Rinviata da giugno a fine agosto, la piattaforma di discussione non ha comunque portato alcun progresso
Officine: marcia sul posto
Le promettenti riunioni dei mesi di maggio e giugno avevano lasciato intravvedere progressi sul fronte della stabilità occupazionale, che la recente riunione non ha però permesso di consolidare.
Le aspettative nei confronti della riunione di piattaforma convocata dal mediatore, l’avvocato urano Franz Steinegger, erano molto alte, almeno da parte dei rappresentanti del personale, commissione del personale e sindacati. Tanto più che le richieste presentate erano condivise anche dal governo cantonale, che ha tenuto ad essere presente alla riunione con i due Consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali. L’annuncio della loro partecipazione aveva indotto le FFS a chiedere un rinvio della riunione per potersi preparare al meglio. Le premesse per una riunione concreta e costruttiva sembravano quindi esserci tutte. Ciò nonostante, le aspettative sono andate disattese. La riunione non ha infatti permesso di fare alcun ulteriore passo avanti, dopo la conclusione della moratoria nei confronti delle ristrutturazioni e sull’effettivo del personale sancita in maggio e la conferma dell’incarico di risanamento delle casse dei treni Flirt giunta in giugno.
Carichi di lavoro insufficienti
Quest’ultimo incarico era stato accolto molto favorevolmente per le competenze richieste, ma la sua portata non risulta sufficiente per compensare il calo di ordinazioni da parte di FFS Cargo, che negli ultimi mesi ha dirottato altrove commesse anche importanti. I volumi di lavoro previsti per i prossimi anni, oltre che risultare molto distanti da quelli promessi al momento della sottoscrizione dell’accordo sul centro di competenze, risultano insufficienti anche per mantenere l’attuale livello occupazionale e vi è quindi ragione di temere nuovi provvedimenti che solo la moratoria di maggio permette al momento attuale di evitare. Questa moratoria non era però stata sottoscritta come fine a sé stessa, ma per preservare le strutture produttive in un periodo da utilizzare per trovare nuovi incarichi che però, ad oggi, non è stato possibile definire. Nemmeno l’ordinazione di revisione delle locomotive 620, comunicata con molta enfasi l’indomani della Piattaforma, cambia questi dati, poiché le ore di lavoro erano già contemplate dai piani delle Officine. Il problema resta quindi sul tavolo della Piattaforma che è stata riconvocata per il 30 settembre. Se nemmeno questa riunione dovesse permettere di appianare le divergenze, il mediatore ha già indicato una seconda data, con la sua presenza, il 4 novembre.
Grazie Gianni!
La riunione del 30 agosto ha avuto anche una connotazione particolare, dato che coincideva con il passaggio alla pensione di Gianni Frizzo, presidente della CoPe e leader storico di tutto il movimento delle Officine. Frizzo rimarrà tuttavia alla guida della delegazione del personale che partecipa alla Piattaforma. L’assemblea del personale, indetta il 1. settembre, gli ha riservato una «standing ovation», sentita quanto meritata per tutto quanto Frizzo ha saputo fare nei suoi 38 anni di servizio e oltre 30 anni nei vari organi di rappresentanza del personale.
A succedergli alla presidenza, la CoPe ha designato l’attuale vicepresidente Ivan Cozzaglio, che a sua volta sarà sostituito come vice da Mauro Beretta. La CoPe è completata da Giancarlo Penone, Fiore Raso e Manuele Dell’Era.
Pietro Gianolli