparativi per il Congresso, che si terrà a giugno 2025, sono in pieno svolgimento, con la stesura delle prese di posizione che dovranno essere adottate dai delegati. Congresso che quest’anno avrà luogo su due giorni e che sarà strutturato in modo un po’ diverso, con una parte di discussione politica alla presenza del Consigliere federale Albert Rösti. Ha poi parlato dei cambiamenti in seno alla direzione sindacale, ma anche nel Comitato, con le partenze di Valérie Boillat, Danilo Tonina e Peter Käppler.
Ha poi concluso con la questione dell’acquisizione di nuovi membri: «Se riuscite a convincere la gente ad aderire al sindacato dovete esserne fieri perché fate loro un favore mettendo al loro fianco 37'000 amici che staranno loro vicini. Queste 37'000 persone che il SEV rappresenta sono la nostra forza nelle trattative».
C’è poi stata un’animata discussione sulle sfide sindacali, il ruolo delle CoPe, la fine della Piattaforma alle Officine di Bellinzona, la questione molto sentita dei lavoratori interinali e sull’acquisizione di nuovi membri.

Dopo una breve pausa ha poi preso la parola la vice presidente Valérie Boillat, che a fine marzo lascerà la sua carica ed era quindi alla sua ultima Conferenza delle Sezioni in Ticino. Valérie ha ricordato alcuni momenti passati nel nostro Cantone in veste di vice presidente del SEV, prima di concentrarsi sulla questione della salute degli autisti di autobus in merito allo studio in corso (che è entrato nella seconda fase): «Abbiamo i primi risultati – ha spiegato – che mostrano una grossa discrepanza tra gli sforzi richiesti e il riconoscimento per questi sforzi». È emerso molto interesse in sala riguardo alla salute del personale dei trasporti pubblici, non solo per gli autisti di autobus.
Il segretario sindacale Thomas Giedemann ha poi parlato della situazione a FFS Cargo e dei prospettati tagli (vedi articolo Tagli a FFS Cargo: Più che G-enesi(s) sarà un’Apocalisse : SEV-Online), spiegando come si è giunti alla situazione attuale dopo una serie di decisioni quantomeno discutibili a partire dagli anni ’90.
Simon Burgunder, coordinatore della politica dei trasporti al SEV, ha a sua volta illustrato la questione legata ai tagli da parte della Confederazione al trasporto pubblico: «È chiaro che noi dobbiamo opporci a queste misure di risparmio ed evitare che sia il personale del trasporto pubblico a pagare per questi tagli», ha concluso.
Veronica Galster