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Protezione delle Alpi

Jon Pult: «La lotta continua»

Per il 25° anniversario della votazione sull’iniziativa delle Alpi e il 30° compleanno dell’associazione, un colloquio con il presidente Jon Pult sui successi della politica di protezione delle Alpi, sui trasporti assurdi e sui cambiamenti climatici. Uno sguardo al passato e al futuro.

1989 – Lancio dell’iniziativa delle Alpi

Quando, 25 anni fa, l’iniziativa delle Alpi è stata votata, tu avevi 10 anni e non potevi ancora votare. Hai dei ricordi?

Mi ricordo soprattutto della trasmissione «Arena» sulla votazione dell’iniziativa delle Alpi alla televisione svizzero-tedesca, che andò in onda prima del voto. Sono rimasto affascinato come il landamano urano Hansruedi Stadler e il Consigliere nazionale Andrea Hämmerle hanno difeso i loro argomenti contro l’allora ministro dei trasporti Adolf Ogi. È il mio primo ricordo politico. Ho quindi avuto ben presto simpatie per l’Iniziativa delle Alpi! (ride)

Che cosa ha raggiunto l’associazione Iniziativa delle Alpi per la protezione delle Alpi e la politica di trasferimento?

L’iniziativa delle Alpi è stata una cesura nella politica dei trasporti svizzera: dopo il 1994 la politica dei trasporti si è radicalmente trasformata. Nessun altro paese in Europa ha applicato con altrettanto successo il trasferimento delle merci sulle rotaie e la protezione delle Alpi come la Svizzera. Mentre nei paesi vicini il traffico transalpino di transito sulle strade è notevolmente aumentato, in Svizzera è sensibilmente diminuito. In Svizzera, oggi il 70% del traffico merci attraverso le Alpi è trasportato dalla ferrovia, in Austria è appena il 30%.

Quest’anno l’associazione Iniziativa delle Alpi festeggia il suo 30° anniversario. Dove si situa oggi?

L’associazione è nata da un movimento di protettori delle Alpi ed è rimasta anche oggi un movimento di cittadine e cittadini. Al contempo, l’Iniziativa delle Alpi si è anche molto sviluppata come organizzazione. In Europa non esiste nessun’altra organizzazione più competente e così di successo nel campo della politica di trasferimento. L’Iniziativa delle Alpi ha un’eccellente rete di contatti a livello europeo e si scambia regolarmente con decisori a Bruxelles ed esponenti dei paesi alpini e vicini, come l’Austria, la Francia e l’Italia.

Secondo la legge, dalla fine del 2018 possono transitare dalle Alpi al massimo 650’000 camion l’anno. Però sono ancora quasi un milione. Perché l’obiettivo non è stato raggiunto?

La politica ha l’incarico di adottare misure per raggiungere l’obiettivo di trasferimento e proteggere le Alpi e i loro abitanti dagli effetti negativi del traffico di transito. Però ha applicato troppo poco conseguentemente questo incarico. In particolare, la ministra dei trasporti uscente, Doris Leuthard, si è ben poco impegnata per la politica di trasferimento. Però non vedo il mancato obiettivo di trasferimento come un bicchiere mezzo vuoto, quanto piuttosto come mezzo pieno. Grazie all’Iniziativa delle Alpi, la politica di trasferimento in Svizzera è un grande successo, non manca più molto per raggiungere l’obiettivo. Le cifre del trasporto stradale attraverso le Alpi diminuiscono, nonostante il crescente aumento dei trasporti.

Che cosa fa l’Iniziativa delle Alpi affinché il Consiglio federale faccia di più per il trasferimento?

L’Iniziativa delle Alpi lavora sempre con il massimo della pressione, col lobbying, campagne di sensibilizzazione, l’elaborazione di proposte di misure, come per esempio il pieno sfruttamento della TTPCP. La galleria di base del Ceneri sarà presto in esercizio e la NTFA sarà così completata. Anche il corridoio di 4 metri sull’asse del Gottardo sarà presto disponibile. Al più tardi a questo momento, i politici non avranno più scuse che tengano. Anche il cambio al Dipartimento dei trasporti mi infonde ottimismo: sono convinto che la Consigliera federale Sommaruga porterà più dinamismo nella politica di trasferimento. Non solo in Svizzera, tuttavia, ma in tutta l’Europa è necessario un nuovo, forte impulso per la politica dei trasporti e per la politica climatica.

Qual è la maggiore sfida del futuro per l’Iniziativa delle alpi?

Col riscaldamento del clima la protezione delle Alpi è diventata ancora più urgente. Il cambiamento del clima minaccia l’esistenza delle persone nelle Alpi e in tutto il mondo. La colata di detriti al Pizzo Cengalo ha investito un villaggio. La montagna crolla perché, a causa del riscaldamento del clima, si scioglie il permafrost e le rocce perdono stabilità.

È vero che oggi transitano meno camion dalle Alpi e ci sono stati miglioramenti quanto alle emissioni di inquinanti atmosferici e per la protezione dal rumore. Ma quanto alla riduzione delle emissioni di CO2 dei camion, da 30 anni non si è mosso nulla. La protezione delle Alpi è protezione del clima e la protezione del clima è protezione delle Alpi. Dobbiamo proteggere le Alpi e il clima, altrimenti ben presto le Alpi non saranno più abitabili. Perciò l’Iniziativa delle Alpi sostiene anche l’iniziativa per i ghiacciai, che sarà lanciata questa primavera e che anch’essa nasce da un movimento di cittadini.

Mentre, grazie all’Iniziativa delle Alpi, il traffico transalpino su strada è diminuito, il traffico dei trasporti in generale aumenta fortemente. Come ottenere un cambio di mentalità?

Il trasporto delle merci su strada aumenta perché, in generale, si trasporta molto di più: si veda alla voce «Zalandizzazione». Le ragioni sono le nostre abitudini di consumo e l’economia globalizzata. L’Iniziativa delle Alpi si impegna per evitare i trasporti inutili. Ogni anno assegniamo il nostro premio denigratorio «Sasso del Diavolo», col quale denunciamo i peggiori esempi della follia dei trasporti, nonché il suo corrispettivo in positivo, il «Cristallo di rocca». Con questi due premi vogliamo sensibilizzare la popolazione a comprare soprattutto prodotti locali.

Cosa e quanto dovrà ancora fare la Svizzera prima che quest’associazione possa tirare il fiato?

Se la Svizzera raggiungerà l’obiettivo di trasferimento e avrà introdotto una politica climatica, che riduce a zero le emissioni di CO2 del traffico all’ interno del paese, allora possiamo tirare un sospiro di sollievo. Continuiamo a lottare finché le Alpi non avranno più bisogno della nostra protezione e si sia fermato il cambiamento climatico.

Corinne Buchser, Iniziativa delle Alpi, apparso sul periodico «eco»