Cuoche della squadra
La fine di un’epoca alle FFS
L’ultima squadra delle cuoche si è fermata alla fine del 2020 dopo più di 100 anni di attività. Una mobilitazione sindacale aveva permesso di prolungare di dieci anni la vita dei vagoni refettorio. Una grande tristezza per coloro che hanno vissuto questa bella avventura umana.
«Tra i nostri ex membri del gruppo che hanno lavorato per più di 40 anni nel settore, ce n’erano parecchi che avevano le lacrime agli occhi a Delémont, quando sono venuti in gennaio a caricare il vagone cucina su un camion verso la rottamazione» spiega con emozione Thierry Burnier, macchinista B100 del team CVM di Losanna. «Lavoro alle FFS da 33 anni e ho vissuto questa esperienza. Avevamo il nostro vagone ristorante. Stavamo tutti insieme. È un’epoca che non c’è più, una perdita enorme».
La professione era nomade, ma creava dei legami, poiché la cuoca aveva il «suo vagone» e la «sua squadra» che seguiva da un cantiere all’altro. «Ho ricordi meravigliosi dei miei 28 anni trascorsi alle FFS. I dipendenti venivano a confidarsi l’un l’altro. Abbiamo riso! La pausa per mangiare significava stare un’ora al caldo. Con un menu caldo. Ora cosa hanno?» si chiede Violette Wicky, 76 anni, cuoca della squadra per 28 anni fino alla fine del 2006. La rabbia è ancora forte per questa brutale interruzione «Non devo pensarci perché mi farà arrabbiare! Questa fine mi sta logorando. Francamente, è disgustoso. Non lo sopporto», aggiunge. «Eravamo davvero una famiglia. Andavamo molto d’accordo», confida Silvia Thomet, cuoca della squadra a Delémont. «Pensare che alcune persone ritengono che una mela e un Balisto siano sufficienti per una notte...». A 53 anni, dopo 30 anni di cucina, non era sufficientemente in là con gli anni per andare in pensione. Per restare alle dipendenze delle FFS ha così fatto una nuova formazione.
Il personale dei binari lavora duramente all’aperto con qualsiasi tempo e temperatura. Una sala da pranzo riscaldata con tavoli e sedie, decorata con tende alle finestre. Era un po’ come tornare a casa. Con il buon odore di un pasto equilibrato preparato da un cuoco mobile che si occupava della spesa, della cottura, del servizio, del lavaggio, della pulizia e dei conti. Questo è ciò che si trovava in quei vagoni ristorante sul binario di raccordo, che sapeva scaldare cuori e stomaci. «Ciò che mi colpisce di più è l’atmosfera familiare. Il cameratismo, l’atmosfera bonaria» spiega Isabelle Locher, cuoca della squadra per 35 anni. È andata in pensione anticipata il 1° dicembre. «Nel corso degli anni – spiega sorridendo – il mio status è cambiato, da fidanzata a sorella maggiore, a mamma».
Le cuoche mobili avevano fatto la loro apparizione per la prima volta durante la prima guerra mondiale, in un periodo in cui il cibo era razionato. Erano 120 nel 1985 e 51 nel 2007. Con i programmi di ristrutturazione, i binari in esubero sono scomparsi in nome della razionalizzazione. I vertici delle FFS pensavano che sarebbero bastati dei moderni container spostati da camion, attrezzati di microonde. Le trasformazioni del lavoro hanno accorciato le pause perché il volume è aumentato, mentre gli intervalli nei lavori notturni sono diventati sempre più brevi. La nuova generazione preferiva il proprio picnic piuttosto che pagare 10 franchi per i pasti caldi, tra cui zuppa, sempre una bibita, dolce e caffè. In due occasioni, le FFS hanno voluto smantellare questi vecchi vagoni con le loro cuoche. Nel 1998, hanno marciato davanti alla direzione. Nel 2010, una petizione con mille firme ha chiesto una moratoria di dieci anni. Ma questa volta, la madre di Benedikt Weibel non ha potuto impedire la fine delle cuoche che si spostavano lungo i binari. Nella prefazione di un libro di ricette delle cuoche FFS pubblicato nel 2005, l’ex direttore FFS ricorda che nel 1998 aveva ascoltato sua madre, lei stessa cuoca sui vagoni. Non si è mai pentito di avere salvaguardato le cuoche perché «fanno parte delle FFS e sono importanti per l’azienda». Una pagina di storia si è però chiusa, ma la questione della pausa pranzo sui binari resta di attualità.
Yves Sancey
Commenti
Esaria 11/03/2021 16:53:18
...'n (k)alten Kaffee wird sie tun!! Oder nicht mal das! Schickt die grossen Nieten aus der Teppichetage nächtelang nach draussen, vielleicht kommen sie morgens mit geläuterten Ansichten zurück! UND: M i n d e s t e n s eine der Rottenküchen gehört erhalten, ist ein Stück Eisenbahnkultur. Ds SBBes waren schon immer geschickt darin, Loks und Wagen ''verschwinden'' zu lassen, andere Firmen begehen die Verabschiedung der Lebensplattformen ihrer Mitarbeiter würdevoll und stellen sie Liebhabern, Historikern zwecks Erwerb zur Verfügung. Geniesst das Leben trotz Widrigkeiten, herzliche Grüsse, Esaria, ex Isebahneri ;-)
Gio 11/03/2021 17:58:06
Le cuoche erano un punto di riferimento della squadra,ci si sentiva una vera famiglia non una squadra,un posto dove potersi confrontare con tutti problemi lavorativi e familiari,e dove si poteva passare anche momenti in allegria. Grazie a tutte le cuoche
Andrea-Ursula Leuzinger 12/03/2021 09:01:03
Ein weiteres Stück Eisenbahn-Ära geht zu Ende, ist zu Ende gegangen. Wieviele mal habe ich auch im Rotten-Wagen eine Malzeit einnehmen dürfen bei Einsätzen als Lokführerin auf den Bauzügen. Es war immer familiär und gemütlich. Das Essen war immer währschaft, vorzüglich und frisch gekocht. Vor allem in den Wintermonaten war es der Ort um sich in einem geheizten Wagen bei warmen Essen aufwärmen zu können. Es war immer lustig die Baurotten-Extrazüge zu beobachten, gezogen von einem kleinen Schienentraktor Tm II später Tm III oder Tm IV mit Rotten-Wagen, Werkzeugwagen und weiteren Materialwagen. So hatten sich die Gleisbau-Rotten von Baustelle-Ort zu Baustelle-Ort verschoben. Es brauchte mindestens ein Wasseranschluss und Stromanschluss. Bei grösseren Gleisbau-Arbeiten mit grossen Baumaschinen brauchte es auch grössere Triebfahrzeuge welche früher nur vom Strecken-Lokpersonal besetzt waren und fahren durften. Es kamen zu meiner Zeit in den 80/90er Jahren von Em 3/3, Bm 4/4, Bm 6/6 und ab und zu auch Am 6/6 zum Einsatz. Heute sind es neuere Typen. Meine Einsätze auf solchen Bauzügen waren für mich immer, trotz mehrheitlicher Nachtarbeit, immer schön. Das "Familiäre" der Baugruppen hat mich immer begeistert. Schöne Erinnerungen für mich, die ich gerne der Nachgeneration erzähle. In der heutigen Zeit von der mehrheitlichen "Auslagerung" vom Bahnunterhalt kommt es nicht mehr zu solchen Gemeinschaften mit einem sehr schönen "Zusammenhalt".
Marletaz 23/03/2021 16:46:13
Je trouve vraiment dommage que tous ces wagons cuisine ferment
J ai passer des moments magiques autant culinairement que humainement
Je souhaite tous de bonne chose à nos cuisinière
Hugo 28/06/2021 01:17:54
Als ich bei den SBB angefangen habe, hatten wir noch einen Rottenwagen…. Eine ganz tolle Rottenköchin…. Luise Rieder…. Was diese Frau immer hergezaubert hat…. Diese Zeiten kann man nicht vergessen…. Wir auf dem Gleisbau waren so froh…. Gerade in kalten Zeiten, eine warme, kräftigende Speise zu bekommen….. heute aber…… Auf der Baustelle im Staub essen …..
Michael 21/05/2024 17:26:09
Schade dass jetzt auch diese ära bei den SBB zu Ende geht... Ich erinnere mich noch gut ich durfte meinen Vater früher als kleiner Bub in den 90zigern oft auf die Nachtschichten begleiten da er Lokführer auf Bauzügen war und für mich was es immer ein Highlight wenn in der Nacht dann pause war und mich mein Vater mitgenommen hat in den Rottenwagen zu den anderen Arbeitern... und so oft durfte ich mit essen für mich als Kind war es das grösste :)
da kommen mir wirklich die Tränen ist diese zeit nun zu ende :'(