Assemblea della Regione Centro ZPV ad Airolo. Il personale treno conferma la propria forza
Dal Gottardo appello all’unità
Depositi gottardisti del personale treno uniti non solo per difendere una precisa categoria, ma tutte le professioni che hanno permesso alla ferrovia di essere oggi quella che è. Una ferrovia che ricompensa l’impegno di chi lavora con un programma di tagli.
È partita dal Gottardo, luogo simbolo della Svizzera, la resistenza del personale treno anche a nome di tutti i colleghi e di tutte le colleghe che lavorano presso le FFS. Azienda che con il programma RailFit 20/30 attacca non solo i posti di lavoro, ma anche importanti conquiste sociali. Lo hanno ribadito mercoledì 16 novembre ad Airolo i vertici della ZPV, per bocca del presidente centrale Andreas Menet, e del SEV rappresentato dal presidente Giorgio Tuti. A fare gli onori di casa il vicepresidente della ZPV Pascal Fiscalini e il presidente della ZPV Ticino Marco Belloli, che nel suo saluto di benvenuto è andato alla radice dei problemi: «Purtroppo fintanto che certi dirigenti – che non conoscono la nostra realtà professionale – daranno sfogo alla loro creatività con nuove disposizioni e una gestione del personale approssimativa, i problemi resteranno. Senza contare la scarsa considerazione verso il proprio personale, su cui si scaricano tutte le problematiche legate all’introduzione frettolosa di nuovi programmi informatici. Ne vedremo ancora delle belle». Belloli è perfettamente consapevole della criticità dell’attuale situazione: «Sicuramente anche per il SEV l’anno che sta per concludersi è stato costellato da battaglie sul piano sindacale e politico. E anche nel 2017 – osserva Belloli – il SEV sarà confrontato con enormi sfide. Dobbiamo rispondere con determinazione a chi ci considera mere pedine nel cinico gioco dei tagli. Di mezzo non c’è solo il lavoro, ma anche la nostra vita». Parlando del lavoro quotidiano, Andreas Menet ha brevemente ricordato cosa bolle in pentola per la ZPV: dall’accompagnamento dei treni alle BAR, dalla digitalizzazione a SOPRE (cfr. anche pagina 5) che causa molti grattacapi al personale treno, tanto che la sezione di Lucerna ha consegnato direttamente nelle mani di Giorgio Tuti una risoluzione che chiede un’intervento diretto del SEV. Thomas Walther, presidente CoPe PT, ha confermato tali difficoltà. Molti dei presenti – circa una settantina – hanno espresso le loro preoccupazioni di fronte a scenari di cambiamento che hanno un impatto diretto sul loro lavoro. «Il treno era la nostra casa – ha sottolineato Belloli – e ora le nostre competenze e la nostra professionalità sembrano non contare più».
Françoise Gehring
Giorgio Tuti: La liberalizzazione, ovvero un rullo compressore
La liberalizzazione, che ha cominciato a svilupparsi negli anni Novanta, è davvero un treno in corsa che non accenna a fermarsi. Lo ha spiegato molto bene il presidente del SEV Giorgio Tuti presente alla giornata della ZPV ad Airolo. La liberalizzazione, dicevamo, è partita da lontano ma da subito il SEV ne ha denunciato le insidie. «Liberalizzazione significa sostanzialmente aprire i mercati e metterli a disposizione di diversi operatori. Detto in parole povere – ha puntualizzato Tuti – significa concorrenza fra le aziende, le quali ribaltano sulle condizioni di lavoro dei propri dipendenti il prezzo della competitività». Ciò si traduce inevitabilmente nell’aumento delle pressioni, che hanno l’effetto di un rullo compressore. L’ideologia neoliberista si insinua anche all’interno dell’Ufficio federale dei trasporti, basti soffermarsi sulla sua Strategia 2030. «Nessuno guarda indietro per capire davvero quali sono state le conseguenze di questa scelta. Ve lo dico io: non c’è stata nessuna diminuzione dei prezzi ma sono peggiorate le condizioni di lavoro. Non è possibile aprire il mercato alla concorrenza senza definire delle condizioni quadro. Su questo saremo determinati». E la lotta contro la liberalizzazione sarà svolta anche a livello dell’ETF.
frg
I tanti nodi al pettine
«In Ticino da tempo il personale del treno lavora in condizioni di sotto effettivo di personale. La pazienza del personale – che ha sempre garantito la massima professionalità – è stata messa a dura prova dai continui ritardi e dalle lacune nel materiale rotabile». Non usa mezzi termini il sindacalista del SEV Angelo Stroppini, che si esprime anche sulla decisione di non più accompagnare i treni sulla vecchia linea del Gottardo. «Le FFS non intendono fare un passo indietro. Eppure – tuona Stroppini – in gioco c’è la sicurezza e il servizio alla clientela! Il mancato accompagnamento rispecchia una strategia azzardata per una linea vecchia di oltre 100 anni. Il personale del treno è il garante della sicurezza: è infatti adeguatamente formato per tutte le situazioni di emergenza. In caso di evacuazione in galleria e in caso di incendio, il personale rappresenta un reale supporto alla clientela». Fino al termine della concessione, ossia il 31.12.2017, la vecchia linea del Gottardo è attribuita alle FFS e al traffico a lunga percorrenza. Questi treni, contrariamente a quelli del traffico regionale, sono accompagnati dal personale treno. Ma già dal cambio d’orario del 2016, i treni non saranno più scortati.
Il personale del treno non pensa solo alla propria categoria professionale, ma anche alle altre. Esprime pertanto la propria contrarietà al programma RailFit 20/30 che prevede la soppressione di 1400 posti di lavoro. Tagli che le FFS intendono attuare in altri comparti dell’azienda e che avranno un’incidenza sulla qualità del servizio. Peggioramenti nel servizio alla clientela sono prevedibili ad esempio con la riduzione dei posti di lavoro nella vendita, dove sempre più spesso la clientela viene invitata a servirsi dei distributori automatici di biglietti o dei canali elettronici. Ma non è tutto. Sul fronte della sicurezza, da anni il SEV denuncia un allentamento dei controlli sistematici e capillari per i treni merci in transito nel nostro Paese. «Tagliare ulteriori posti di lavoro – conclude Stroppini – potrebbe rivelarsi fatale. Tanto nella sicurezza quanto nel servizio alla clientela, la dimensione umana resta centrale e fondamentale».
frg