La guardia deve comunque rimanere alta: il clima non si è rasserenato
TPG: un accordo che va___applicato
La direzione dei TPG e i sindacati hanno trovato un’intesa. Le parti hanno firmato un accordo per migliorare le condizioni di lavoro assumendo 101 persone. L’accordo deve ora giungere a buon fine.
Conformemente al risultato della consultazione presso il personale sindacalizzato, il Fronte sindacale (composto da SEV, Transfair e ASIP) ha firmato un accordo il 16 aprile davanti alla Camera dei rapporti collettivi di lavoro (CRCT). L’accordo firmato anche dalla direzione TPG riguarda le condizioni di lavoro. «È la mobilitazione del personale che ha permesso di compiere progressi significativi, innanzitutto l’aumento del numero dei dipendenti», ha comunicato il fronte sindacale.
101 assunzioni
L’assunzione di 101 persone sarà effettuata su tre anni escluse le partenze naturali e l’aumento dell’offerta. Inizialmente, questo riguarderà gli effettivi dei conducenti, della pianificazione e di supporto» afferma Valérie Solano, segretaria sindacale del SEV. Il reclutamento dei dipendenti, che dovranno essere formati inizierà quest’anno. La firma di questo accordo, ottenuto dopo negoziati di un mese, pone fine al preavviso di sciopero del 21 marzo. L’altro preavviso di sciopero, quello dei conducenti della società di subappalto TPG - RATP Dev - è ancora sospeso dal momento che è stata coinvolta la CRCT.
Mancanza di effettivi
Sindacati e personale avevano denunciato da tempo le conseguenze della mancanza di personale sulla salute dei dipendenti. «Con queste assunzioni, dobbiamo migliorare le condizioni di lavoro e quindi ridurre i disagi per gli altri conducenti, definendo meglio il tempo di guida, i tempi al capolinea, l’ampiezza delle giornate di lavoro, la pianificazione, ecc.» spiega il fronte sindacale.
Con più personale, diventa possibile creare degli orari adeguati alla guida stressante nella città di Ginevra.
Le assunzioni dovrebbero anche consentire una migliore rotazione del personale volante che potranno essere a conoscenza degli orari per tutto l’anno e sapere se guideranno al mattino, al pomeriggio o alla sera. Finora non beneficiavano di orari fissi, che per di più venivano comunicati loro solo quattro giorni prima. «I TPG si impegnano anche a formare maggiore personale polivalente», ha aggiunto Valérie Solano.
Altri miglioramenti
Per quanto riguarda il futuro deposito «En Chardon», il personale del servizio tecnico è coinvolto nel processo di implementazione (numero e orario di lavoro). Per l’esercizio, il «laboratorio di sperimentazione» è abbandonato e le condizioni di lavoro saranno identiche agli altri depositi. A partire dal luglio 2018, i salari saranno indicizzati di + 0,5%.
Per quanto riguarda la partecipazione finanziaria all’assicurazione sanitaria, l’importo sarà incluso nel salario dal 1 ° gennaio 2019. L’accordo prevede anche progressi in materia di salute. Un medico del lavoro indipendente potrà intervenire sulla base di un mandato e presentare delle raccomandazioni.
Un accordo che deve essere ancora applicato
Valérie Solano invita a non lasciarsi andare a trionfalismi. «Restiamo cauti e aspettiamo di vedere come questo accordo si concretizzerà davvero». Infatti il clima tra la direzione e il personale non è per nulla rasserenato. Il fronte sindacale sarà «attento al rispetto di tutti gli elementi di questo accordo».
Una riunione è già in programma il 25 aprile per organizzare la fase successiva.
Yves Sancey
Secondo Vincent Leggiero, presidente della sezione SEV/TPG, l’accordo è buono dal momento che è stata ottenuta l’assunzione di personale chiesta da tempo per migliorare le condizioni di lavoro. Anche se ci è voluto più tempo del previsto. Questo accordo può essere solo l’inizio e occorre verificarne l’applicazione, affinché permetta davvero di ridurre il disagio dei conducenti e l’assenteismo. «Tra dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Se l’accordo sarà rispettato - osserva sempre Leggiero - non ci saranno problemi». «Ma la vita - continua - non è un lungo fiume tranquillo. I TPG dipendono molto dalla politica, che può determinare le nostre condizioni di lavoro». Non basta insomma un accordo, conclude Leggiero, per essere sereni.