colpi di diritto
Informazioni sulla meritata pensione
Ernesto è un tipo che non lascia nulla al caso. All’inizio del suo ultimo anno di lavoro contatta quindi la cassa pensioni per chiedere un calcolo della rendita in vista del suo pensionamento ordinario. I mesi passano in fretta e arriva così la meritata pensione, che però porta un’amara sorpresa: la rendita è inferiore a quanto prospettato dal calcolo precedente.
Ernesto chiede spiegazioni e viene a sapere che, nel novembre dell’anno precedente, la cassa pensioni ha comunicato un abbassamento del tasso di conversione per fine anno. Dato che il suo pensionamento è avvenuto dopo questa data, la rendita viene calcolata sulla base del nuovo tasso di conversione e risulta quindi più bassa. Dalle spiegazioni, viene anche a sapere che la cassa pensioni ha avvisato tempestivamente il datore di lavoro, che però non ha trasmesso l’informazione. E adesso?
In linea di principio, la responsabilità della propria situazione previdenziale incombe alla lavoratrice o al lavoratore, ai quali spetta quindi il compito di informarsi per tempo. Normalmente, essi dovrebbero ricevere una volta all’anno un certificato di assicurazione, sul quale figurano le prestazioni che prevedibilmente spettano loro, rispettivamente una proiezione delle stesse in più date possibili di passaggio alla pensione. Questo certificato viene inviato direttamente al lavoratore o alla lavoratrice, senza che il datore di lavoro ne abbia visione.
Gli obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro ha però a sua volta l’obbligo legale di trasmettere ai propri dipendenti le informazioni relative alla loro situazione previdenziale. In genere, il datore di lavoro rimanda al regolamento dell’istituto di previdenza, che contiene tutte le informazioni necessarie, ma deve anche curarsi di rispondere a eventuali domande postegli dai dipendenti.
Per farlo, il datore di lavoro dipende evidentemente a sua volta dalle informazioni dell’istituto di previdenza. Si tratta di un ambito abbastanza delicato in quanto, nei confronti del datore di lavoro stesso, si può porre il problema della protezione dei dati. Qualora però il datore di lavoro si rivelasse troppo reticente nel fornire informazioni, il o la dipendente può insistere e chiedergli di informarsi su possibili cambiamenti nelle condizioni previdenziali presso l’istituto di previdenza e di trasmettere le informazioni ricevute.
Il datore di lavoro deve poi informare il più velocemente possibile su eventuali difficoltà finanziarie dell’istituto di previdenza o su cambiamenti del livello delle prestazioni prospettate. In questi casi, il datore di lavoro non può limitarsi a reagire a eventuali richieste. Per contro, non vi è una forma prescritta: l’informazione può avvenire anche verbalmente, a patto che sia chiara e precisa. Nel caso, può anche essere sufficiente rimandare all’istituto di previdenza.
Informazioni errate, incomplete o mancanti possono portare ad una richiesta di rimborso dei danni al datore di lavoro stesso. Nella maggior parte dei casi, queste richieste derivano dal diritto del lavoratore o della lavoratrice di fissare la data del proprio passaggio alla pensione. Se quest’ultimo/a si ritrova ad aver fissato una data che, a seguito dell’informazione lacunosa del datore di lavoro, gli procura una sensibile riduzione della rendita, può farsi avanti affinché sia il datore di lavoro a farsi carico del danno.
In conclusione, ci si può chiedere perché l’istituto di previdenza non abbia informato direttamente Ernesto e perché nemmeno il datore di lavoro abbia pensato di agire in tal senso. Bisogna però anche chiedersi cosa avrebbe dovuto sapere Ernesto, che pure ha una responsabilità personale. Regolamento di previdenza, certificato annuale e sito internet dell’istituto di previdenza possono essere valide fonti di informazione e anche l’assicurato deve fare in modo di procurarsi le conoscenze che lo riguardano. Il nostro esempio dimostra l’importanza di approfondire la propria situazione pensionistica, aggiornando costantemente le proprie conoscenze, proprio per non lasciare nulla al caso.
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