Colpi di diritto
Evitare i «colpi di testa»
«Adesso basta! Non ne posso più, me ne vado, mi licenzio!». Una volta o l’altra, questo pensiero l’abbiamo avuto tutti. Ma simili decisioni possono costare caro.
Il programma di risparmi «RailFit 20/30» sta generando situazioni caotiche in molti settori delle FFS, sovraccaricando dipendenti e quadri e portandoli alla crisi di nervi. Lo dimostra anche la marea di richieste ricevute negli ultimi tempi dal team di assistenza giuridica del SEV, con le quali membri riferiscono, non di rado scoppiando a piangere, di situazioni di Burn Out, mobbing, critiche ingiustificate sul loro comportamento e le loro prestazioni, con le minacce che ne derivano se non si raggiungono i nuovi obiettivi imposti, di malattie psichiche e di incomprensibili soppressioni di posti di lavoro.
Dimissioni: una liberazione?
Spesso, queste persone vedono un’unica via di uscita da questo tunnel: lo scioglimento il più rapido possibile del proprio rapporto di lavoro. In questa rubrica, abbiamo avuto più volte l’occasione di mettere in guardia da simili «liberazioni» e in questa circostanza dobbiamo ribadire l’avvertimento.
La libertà contrattuale permette a ogni collaboratore e collaboratrice di sciogliere in qualsiasi momento il proprio rapporto di lavoro, rispettando evidentemente i termini di disdetta. Questo passo non ha però mai l’effetto di scuotere le FFS che manifestano una grande indifferenza. Si limitano quindi a prendere atto e a confermare la ricevuta delle dimissioni, senza analisi dei motivi, nemmeno quando queste vanno di fatto a interrompere il periodo di due anni di diritto al pagamento dello stipendio per malattia o sono manifestamente dovute ad una decisione affrettata.
La prospettiva della riduzione di indennità
Ricordiamo che, in caso di dimissioni da parte della o del dipendente, rispettivamente di sottoscrizione di una convenzione di uscita che accelera la fine del rapporto di lavoro, la cassa disoccupazione considera lo scioglimento come derivante da colpa propria, applicando quindi, in caso di successiva disoccupazione, un periodo di carenza più lungo prima di erogare le proprie prestazioni.
Riflettere e ponderare
Una volta firmate e inoltrate, le dimissioni o una convenzione d’uscita sono molto difficili da annullare. In genere, ci si riesce solo in casi eccezionali. Bisogna quindi pensarci molto bene, valutando in modo approfondito i pro e i contro, prima di giungere alla conclusione di voler porre un termine a situazioni difficili sul posto di lavoro in questo modo. Queste riflessioni devono assolutamente considerare anche fattori, come i termini per le dimissioni in caso di malattia, il pagamento della perdita di guadagno da parte del datore di lavoro, le questioni riguardanti le assicurazioni sociali, eventuali modelli di pensionamento anticipato e altri aspetti del diritto del lavoro.
In questi casi, l’assistenza giuridica del SEV è volentieri a disposizione per consigliarvi.
Team dell’assistenza giuridica SEV