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NO a EFAS il 24 novembre

Vincere contro la lobby della salute

Il 18 aprile 2024, il sindacato dei servizi pubblici SSP-VPOD ha presentato alla Cancelleria federale 57.346 firme contro la modifica della Legge federale sull'assicurazione malattia (LAMal) – Finanziamento uniforme delle prestazioni (EFAS). © SSP / Eric Roset

Il 24 novembre i cittadini e le cittadine voteranno su una riforma dell’assistenza sanitaria, nota come EFAS (finanziamento uniforme delle prestazioni), imposta dalla lobby delle assicurazioni. La VPOD e l’USS la considerano pericolosa per il personale curante, per la qualità dell’assistenza e per l’aumento dei premi. Invitano a votare «no» all’EFAS, che comporterà la perdita del controllo democratico a favore degli assicuratori e delle loro logiche di profitto e guadagno. Christian Dandrès, presidente VPOD, fa il punto della situazione.

Quale la posta in gioco di questa votazione?

Christian Dandrès: Il 24 novembre si gioca il futuro del sistema sanitario. Con il voto sulla controriforma della LAMal (EFAS, vedi riquadro), la popolazione può porre fine alla sottomissione del settore sanitario alla logica del mercato e al potere delle casse malati. Abbiamo ottenuto due vittorie sul fronte delle nostre pensioni (approvazione della 13esima pensione AVS e bocciatura della LPP 21). Abbiamo sconfitto la lobby delle assicurazioni sulla vita. Con EFAS, dobbiamo vincere contro la lobby della salute. L’EFAS sta applicando la stessa determinazione di voler smantellare i progressi sociali del secolo scorso – AVS, LAMal e protezione degli inquilini – al settore sanitario.

Quale la logica dietro EFAS ?

L’EFAS mette in discussione la logica dell’assicurazione sociale, che dovrebbe garantire una protezione universale agli assicurati, e la sostituisce con un razionamento delle cure per coloro che hanno solo un’assicurazione di base; tutto ciò accompagnato da un aumento dei profitti per i «grandi attori» del sistema (compagnie assicurative, cliniche, farmaceutica).

Con EFAS, quindi, i premi non si abbasseranno?

No, comporterà un aumento dei premi e dei contributi diretti degli assicurati. Anche «santésuisse» non ne fa mistero. Alcuni Cantoni hanno approfittato dei lavori parlamentari per scaricare le proprie responsabilità sul finanziamento delle cure. L’EFAS ridurrà i finanziamenti di oltre la metà per le cure ospedaliere e della metà in media per l’assistenza agli anziani (cure a domicilio e case per anziani). Un settore, quello degli anziani, caratterizzato da un crescente bisogno di finanziamento a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle malattie delle persone molto anziane.

Qual è l’impatto della chiave di ripartizione nazionale EFAS, che vedrà le casse malati finanziare il 73,1% dei costi sanitari totali rispetto al 26,9% dei Cantoni?

Con il pretesto della «semplificazione», l’EFAS darà alle casse malatti il controllo dell’intero sistema. I Cantoni rinunceranno alle loro responsabilità a favore delle casse malati, che diventeranno il principale interlocutore degli ospedali e degli istituti di cura. I Cantoni dovranno pagare non meno di 13 miliardi di franchi delle nostre imposte, oltre ai 38 miliardi di franchi di premi che le compagnie assicurative già gestiscono. Questo potere esorbitante degli assicuratori è il cuore del problema, data la loro opacità, i loro costi operativi e i loro continui conflitti di interesse.

Quindi non c’è nulla di buono da aspettarsi sia per il personale curante, sia per i pazienti ?

L’EFAS estenderà all’assistenza agli anziani la stessa logica finanziaria che sta facendo aumentare i premi, minando le condizioni di lavoro del personale sanitario e portando gli ospedali pubblici sull’orlo della bancarotta. L’attuale revisione della LAMal prosegue questa logica: la redditività al posto della qualità dell’assistenza agli anziani. La campagna contro l’EFAS è importante quanto quelle appena vinte per l’AVS e la LPP. Si tratta di solidarietà e dignità umana.

Yves Sancey con services Publics, ssp-vpod

EFAS: di che si tratta?

Il finanziamento uniforme dei servizi di assistenza (ambulatoriale e stazionaria), meglio noto con l’acronimo tedesco EFAS, è una delle maggiori riforme della LAMal previste negli ultimi anni.

Con l’EFAS, le casse malati dovranno gestire, oltre ai premi, anche il denaro dei contribuenti. I Cantoni invieranno agli assicuratori 13 miliardi di franchi di denaro dei contribuenti con i migliori saluti. Finora questi soldi venivano utilizzati per finanziare direttamente gli ospedali, ma ora saranno versati agli assicuratori, che finanzieranno il 73% di tutta la spesa sanitaria, mentre i Cantoni ne finanzieranno il 27%. Mentre la quota dei Cantoni per l’assistenza ospedaliera (qualsiasi trattamento che richieda ai pazienti di passare la notte in ospedale) scenderà dal 55% al 27%, la quota dei Cantoni per l’assistenza ambulatoriale salirà dallo 0% al 27%. L’obbligo per i Cantoni di contribuire a questi costi è l’argomento dei sostenitori dell’EFAS. Ciò significherebbe premi più bassi, meno costosi ricoveri ospedalieri e più interventi ambulatoriali. Ma è davvero così?

Con l’EFAS, così come è stata presentata al popolo, stiamo facendo una scommessa. Se lo slancio nel settore ambulatoriale sarà più forte a lungo termine, i Cantoni che attualmente partecipano pagheranno di più di quanto pagherebbero con lo status quo. La quota finanziata dalle imposte piuttosto che dai premi pro capite aumenterà quindi, il che è auspicabile. Ma se è vero il contrario, cioè se le cure di lunga durata crescono più delle cure acute nel lungo periodo, accadrà il contrario. I Cantoni verseranno al sistema sanitario meno di quanto fanno oggi, mentre ai contribuenti che pagano i premi verrà chiesto di pagare ancora di più. Per l’USS, dato l’invecchiamento della popolazione, ci sono buone ragioni per credere che sarà così.

ysa con ssp-vpod e USS

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