100 nuovi membri grazie a Max Hodel
Basta volerlo!
È la ricetta di colui che ha conseguito un record al SEV, lavora quale capoteam alle officine di Olten ed è presidente della regione TS Nord-westscheiz
“Naturalmente si deve anche conoscere bene gli argomenti” (SEV, CCL, FFS) e avere qualche infarinatura di psicologia -spiega Max Hodel- che illustra i vantaggi dell’appartenenza al SEV ad ogni nuovo collaboratore del suo settore. “È il mio campo d’azione!” Degli altri settori si occupano i rispettivi fiduciari.
Il principale argomento fatto valere da Max è che il SEV ha bisogno di molti membri, per potersi impegnare per salvaguardare buone condizioni di lavoro e di impiego. “L’attuale buon livello è da ascrivere in primo luogo al SEV.” Hodel illustra anche i vantaggi della protezione giuridica professionale: “Presso altre assicurazioni costa dai 230 ai 280 franchi e i suoi rappresentanti non sono sempre presenti sul posto di lavoro!” Quasi fosse un contabile, Hodel calcola che parte della quota annua dei membri SEV, attualmente di fr. 320 (per la sottofederazione TS) può venir recuperata grazie agli sconti che offrono certe ditte e con i buoni vacanza per i membri SEV.
“Adesioni spontanee, per convinzione sindacale, sono purtroppo rare oggigiorno -si rammarica Max Hodel- Molti considerano il SEV alla stregua di un’assicurazione e altri che non si sindacalizzano credono di aver diritto all’assistenza del sindacato, solo perché pagano il contributo per il CCL. A volte gli si deve dire che possono rivolgersi al presidente dei non organizzati!” Max deve comunque anche accettare che vi sia anche chi è decisamente contrario al sindacato.
Reclutare per una buona causa
“Tu sei la prova vivente che reclutare nuovi membri non soltanto è possibile, ma è pure gratificante”, gli dice il presidente del SEV Giorgio Tuti nella caffetteria delle officine, prima di consegnargli il buono per il Brenscino, ben meritato. “Effettivamente fa piacere costatare che un collega diventa uno dei nostri -conferma Hodel- perché il sindacato è una buona cosa!”
Ma il SEV non può fare nulla, quando non si rispettano chiare disposizioni, come l’obbligo di portare gli occhiali di protezione o il divieto di fumare. Può assistere il colpevole al colloquio sugli obiettivi, ma non certo evitarlo. Susciterebbe false speranze.
Dopo il caffè, Hodel e Tuti si recano al suo posto di lavoro, una carrozza non climatizzata, per la foto di rito. E Max mostra al Presidente anche il suo ufficio, dove elabora il piano di lavoro per i “suoi” 25 collaboratori e fissa le scadenze. Ogni giorno si tengono riunioni di gruppo e il lunedì si pianifica il lavoro della settimana, anche per via delle assenze. Il CCL permette flessibilità, ma le prestazioni devono essere effettuate e da questo profilo il gruppo quest’anno può essere soddisfatto, dato che gli obiettivi sono stati raggiunti, nonostante siano stati modificati due volte.
Il gruppo esegue riparazioni e revisione alle carrozze, comprese le conseguenze di atti vandalici, che purtroppo non diminuiscono, causando alti costi che si ripercuotono sul prezzo dei biglietti. Poi arrivano richieste di modifiche, come quella attuale per il sistema che permette al treno di uscire da una galleria, anche se viene tirato il freno d’emergenza. Hodel spera che le ordinazioni continuino a giungere ad un buon ritmo. A questo contribuisce la crescita della produttività grazie al metodo Kaizen, che ha dato buona prova di sè. Se l’incidenza dei tempi di esecuzione rimane concorrenziale, le FFS non hanno bisogno di attribuire commesse all’esterno e dall’esterno giungono pure ordinazioni alle officine FFS: il team di Hodel effettua pure revisioni per i carri della posta.
“Anche il partenariato sociale serve all’impresa” osserva Tuti incontrando brevemente il capo di Hodel, Roland Lustenberger, capo-settore veicoli, che ne conviene. Max Hodel cerca di reclutare anche quadri, se possibile. “È positivo che ce ne siano fra i nostri membri, perché così si confrontano con i nostri punti di vista” dice Max. Si attiene però sempre al principio affisso nel suo ufficio: “Il numero si deretani davanti ai quali ci si piega, non dovrebbe superare la cifra di zero”.
Markus Fischer
Bio
Max Hodel, 53 anni, è cresciuto a Wyningen (BE). Dal 1972 al 1975 ha seguito un apprendistato di meccanico di macchinari all’Officina principale di Olten ed è sempre rimasto nella manutenzione pesante. Ha aderito alla FLMO già durante il suo apprendistato, per passare al SEV nel 1979. Nel 1991 è diventato sostituto del caporeparto, passando dall’allora sezione degli artigiani WAV alla VAS, di cui ha presieduto il gruppo locale dal 1995. In seguito, ha assunto la presidenza della regione nord e centro della sottofederazione RM e, da quest’anno, della TS. Dal 2001 è capoteam del reparto delle carrozze non climatizzate e presidente della commissione del personale. Abita con la moglie a Bollodingen (BE) e ha due figli ormai adulti. Gli piace il vino rosso e la musica, in particolare il Blues.