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Crisi climatica: la legge sul CO₂ è un compromesso

Il prossimo 13 giugno la popolazione svizzera voterà sulla revisione della legge sul CO₂. Il comitato SEV ha già votato chiaramente a favore di questo testo lo scorso mese di febbraio, mentre ha appena deciso le indicazioni di voto per gli altri oggetti (vedi a pagina 4). La legge sul CO₂ è stata oggetto di un referendum sostenuto in modo schiacciante dalle lobby dell'industria automobilistica e petrolifera. La coordinatrice della politica dei trasporti del SEV Daniela Lehmann spiega perché il SEV si batte per la legge. Intervista.

Daniela Lehmann. ©Manu Friederich.

Daniela, perché il SEV difende a spada tratta il «sì» in occasione della votazione federale del prossimo 13 giugno?

L’impegno del SEV nella politica climatica affonda le radici nella nostra missione, la quale prevede esplicitamente che ci assumiamo la responsabilità per un uso sostenibile delle risorse.

Il cambiamento climatico si sta trasformando in crisi climatica. Come Paese alpino, la Svizzera è particolarmente colpita dai mutamenti climatici. Il riscaldamento in Svizzera è chiaramente dimostrabile: dall’inizio dell’industrializzazione nel 1864 al 2020, la temperatura media annuale è aumentata di circa 2,1 °C, oltre il doppio rispetto all’aumento di circa 1 °C della temperatura media globale. Inoltre, dagli anni 1960 l’isoterma di zero gradi in inverno si è innalzato di oltre 250 metri e sfiora ormai i 900 m.l.m.

Perché questa legge è così importante per i trasporti pubblici?

La revisione totale della legge sul CO2 è fondamentalmente un’ammissione che dobbiamo fare qualcosa contro i mutamenti climatici, e i trasporti pubblici sono parte della soluzione. Grazie alla legge verrà creato un fondo per il clima al quale si potrà attingere, ad esempio, per sostenere finanziariamente l’acquisto di autobus a propulsione ecologica, come i bus elettrici.

Inoltre, fino a 30 milioni di franchi all’anno potranno essere investiti in modo efficace per promuovere il trasporto ferroviario transfrontaliero di viaggiatori, compresi i treni notturni. Si potrà quindi accelerare il ripristino e lo sviluppo di una rete di treni notturni efficace.

Che cosa rispondi a coloro che pensano che le tasse siano antisociali e che pesano sui redditi?

La legge prende sul serio il principio «chi inquina paga» e assicura l’equilibrio sociale ridistribuendo all’intera popolazione gran parte delle entrate dai contributi pro capite. Nel confronto svizzero, le abitudini di consumo delle famiglie a basso e medio reddito hanno un impatto sul clima inferiore alla media e quindi alla fine dell’anno queste famiglie avranno più e non meno denaro sul conto. Inoltre, non fare nulla ha un costo che non è assolutamente distribuito più equamente.

Che cosa vuoi dire, invece, ai nostri soci secondo i quali la legge che ci apprestiamo a votare non è abbastanza incisiva per contribuire a lottare contro il riscaldamento climatico?

Anche per il SEV è chiaro che la revisione è insufficiente in termini di politica climatica. Ma è altrettanto chiaro che il passo tanto agognato verso una migliore protezione del clima è molto meglio che rinunciare a qualsiasi misura urgente di politica climatica per i prossimi cinque o dieci anni – perché questo sarebbe (come minimo!) il risultato se la revisione dovesse fallire alle urne.

La legge sul CO₂ riveduta è, come quasi tutto ciò che esce dal Parlamento, un buon compromesso elvetico. Ad essere insolito è, piuttosto, il «giro d’onore» in Parlamento che la legge ha fatto in risposta alle pressioni del movimento per il clima sceso in piazza. La procedura di revisione ha inasprito la legge ed è ciò che mette in gioco chi vota contro. Dal punto di vista attuale, molto probabilmente gli effetti di più di un anno di pandemia hanno deteriorato la posizione di partenza per l’elaborazione di un nuovo progetto di legge. Credo che l’unica cosa che potrebbe venirne fuori sarebbe una legge più permissiva – che, per inciso, avremmo solamente tra diversi anni.

Vivian Bologna

La Legge in breve

La legge sul CO2 mira a ridurre le emissioni di gas serra della metà entro il 2030 rispetto al 1990; le misure attuali non sono sufficienti per raggiungere questo obiettivo climatico. La tassa CO2 sui combustibili fossili come l'olio da riscaldamento, il gas naturale e il carbone può essere aumentata.

Oggi il Consiglio federale può aumentare la tassa fino a un massimo di 120 franchi per tonnellata di CO2 (circa 30 centesimi per litro di olio da riscaldamento, circa 2,4 centesimi per kWh di gas naturale). La legge rivista le permetterà di aumentarla a 210 franchi per tonnellata di CO2. Due terzi dei proventi della tassa saranno ridistribuiti alla popolazione e all'economia. Il resto andrà al Fondo per il clima.

La legge CO2 riveduta prevede una tassa sui biglietti aerei, che avrà un effetto incentivante e renderà più attraenti le alternative al viaggio aereo. Sarà di 30 franchi per passeggero per i voli a corto raggio. Chi vola su distanze medie e lunghe pagherà di più, con un massimo di 120 franchi.

La Confederazione riscuoterà la tassa dalle compagnie aeree. Più della metà del ricavato sarà trasferito alla popolazione e all'economia; il resto andrà nel Fondo per il clima. I voli d'affari e privati saranno anche soggetti a una tassa d'incentivazione. A seconda della distanza percorsa e del peso dell'aereo, viene riscossa una tassa tra i 500 e i 3000 CHF per volo.