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Traffico regionale: la pace sociale ha un prezzo

Nel trasporto regionale di passeggeri, il Consiglio federale ha già deciso un risparmio del 7,8% per il periodo 2024-25 e intende ridurre la crescita delle spese dal 2% all'1,9% nel 2026-29. Foto: stazione degli autobus a Friburgo.

Lo scorso 18 giugno, il popolo ha tracciato la rotta per il futuro votando a favore della Legge sulla potezione del clima e sull’innovazione. La Confederazione è ora tenuta a fare tutto il possibile per rendere la Svizzera neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Uno dei compiti più importanti è quello di rendere i trasporti più sostenibili. In altre parole, la Confederazione deve investire di più nel trasporto pubblico.

Il fatto che i segnali della Confederazione vadano esattamente nella direzione opposta è completamente assurdo. Il progetto della consigliera federale Karin Keller-Sutter di tagliare i finanziamenti al trasporto regionale del 7,8%, ovvero di 92 milioni di franchi, è un clamoroso affronto. Come si può rendere il trasporto pubblico ancora meno attrattivo in tempi di cambiamento climatico? Come si può sabotare in questo modo la soluzione al problema del clima?

Per noi, come Sindacato del personale dei trasporti, questo annuncio e i piani di risparmio nel settore delle infrastrutture ferroviarie rappresentano un problema. I nostri colleghi e le nostre colleghe, che si adoperano per il trasporto sostenibile, sono già ora giunti al limite. Ovunque c’è carenza di manodopera qualificata. Le professioni nel settore dei trasporti pubblici devono essere rese più attrattive, vale a dire con migliori condizioni di lavoro e buoni salari. Per raggiungere questo obiettivo, la Confederazione deve creare le giuste condizioni quadro. Se i mezzi vengono tagliati, accadrà esattamente il contrario: si rischia infatti un peggioramento delle condizioni di lavoro. Le trattative salariali dell’autunno 2023 saranno dunque una grande sfida per noi, perché un aumento pari a zero sarà inaccettabile. Inaccettabile è anche la politica pensionistica della Confederazione: chi ha lavorato tutta la vita per la comunità dovrebbe essere ricompensato con una pensione dignitosa. Ma anche in questo caso la politica ha altre priorità. Si trovano i soldi per salvare le banche, ma si taglia pesantemente sulle pensioni. Almeno siamo riusciti a promuovere con successo un referendum contro la riforma della LPP.

Cos’altro possiamo fare contro questa politica sbagliata? Il 16 settembre scenderemo nelle strade per rivendicare aumenti salariali e il mantenimento del potere d’acquisto per i pensionati. Questo dovrà essere un segnaler forte contro la politica d’austerità della Confederazione. Il Consiglio federale deve capire che la pace sociale ha il suo prezzo!

Editoriale di Christian Fankhauser, vicepresidente SEV
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