Cento anni fa
I ferrovieri nel cuore dello sciopero generale
Un secolo fa, dal 12 al 14 novembre 1918, 250.000 persone (un quarto dei salariati) presero parte allo sciopero generale. Paralizzando il Paese, i ferrovieri svolsero un ruolo cruciale. Anche tranvieri, metalmeccanici, meccanici e orologiai furono molto coinvolti. Lo storico Adrian Zimmermann ripercorre questo importante evento della storia svizzera che ha fissato l’agenda sindacale del XX secolo.
Perché ci fu questo sciopero generale?
Adrian Zimmermann: Innanzitutto per cause profondamente radicate, economiche e sociali, legate alla Prima guerra mondiale che ebbero conseguenze in Svizzera. A causa dell’inflazione, il prezzo dei beni di prima necessità (cibo, energia) fu più che raddoppiato in quattro anni. Questo aumento dei prezzi creò tutta una serie di movimenti - dal personale federale al personale delle imprese concessionarie - per compensare l’inflazione attraverso indennità o aumenti salariali. Tra il 1917 e il 1919, assistemmo alla seconda più grande ondata di scioperi mai vissuta in Svizzera, anche nelle compagnie private di trasporto.Ci sono state cause più immediate ...
Ciò che scatenò lo sciopero generale fu la provocazione dell’occupazione militare del 7 novembre a Zurigo e Berna, che portò prima a uno sciopero di protesta il 9 novembre. A Zurigo, lo sciopero proseguì nei due giorni successivi, seguito anche dai ferrovieri di Zurigo. Il Consiglio federale rifiutando di fare marcia indietro, spinse il comitato di Olten a lanciare il 10 novembre una chiamata allo sciopero generale per il 12 novembre. Prima ci furono le truppe e dopo lo sciopero. E non il contrario !
E ci troviamo in un contesto internazionale particolare.
In effetti, la guerra finì l’11 novembre. In Germania e Austria-Ungheria la rivoluzione iniziò con ammutinamenti di marinai e soldati alla fine di ottobre. Nei giorni dello sciopero generale in Svizzera, le due monarchie nei due paesi vicini crollarono. A Berlino la Repubblica venne dichiarata il 9 novembre e a Vienna il 12 novembre. Nella Svizzera francese la stampa era più orientata verso la Francia che celebrava l’armistizio; ciò non impedì un’importante partecipazione romanda allo sciopero generale, sebbene fu a lungo sottovalutata dagli storici. Detto questo, l’arrivo a Losanna del bernese August Huggler, segretario della ZPV, fu decisivo per lo sciopero. Avendo partecipato allo sciopero generale a Ginevra nel 1902, fu in grado di convincere i suoi colleghi.
Quale è stato il ruolo dei ferrovieri nello sciopero?
Affinché lo sciopero generale fosse visibile, la partecipazione dei ferrovieri fu decisiva. Se lo sciopero si sentì anche nei villaggi più remoti, fu perché per tre giorni non ci furono quasi treni in circolazione. A livello organizzativo, lo sciopero fu un successo. Per il generale Ulrich Wille, che mobilitò 100.000 soldati, fu molto importante - simbolicamente - che alcuni treni circolassero grazie all’aiuto dei crumiri. Questo è il motivo per cui esistono le fotografie di barricate sui binari per bloccare i pochi treni ancora in movimento (foto). Ad esempio a Bienne, in una foto abbastanza conosciuta, dove vediamo la folla che blocca i binari , lo sciopero avrebbe potuto degenerare l’ultimo giorno. I soldati spararono sulla folla, senza uccidere, e furono disarmati dai ferrovieri.
Che legame vede tra lo sciopero generale e la creazione del SEV, pochi mesi dopo?
Il percorso verso un’organizzazione più unitaria dei ferrovieri non prese forma solo durante i tre giorni dello sciopero generale, ma in un movimento più generale che svolgerà un ruolo di accelerazione. I ferrovieri si unirono all’USS, non senza qualche resistenza, e rafforzarono la loro volontà di creare un sindacato comune. Il prestigio di Emil Düby, uno dei leader dello sciopero generale - che sarà il primo segretario generale del SEV – ebbe pure un ruolo.
Con la creazione il 4 febbraio 1918 del Comitato Olten, che riuniva la direzione dei sindacati più importanti - tra cui i ferrovieri - e la direzione del Partito socialista, il movimento venne lanciato. Ad aprile, il personale della Confederazione e i ferrovieri aderirono al movimento di protesta contro l’aumento del 25% del prezzo del latte. A luglio, nacque anche un movimento per un maggiore rincaro. Ad ogni occasione il Comitato Olten non esitò a brandire la minaccia di uno sciopero generale e i ferrovieri mostrarono chiaramente la loro solidarietà con i funzionari.
Il coinvolgimento dei ferrovieri fece riflettere la destra?
In effetti Ernst Laur, leader dei contadini, suggerì in seguito al Consiglio federale di avere più camion dell’esercito per sostituire le ferrovie. Le guardie civiche, formazioni paramilitari che si formarono in questo contesto, reclutarono anche persone in grado di guidare un treno. E nel 1927, la legge sui funzionari pubblici – che approvata importanti progressi sociali - introdusse anche il divieto di scioperare. Chiaramente una tardiva vendetta da parte delle autorità per il ruolo dei ferrovieri nello sciopero.
Quale repressione colpì i ferrovieri?
Durante lo sciopero, il Consiglio federale sottopose i ferrovieri alla disciplina militare. Il rifiuto di lavorare equivaleva a un rifiuto di servire. La magistratura militare avviò indagini contro 3504 persone, incriminato 223 persone e condannato 127 – affinché servissero di esempio - tra cui 100 ferrovieri, per un totale di 10,5 anni di carcere e multe. Molti procedimenti disciplinari anche all’interno delle FFS. D’altra parte, i leader sindacali - tra cui Emil Düby e Harald Woker, avvocato e futuro presidente del SEV - furono assolti nel corso del processo contro una parte del Comitato Olten e dei loro sostenitori. Quattro leader socialisti, Robert Grimm, Friedrich Schneider, Fritz Platten e Ernst Nobs furono condannati a pene detentive. Ma in questo processo, che ebbe luogo dal 12 marzo al 9 aprile 1919, furono gli imputati a vincere perché poterono ridicolizzare le accuse.
Quale posto occupa questo sciopero nella memoria dei ferrovieri ?
La relazione con lo sciopero generale cambiò nel tempo. A differenza degli anni precedenti il 1918, il periodo intorno alla Seconda guerra mondiale fu caratterizzato da un compromesso tra il movimento operaio e la borghesia. Nel 1943 Ernst Nobs, che criticò aspramente la sospensione dello sciopero nel 1918, divenne il primo consigliere federale socialista. Nei due decenni successivi dopo il 1945, lo sciopero generale fu quindi visto come una traccia di un’epoca passata e fu raramente menzionato nelle pubblicazioni dei sindacati. Il cinquantesimo anniversario dello sciopero generale del 1968 vide un rinnovato interesse con varie pubblicazioni.
E oggi?
Con la fine «des Trente glorieuses» e l’arrivo del neoliberismo alla fine degli anni ’80, lo sguardo cambia di nuovo. Dagli anni ’90, il ricorso agli scioperi fu seriamente discusso dai ferrovieri. Negli ultimi anni, il SEV ha vissuto un certo numero di scioperi (Officine, TPG e NLM). Questa modalità di azione ritrova quindi nel SEV tutto il suo posto. Questo centenario, che sarà celebrato dai sindacati sabato 10 novembre a Olten, è un’occasione per commemorare la storia ma anche per interrogarsi sull’attualità.
Mentre le ore di lavoro legali furono ridotte a 59 ore solo nel 1914, il Parlamento rivide la legge sulle fabbriche nel giugno 1919 per fissare un orario di lavoro standard di 48 ore. La riduzione del tempo di lavoro di 11 ore settimanali in un colpo solo dopo lo sciopero generale, apre delle prospettive nell’era della digitalizzazione!
BIO EXPRESS
Adrian Zimmermann è storico esperto in relazioni del lavoro e movimenti sociali. E’ l’autore della pubblicazione del SEV (1970-2010). Pubblicherà in novembre un libro con Jean-Claude Rennwald « La Grève générale de 1918 en Suisse» (Alphil)..
Breve cronologia dello sciopero (1918)
7 novembre: Le truppe dell’esercito svizzero invadono Zurigo.
9 novembre: Sciopero di protesta
10 novembre: A Zurigo, l’Unione operaia continua lo sciopero. Scontri tra manifestanti e soldati. Il Comitato di Olten lancia l’appello allo sciopero generale per il 12 novembre.
12 novembre: Inizia lo sciopero generale. Il paese è paralizzato..
13 novembre: Ultimatum del Consiglio federale. L’esercito potrebbe avere l’ordine di sparare sugli scioperanti.
14 novembre: :Il Comitato di Olten accetta l’ultimatum per paura di un bagno di sangue: «la classe lavoratrice ha ceduto di fronte alle baionette, ma non è sconfitta». L’esercito uccide tre giovani orologiai a Grenchen..
15 novembre : Ripresa del lavoro.
Comitato di Olten: le 9 rivendicazioni
1. Rinnovo immediato del Consiglio nazionale secondo il sistema di rappresentanza proporzionale. Le prime elezioni proporzionali si sono svolte nel 1919 (anziché nel 1920).
2. Diritto di voto e di eleggibilità per le donne. A livello nazionale, sarà necessario attendere fino al 1971 e 1990 per Appenzello interno (su decisione di TF).
3. Introduzione del diritto al lavoro per tutti: non ottenuto.
4. Introduzione della settimana di 48 ore, in tutte le aziende . Fu introdotta nel giugno 1919 nella legge sulle fabbriche e nel 1920 nei trasporti pubblici.
5. Organizzazione di un esercito essenzialmente popolare: non ottenuto.
6. Misure per garantire l’approvvigionamento. Dal 1938, istituzione di un apparato statale per l’economia di guerra (Plan Wahlen, razionamento).
7. Assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti L’AVS è stata introdotta nel 1947.
8. Monopolio statale per le importazioni e le esportazioni. Idem mesura 6 (economia do guerra, 1939-45).
9. Pagamento dei debiti pubblici da parte dei proprietari: non ottenuto.
ysa