Serie CCL, parte 5: prospettive
Il futuro sarà sociale, digitale e familiare
Conciliabilità di lavoro e famiglia, accompagnamento nella digitalizzazione e modelli di pensionamento per lavori gravosi e faticosi: queste sono le richieste del personale dei trasporti per i contratti collettivi di lavoro del futuro.
I contratti collettivi di lavoro offrono delle garanzie al personale, tuttavia sulla scia della pandemia di coronavirus le prospettive si sono offuscate e ci vorranno alcuni anni prima di ritornare al livello precedente. Un fatto sottolineato anche da Marjan Klatt, vice presidente della LPV: «Proprio in tempi di crisi, un CCL solido si dimostra letteralmente come un faro nella tempesta, che rappresenta una buona protezione delle condizioni di lavoro e di impiego in un’azienda e offre alle dipendenti e ai dipendenti interessati una sicurezza inestimabile».
Cosa si aspettano le sindacaliste e i sindacalisti dal prossimo futuro? Da un sondaggio effettuato presso le sottofederazioni emergono alcuni punti chiari di massima importanza. La sicurezza del posto di lavoro rimane fondamentale; sancito nel contratto sociale delle FFS, presso le imprese di trasporto private è una richiesta. Il presidente centrale VPT Gilbert D’Alessandro lo afferma chiaramente: «Abbiamo bisogno di una protezione estesa contro il licenziamento e di una reintegrazione attiva nell’azienda in caso di problemi di salute». Le sottofederazioni con professioni puramente ferroviarie mettono anch’esse l’accento su questo punto. Ralph Kessler della ZPV sottolinea: «Le professioni di monopolio hanno possibilità molto limitate di trovare un nuovo impiego sul mercato libero del lavoro». Hanspeter Eggenberger della RPV afferma chiaramente: «La protezione dal licenziamento per motivi economici non è negoziabile per il personale di manovra. Senza questo punto non esiste alcun CCL». Non sorprende che la Commissione giovani si focalizzi su altri punti. Köbi Rüegg afferma: «Mi aspetto che il CCL si adatti alla società che cambia, con modelli di lavoro flessibili e la promozione del lavoro a tempo parziale». La sua collega Nina Grimm, che rappresenta i giovani nel Comitato SEV aggiunge: «Le condizioni d’impiego devono rimanere attrattive, se vogliamo che i giovani prendano in considerazione la ferrovia».
Sindacaliste e sindacalisti sono unanimi nel far notare che lo sviluppo professionale gioca un ruolo centrale. Peter Käppler, presidente centrale della sottofederazione AS afferma: «Un punto importante è la conciliabilità di famiglia, formazione continua e carriera professionale. Questo include anche modelli a tempo parziale per collaboratori e dirigenti».
Il peso del lavoro e il pensionamento anticipato
Anche la fine della vita lavorativa costituisce un argomento importante. Jan Weber, presidente centrale della sottofederazione BAU, sottolinea: «È essenziale mantenere i modelli di pensionamento anticipato per i dipendenti con compiti particolarmente gravosi». Posizione condivisa da Ralph Kessler: «Ci aspettiamo il proseguimento dei modelli di pensionamento e del futuro ‹Priora› e ‹Valida›. Simili modelli devono essere creati anche in seno alle varie imprese di trasporto private». Il presidente centrale VPT Gilbert D’Alessandro concorda e aggiunge: «Chiediamo la creazione di un fondo finanziato in comune per il pensionamento anticipato a 60 o 62 anni come nel settore edile».
Il personale di FFS Cargo guarda con una certa preoccupazione al futuro. Anche il loro CCL è stato prorogato a causa della pandemia, ma solo fino al 2023; nel frattempo dovrebbe essere negoziato un CCL indipendente. Sandro Kälin, presidente centrale TS: «Con FFS Cargo ci troveremo confrontati con un compito molto difficile. Tuttavia è di fondamentale importanza negoziare con FFS Cargo un ottimo CCL con buone condizioni di lavoro oppure prolungare nuovamente il CCL attuale».
La ferrovia è ancora un mondo dominato dagli uomini. Tuttavia la delegata per le pari opportunità SEV Lucie Waser assegna alle FFS una buona pagella per quanto riguarda le condizioni quadro: «Il CCL FFS è esemplare in termini di diversità e inclusione». E fa notare anche un fatto di cui si parla raramente: «Le FFS incoraggiano l’impegno nel sindacato con le schede di congedo. Questo consente anche alle donne di impegnarsi politicamente, cosa che altrimenti non potrebbero permettersi né in termini di tempo né finanziariamente». Conclude ricordando la necessità di agire: «Occorre un cambiamento nella cultura del lavoro e un clima di lavoro positivo – la ’mascolinità tossica’ deve essere superata per il bene di tutti».
Peter Moor
20 anni di contratto collettivo di lavoro FFS: una serie della Direzione SEV
Il partenariato sociale rimane indispensabile
La pandemia di coronavirus ha cambiato il mondo del lavoro, in particolare ha accelerato la digitalizzazione. Indipendentemente da ciò, il partenariato sociale rimane indispensabile. Un fatto sul quale concordano numerosi studi, anche se gli adeguamenti al mutato mondo del lavoro sono inevitabili. Il fondo per la digitalizzazione delle FFS, creato di recente e gestito in modo paritetico dalle parti sociali, ha subito commissionato un rapporto sul tema «Mondo del lavoro del futuro». Gli autori della società di consulenza PwC dedicano un capitolo al partenariato sociale: «Le parti sociali si impegnano per condizioni di lavoro orientate al futuro e competitive nonché per mantenere l’idoneità al mercato del lavoro e quindi la sicurezza sociale di tutti i dipendenti. Fanno in modo di poter offrire il maggior numero possibile di posti di lavoro all’interno delle FFS e sono aperti a nuovi settori e forme di impiego (ad es. freelance, crowd worker)». È necessario creare le condizioni quadro adeguate nell’ambito del diritto del lavoro. Lo studio elenca quattro punti: modularizzazione del CCL; accesso garantito alla formazione e al perfezionamento professionale; approccio flessibile alle nuove forme di impiego ed estensione del partenariato sociale ai dipendenti esterni.