Sciopero sul bacino svizzero del Lago Maggiore
Una solidarietà che va oltre il Ticino
Il valore del lavoro e il valore di chi quel lavoro lo garantisce con competenza e professionalità, è stato al centro della vertenza NLM che si è conclusa con la ripresa del lavoro dopo venti giorni di sciopero. Uno sciopero che, come noto, è giunto al termine grazie ad un accordo (presentato sabato 15 luglio nel corso di una conferenza stampa) tra il Canton Ticino - che ha funto da mediatore - , le tre sigle sindacali e con la partecipazione del comune di Locarno.
Umiliati dal datore di lavoro che li ha licenziati con un colpo di spugna come fossero anonime
pedine sulla scacchiera del futuro consorzio - pensato e portato avanti in totale opacità - i
dipendenti NLM del bacino svizzero del Lago Maggiore sono usciti da venti giorni di sciopero
sicuramente stanchi e logorati, ma più forti di prima. Non a caso i segretari sindacali Angelo
Stroppini (SEV), Lorenzo Jelmini (OCST) e Gianluca Bianchi (UNIA) hanno parlato di una
lotta dal fortissimo valore simbolico. Una lotta che servirà di esempio ad altri.
Archiviata questa prima fase della vertenza, se ne apre inevitabilmente un’altra poiché il
Consorzio che dovrà garantire la piena occupazione delle persone licenziate con gli attuali
salari (per un anno grazie alla garanzia cantonale e del comune di Locarno) è ancora tutto
da costruire. Come è tutto da negoziare il Contratto collettivo di lavoro imposto dal Cantone.
Nella prosecuzione della vertenza, portata avanti congiuntamente dai tre sindacati SEV,
UNIA e OCST con una chiara unità di intenti - perché al centro c’è sempre stato e sempre ci
sarà l’esclusivo interesse dei lavoratori e delle lavoratrici - si inserisce un elemento di grande
rilevanza: al di là della citata compattezza del fronte sindacale– nonostante gli avvilenti
tentativi di sgretolarlo e di delegittimarlo - spicca l’unità delle maestranze che hanno
dimostrato coraggio, determinazione e dignità.
Questa configurazione permette l’avvio di un percorso sindacale partecipativo in cui le
maestranze continuano ad essere parte centrale e attiva: attraverso regolari assemblee,
incontri, scambi di informazioni. Perché anche nella considerazione del lavoro c’è bisogno di
una svolta culturale, che sappia valorizzare il grande capitale personale e sociale, oltre che
economico, che si esprime nel lavoro.
Il Contratto collettivo di lavoro (CCL) sarà pertanto solo uno degli strumenti per garantire i
diritti. Ben sapendo che un CCL si misura non solo nella capacità di negoziazione, ma anche
e soprattutto nella stesura di chiare rivendicazioni che partono dalle esigenze e dalle
conoscenze dei dipendenti.
I lavoratori e le lavoratrici conoscono benissimo il lago, hanno acquisito una grande
esperienza nella pratica quotidiana della loro professione. Perciò disegnare a tavolino il
futuro della navigazione senza fare capo a queste preziose risorse, è davvero segno di
miopia.
Sarà pertanto compito dei tre sindacati integrare questo know-how – parolina magica ripetuta
in questa vertenza quasi come un mantra – nelle future discussioni, in cui dovranno essere
regolarmente coinvolti in virtù del principio di trasparenza preteso dal Canton Ticino nel suo
ruolo di mediatore e garante. La guardia sindacale rimane pertanto altissima.
Del resto, come spiegato da Angelo Stroppini nel corso della conferenza stampa di sabato
15 luglio, «siamo di fronte ad una vertenza anomala. Anomala perché manca il datore di
lavoro con cui confrontarci su una serie di elementi che definiscono il rapporto di lavoro, tra
cui ovviamente i salari, che sono centrali e il cui livello attuale è stato garantito per un anno
grazie al Cantone e al comune di Locarno. Non è ammissibile – ha sottolineato Stroppini -
che il costituendo consorzio, che beneficerà di denaro pubblico per la linea LocarnoMagadino, avvii la propria attività facendo dumping sui salari».
Lorenzo Jelmini ha dal canto suo evidenziato la dimensione politica della vicenda: «Se si è
arrivati al punto di usare la legittima arma dello sciopero, garantita anche dalla nostra
Costituzione svizzera, è perché i lavoratori sono stati messi con le spalle al muro. Lavoratori
che non meritavano di certo la sorte che è stata loro serbata. Con lo sciopero hanno potuto
difendere anche i loro stipendi, grazie ai quali possono vivere in questo cantone insieme alle
loro famiglie. E fa specie che un solo comune, quello di Locarno, ha dimostrato senso di
responsabilità nel voler costruire, insieme al Consiglio di Stato, una soluzione sostenibile per
uscire dalla crisi».
Il comportamento delle maestranze è stato senza dubbio molto più dignitoso rispetto a quello
di certi politici, più interessati a calare sentenze che ha preoccuparsi concretamente di
trovare una soluzione. Per questo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile
l’uscita dalle secche (a cominciare dal Consiglio di Stato, dal suo presidente Manuele Bertoli
fino al Municipio di Locarno rappresentato dal sindaco Alain Scherrer), sono particolarmente
sentiti.
Gianluca Bianchi ha infine magistralmente sintetizzato lo spirito delle maestranze: «34
marinai, 34 cuori che hanno vinto una lotta difficile grazie a tanto coraggio e a tanta
determinazione. Il pane che potranno continuare a garantire alle loro famiglie avrà per
sempre il sapore della dignità».
Martedì 11 luglio
Oggi alla Cancelleria dello Stato, in presenza del presidente del Governo ticinese Manuele Bertoli, le maestranze hanno consegnato 13'451 firme in provenienza da tutta la Svizzera. La petizione "Salviamo occupazione e servizio pubblico sul Lago Maggiore" è stata fatta propria dalla popolazione e dai turisti.
Passi significativi in direzione di una soluzione alla vertenza NLM, ma alla meta non si è ancora arrivati. Dopo l’incontro con il Consiglio di Stato questa mattina a Palazzo delle Orsoline, i sindacati e la delegazione del personale hanno illustrato in assemblea l’esito dell’incontro con il presidente del Governo Manuele Bertoli e i consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali.
L’assemblea ha prima di tutto voluto ringraziare il Consiglio di Stato e il presidente del Consiglio di Stato per gli sforzi profusi e per la sincera determinazione nel voler uscire dalle secche. Le maestranze hanno preso atto delle aperture, in particolare per quanto riguarda la piena occupazione e l’obbligo di negoziare un Contratto collettivo di lavoro.
Ma nel contempo hanno sottolineato l’assoluta esigenza delle garanzie salariali, particolarmente importante in una realtà come quella ticinese, dove i salari sono regolarmente sotto pressione. Un dato, quello salariale, molto sentito dalla popolazione ticinese, alle prese con un mercato del lavoro dove l’unica regola è spesso l’assenza di regole. Difendere i livelli salariali e contrattuali, difendere buone condizioni di lavoro è un sacrosanto e irrinunciabile dovere dei sindacati.
I dirigenti del futuro consorzio, negoziato per anni nella più grande opacità, devono mostrare ora un minimo di senso di responsabilità nei confronti delle maestranze, soprattutto se vogliono anche beneficiare del denaro pubblico messo a disposizione del Consiglio di Stato (e quindi dalla collettività) – ma non senza condizioni - per assicurare la linea Magadino-Locarno.
I lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro - tutti residenti in Ticino - hanno comunque espresso fiducia in chi sta negoziando con determinazione una via di uscita e sperano in una rapida soluzione.
Tuttavia solo in presenza di precise garanzie salariali, i lavoratori e le lavoratrici – al dodicesimo giorno di sciopero – torneranno al lavoro. La sospensione o la prosecuzione dello sciopero verranno, come sempre, votate giorno per giorno.
Giorno per giorno continua anche la raccolta firme; è stata oltrepassata la soglia delle 5 mila attestazioni di solidarietà, segno tangibile e inequivocabile della vicinanza della popolazione e dei turisti.
Perché il lavoro si difende. Sempre.
Mercoledì 5 luglio
La petizione “Salviamo occupazione e servizio pubblico sul Lago Maggiore” sta avendo un grande successo. Ad oggi la petizione ha raccolto più di 5000 firme che saranno consegnate in cancelleria martedì 11 luglio. l’assemblea ha votato la continuazione dello sciopero anche giovedì.
All’undicesimo giorno di sciopero, le maestranze sono più motivate che mai a fare valere i loro diritti e a portare avanti le loro rivendicazioni.
Mentre i sindacati e i rappresentanti del personale lavorano senza sosta per trovare una soluzione alla vertenza – iniziata con il licenziamento collettivo di 34 dipendenti - ,la popolazione e moltissimi turisti continuano ad esprimere immutato sostegno agli scioperanti: firmano la petizione (compresa quella online), firmano l’appello di solidarietà lanciato da un gruppo promotore di personalità pubbliche e accademiche (), passano al debarcadero per discutere con i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro.
Ad oggi la petizione ha raccolto più di 5000 (e il numero è destinato a crescere), che saranno
consegnate martedì 11 luglio a Bellinzona (ancora da stabilire l’orario) presso la cancelleria dello Stato. Durante le tre serate di luci e ombre gli scioperanti non intralceranno in alcun modo l’evento, mostrando lo stesso senso di responsabilità che ha spinto le maestranze ad iniziare lo sciopero domenica 25 giugno, per non ostacolare un matrimonio e una gara sportiva sul Lago Maggiore previste sabato 24 giugno.
Dall’inizio dello sciopero le maestranze hanno sempre difeso la loro causa con una grande dignità, con animo certamente combattivo, ma improntato sempre ad una grande correttezza. Perché accanto alla simbolica bandiera dei pirati issata al debarcadero di Locarno, l’unica bandiera che conta è quella della lotta per la difesa dell’occupazione.
Martedì 4 luglio
Sindacati e scioperanti sono rimasti sbalorditi dai toni e dai contenuti della lettera aperta firmata dai sindaci dei Comuni rivieraschi del bacino svizzero del Lago Maggiore e dalla presidente dell’Ente regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Valle Maggia.
Dopo una lunga premessa, si invitano gli scioperanti a tornare subito al lavoro e a «dimostrare senso civico e morale». Sindacati e maestranze chiedono ai comuni: «Ma dove è stato il vostro senso civico e morale in tutti questi anni in cui si è delineato il futuro della navigazione senza tenere in considerazione i lavoratori e le lavoratrici? Dove è il vostro senso civico e morale per contribuire a risolvere davvero questa vertenza dando alle persone licenziate quelle garanzie occupazionali e contrattuali chieste dal primo giorno di sciopero»?
«Se il turismo, come da voi ricordato, è una delle maggiori fonti occupazionali e di reddito – sottolineano i tre sindacati - perché mai a questi lavoratori licenziati si dovrebbe negare il diritto di lottare per riavere la propria fonte di reddito? E se davvero il reddito e l’occupazione sono una sincera preoccupazione, perché non cominciare proprio da qui, dando garanzie concrete e credibili agli scioperanti? Confermando loro proprio quella fonte di reddito di cui tanto vi preoccupate»?
Le maestranze e i sindacati, che hanno più volte denunciato di non essere stati coinvolti fin dalle prime battute nella creazione del fantomatico consorzio, mettono in luce la dimensione paradigmatica di questa vicenda, che mostra come il valore del lavoro si stia depauperando in modo preoccupante: i lavoratori sono solo braccia e non più persone.
I sindacati segnalano che ad oggi non c’è alcuna garanzia scritta sulle rivendicazioni formulate dalle
maestranze. E insieme ai lavoratori e alle lavoratrici si chiedono: se la politica crede davvero in questo consorzio come unica alternativa allo sviluppo dell’offerta turistica e del mantenimento dell’attuale servizio pubblico, allora non dovrebbe avere alcun problema a confermare l’occupazione per tutti gli attuali dipendenti unitamente alle loro condizioni contrattuali.
Gli scioperanti, che possono contare sul sostegno della popolazione e dei turisti (come si può del resto notare dal successo della petizione), ringraziano comunque tutti coloro che stanno cercando una via d’uscita o che la vorranno cercare con convincimento
Lunèdì 3 luglio
Questo lunedì 3 luglio, prima di votare la prosecuzione dello sciopero, i lavoratori e le lavoratrici della NLM che hanno incrociato le braccia da domenica 25 giugno, non solo hanno ribadito la
rivendicazione della piena occupazione e del rispetto delle attuali condizioni contrattuali, ma
hanno dato un nuovo mandato ai sindacati: chiedere a Consiglio di Stato di valutare altre
opzioni rispetto al consorzio, a partire dal passaggio alle FART (Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi).
Nel corso dell’assemblea, più di un dipendente si è chiesto come mai il Governo ha deciso di
andare nella direzione del consorzio e perché non ha da subito coinvolto nelle discussioni i
sindacati e le persone come i dipendenti NLM che lavorano sul lago e che il lago lo
conoscono: avrebbero potuto portare idee e competenze e a quest’ora non saremmo in
questa spiacevole situazione. Maestranze e sindacati non si capacitano neppure dell’opacità
che circonda questo consorzio.
«Il disinteresse delle autorità politiche cantonali e federali verso le rivendicazioni del
personale è grave. Invece di fare di tutto, soprattutto nei fatti, per contribuire ad uscire da
questo lago in burrasca, vengono tuttora meno le risposte tanto attese» ha dichiarato Angelo
Stroppini, segretario sindacale del SEV. «Continueremo a rompere questo silenzio
assordante e imbarazzante facendo sentire la voce delle maestranze, che stanno lottando
con grandissima dignità» gli ha fatto eco Enrico Borelli, segretario regionale di UNIA.
«Il nostro dovere come sindacati, è esplorare tutte le possibili vie d’uscita, facendoci
interpreti e portavoce delle richieste dei dipendenti» ha aggiunto Graziano Cerutti dell’Ocst.
In questo senso va la lettera al Consiglio di Stato in cui, a nome delle maestranze, i sindacati
chiedono di analizzare tutti i possibili scenari alternativi al consorzio, a cominciare dalle
FART, con cui ci sono già delle relazioni per quanto riguarda la cassa pensione. Inoltre, da
quando esiste, il personale svizzero delle NLM è sottoposto al Contratto collettivo FARTNLM; la lista degli stipendi è FART-NLM e da anni le FART collaborano con la NLM nella
gestione dei salari.
Nel corso dell’assemblea le maestranze hanno nel contempo espresso seri dubbi sull’ipotesi
della gestione del bacino svizzero del Lago Maggiore da parte della SNL: la netta
impressione è che si vada verso la privatizzazione della gestione dei laghi. Una prospettiva
gravida di incertezze: «Chi ci dice – hanno detto le maestranze in assemblea – che dopo un
paio d’anni la SNL non si ritiri dal Lago Maggiore perché non è abbastanza redditizio»? Il
fatto che la direzione della SNL ha disdetto il CCL per avere le mani più libere nel gestire il
proprio personale, non lascia presagire nulla di buono, a mente dei dipendenti.
Intanto prosegue la raccolta firme della petizione (allo stato attuale quasi tremila).
Domenica 2 luglio
Avevano chiesto alla direzione NLM di non far partire natanti verso la Svizzera. All’appello
rimasto inascoltato, i sindacati hanno risposto con un’azione che ha ostacolato l’approdo
della nave Verbania, il cui arrivo a Locarno era previsto per le 14.30.
A bordo di pedalò e di alcune barchette di pescatori, sindacalisti e sostenitori degli
scioperanti si sono posizionati sulle acque disturbando le manovre di entrata del natante.
Scioperanti e popolazione hanno assistito alla scena in un silenzio assordante. Un segnale
forte per denunciare una situazione di stallo incomprensibili e inaccettabile, che lascia il
personale e le loro famiglie nell’incertezza più totale.
«Inaccettabile soprattutto il comportamento dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT) che sei
mesi fa ha rilasciato una concessione che ha permesso il licenziamento collettivo dei
dipendenti e che pochi giorni fa ha rilasciato una concessione straordinaria per aggirare lo
sciopero. È semplicemente scandaloso, perché si pensa solo alla navigazione e non alla
risoluzione della vertenza di cui l’UFT è parte in causa» ha detto Angelo Stroppini,
sindacalista del SEV.
«Totalmente inammissibile – ha aggiunto Enrico Borelli, segretario cantonale di UNIA - se si
pensa che lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione svizzera. Ed è un diritto
inalienabile dei lavoratori e delle lavoratrici che lottano per il loro posto di lavoro e la loro
dignità. Non accettiamo che vengano contrapposti l’interesse del turismo ai diritti delle
maestranze».
Determinato nei toni anche Graziano Cerutti, dell’Ocst: «Questa azione ci voleva e ci sta
tutta. E va soprattutto letta come, appunto, un gesto forte per mostrare che la dignità dei
lavoratori e delle lavoratrici non può essere calpestata».
Insomma sulle rive del Verbano si è più determinati che mai. Lo sono le maestranze – che
oggi in assemblea hanno votato la prosecuzione dello sciopero - lo sono i sindacati, lo sono
tutti i sostenitori che inviano messaggi di solidarietà agli scioperanti.
(). Intanto la petizione in pochissimi giorni ha superato
le duemila firme.
Sabato Primo luglio: Una marea di solidarietà per gli scioperanti da parte della popolazione
Grande, grandissimo successo – nonostante l’acquazzone - della manifestazione di oggi
sulle rive del Verbano a favore dei dipendenti NLM in sciopero. Come in un grande
abbraccio, i/le 1000 partecipanti alla manifestazione – giunti anche dall’Italia e dal resto della
Svizzera - hanno reso omaggio al coraggio degli scioperanti, che da domenica 25 giugno
hanno deciso di incrociare le braccia in segno di protesta contro il licenziamento collettivo.
Sciopero che continuerà anche domenica: così ha voluto l’assemblea dei lavoratori e delle
lavoratrici che giudica ampiamente insufficiente la presa di posizione del Governo. Per le
maestranze la piena occupazione e le attuali condizioni contrattuali restano le rivendicazioni
principali.
L’assemblea, a cui ha partecipato anche un comandante del Lago di Costanza, ha inoltre
chiesto che domenica 2 luglio non venga inviato dall’Italia nessun battello, né di linea, né del
servizio straordinario attiva dal 30 giugno fra Ascona, Porto Ronco e le Isole di Brissago.
I sindacati esprimono la massima ammirazione per la forza dimostrata dagli scioperanti,
nonostante le provocazioni e i tentativi di piegare la loro determinazione attraverso le corse
per le Isole di Brissago. Nel contempo i sindacati vanno avanti nella ricerca di opzioni
sostenibili. Perché l’obiettivo resta quello di uscire dalle secche con una soluzione concreta e
solida. In questo senso vanno anche gli appelli della politica e le speranze del Vescovo
Valerio Lazzeri, che ha inviato alle maestranze un messaggio di grande intensità e
partecipazione.
Oggi è stata la giornata degli scioperanti e delle loro famiglie, che hanno aperto il corteo che
dal debarcadero ha puntato su Piazza Grande. Un corteo ricco di colori, emozionante, con
grandi messaggi di solidarietà. Nel suggestivo palcoscenico di Piazza Grande, hanno preso
la parola Andrea Keller, Tiziano Barra e Gianluca Carini (vedi allegati) in rappresentanza
delle maestranze e Francesca Catenazzi in rappresentanza delle famiglie (vedi allegati).
Discorsi forti, determinati che traducono fedelmente lo spirito della lotta. Che va al di là delle
fatiche e al di là delle provocazioni di chi non ha occhi per vedere e orecchie per sentire.
Venerdì 30 giugno
Oggi venerdì è stata una giornata particolarmente intensa per le maestranze della NLM in sciopero da domenica 25 giugno. Come di consueto i dipendenti hanno tenuto la loro assemblea e in quell’occasione i sindacati hanno spiegato ai lavoratori e alle lavoratrici il tenore delle discussioni che avvengono dietro le quinte per cercare una soluzione alla vertenza in atto.
I dipendenti hanno dal canto loro ribadito in modo molto chiaro e determinato le rivendicazioni iniziali: piena occupazione, garanzie sulle condizioni salariali e contrattuali per tutti.
Una delegazione sindacale ha incontrato oggi a Bellinzona il rappresentante del Consiglio di Stato, per le questioni legate alla NLM.
Nel comunicato del Governo ticinese, emerge palesemente che le posizioni tra le parti restano distanti: a conti fatti l’autorità cantonale non fornisce nessuna rassicurazione per i lavoratori e le lavoratrici. I dettagli delle discussioni tra le parti, verranno illustrati domani nel corso dell’assemblea del personale.
Alla luce degli ultimi sviluppi è ancora più importante partecipare alla manifestazione che si terrà sabato primo luglio a Locarno alle 14.00, con ritrovo al debarcadero.
Maestranze e sindacati invitano pertanto la popolazione, i turisti e tutti coloro che credono nel valore del lavoro e dei diritti, ad esprimere fattivamente la propria solidarietà a chi ha perso il lavoro e alle loro famiglie. Intanto sta avendo un grande successo anche la petizione
Ovviamente, viste le premesse, lo sciopero prosegue.
Govedì 29 giugno
«Tornate a lavorare perché ci create un grave pregiudizio». Questo, in estrema sintesi, il tenore del messaggio della direzione NLM rivolto ai sindacati e alle maestranze in sciopero. Ma non è il personale ad aver creato questa situazione.
L’assemblea odierna dei lavoratori e delle lavoratrici, ha valutato la richiesta della direzione e ha ribadito le proprie rivendicazioni: si tornerà al lavoro solo in presenza di chiare garanzie occupazionali e contrattuali. Dal momento che la NLM sarà partner del costituendo consorzio, le maestranze invitano il proprio datore di lavoro a farsi carico delle rivendicazioni nelle opportune sedi. «Pretendere che i lavoratori licenziati tornino come se nulla fosse al lavoro, è perlomeno sorprendente e pretestuoso» ha detto il segretario sindacale del SEV Angelo Stroppini.
Ricordiamo che i dipendenti hanno deciso di incrociare le braccia in risposta al licenziamento collettivo. Questo è il punto da cui occorre partire per proseguire il dialogo teso alla ricerca di una soluzione nell’interesse dei dipendenti, dell’occupazione, del territorio, del servizio pubblico e del turismo. «Dipendenti e sindacati sono i primi a volere uscire il più presto possibile dalle secche, chiedono pertanto agli attori pubblici e privati di assumersi davvero le loro responsabilità» ha aggiunto Enrico Borelli, segretario cantonale di UNIA.
«I sindacati sono consapevoli che questa delicata situazione possa creare dei problemi a livello internazionale» ha aggiunto Angelo Stroppini. Ragion per cui maestranze e sindacati invitano la direzione NLM a segnalare al Ministero italiano delle infrastrutture e dei trasporti l’attuale vertenza, affinché prenda contatto con le persone di riferimento della Confederazione svizzera.
I sindacati sono pronti a fare la loro parte, ben sapendo che non possono chiudere gli occhi sul destino delle persone licenziate e delle loro famiglie. «A loro è dedicata la manifestazione di sabato primo luglio, con ritrovo alle 14.00 al debarcadero di Locarno. A loro e a tutti coloro che credono che il lavoro si declini soprattutto con la dignità e i diritti» hanno concluso Enrico Borelli e Gianluca Bianchi di UNIA.
Oggi, infine, il personale in sciopero ha accolto una delegazione dei rappresentanti dei sindacati italiani CGIL, CISL e UIL.
Lo sciopero, intanto, continua anche domani.
Per ulteriori informazioni:
Angelo Stroppini SEV 079 479 05 63
Gianluca Bianchi Unia 079 786 78 10
Graziano Cerutti OCST 078 889 65 60
Mercoledì 28 giugno:
Mentre dietro le quinte i sindacati – sempre pronti al dialogo - stanno lavorando intensamente per trovare una soluzione alla vertenza NLM, i lavoratori e le lavoratrici in sciopero hanno deciso mercoledì in assemblea di proseguire l’azione di astensione dal lavoro. Una scelta tesa a portare avanti la lotta non solo per i loro posti di lavoro, ma anche per la loro dignità.
Una dignità messa in valore in tutti i messaggi di solidarietà che continuano a giungere, da tutto il Cantone, dalla Svizzera e anche dall’Italia.
Le maestranze, sostenute dai sindacati SEV, UNIA e Ocst, hanno inoltre deciso di lanciare una petizione dal titolo: «Salviamo occupazione e servizio pubblico sul Lago Maggiore». Nella petizione si ricordano le origini della vertenza - sfociata nello sciopero – e si formulano le seguenti rivendicazioni a sostegno delle persone che hanno perso il lavoro:
- essere tutti presi in considerazione nel quadro del consorzio che dovrebbe riprendere la navigazione sul Lago Maggiore dal 2018.
- chiedere al Cantone Ticino la garanzia della piena occupazione per tutti e il mantenimento delle attuali condizioni salariali e contrattuali
- migliorare l’offerta turistica e il mantenimento dell’attuale servizio pubblico (anche d’inverno).
Il personale, che dall’inizio dello sciopero mostra un coraggio, una forza e una determinazione senza pari, invita tutta la popolazione e i turisti ad una grande manifestazione popolare che si terrà sabato primo luglio alle 14.00. Punto di ritrovo il debarcadero di Locarno. Lavoratori e lavoratrici desiderano ringraziare la popolazione (circa 800 persone) che martedì sera ha partecipato alla grigliata.
Invito alla manifestazione di sabato, 1 luglio, alle ore 14, a Locarno (download PDF - 0,8 MB)
Martedì 27 giugno:
«Sono profondamente indignato. E sono qui da voi in Ticino per portare la solidarietà dei marinai del Lago Lemano. Per essere vicino a tutti voi che state conducendo una lotta esemplare. Perché questo licenziamento collettivo tocca soprattutto e prima di tutto voi e le vostre famiglie. Si tratta anche di un attacco al trasporto e al servizio pubblico».
Sono le parole del comandante Marc Formosa, presidente della sezione Lago Lemano del SEV. Parole accolte con un lungo applauso dalle maestranze in sciopero, che hanno apprezzato la visita di una delegazione dei laghi romandi. E che davanti a loro hanno confermato la continuazione dell’astensione del lavoro.
Ma il tempo degli applausi è durato poco. Nel corso della conferenza stampa di oggi a Locarno, la comunità sindacale ha riferito dell’incontro di ieri con il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli e il consigliere di Stato Claudio Zali. «Un incontro che ci ha deluso profondamente» hanno detto Angelo Stroppini, sindacalista del SEV e Enrico Borelli, segretario cantonale di UNIA. I due sindacalisti hanno aggiunto: «Abbiamo ascoltato ciò che l’autorità politica cantonale aveva da dirci e ci siamo subito resi conto che c’è soprattutto poca chiarezza». I rappresentanti dell’OCST, Lorenzo Jelmini e Graziano Cerutti, hanno condiviso pienamente queste valutazioni.
«Ci hanno detto che il futuro della navigazione del Lago Maggiore passa dal consorzio tra NLM e SNL, ci hanno detto che si vogliono migliorare i servizi per utenti e turismo, e ci hanno detto che la NLM ha le strutture e la SNL il konw-how. Ma tutto resta su un piano molto astratto e vediamo male come in futuro possano essere garantiti i medesimi servizi assicurati adesso soprattutto nella stagione invernale» ha sottolineato Stroppini. «L’unica cosa concreta sono i licenziamenti dei dipendenti». E tutti i sindacati pretendono dal Consiglio di Stato un impegno vero per le persone che hanno perso il lavoro e le loro famiglie.
La comunità sindacale ha fatto inoltre notare che la presentazione del consorzio, inizialmente prevista per fine anno, era stata anticipata a settembre e chissà perché dopo due giorni di sciopero, sarà ora presentata a fine luglio. Perfettamente coscienti della situazione delicata e della diversità dei protagonisti pubblici e privati che agiscono a livelli differenti, la comunità sindacale intende mantenere salda la rotta tracciata.
Pertanto gli obiettivi dei sindacati restano quelli di sempre, ossia un approdo sicuro per i dipendenti attraverso il mantenimento dei posti di lavoro, delle condizioni salariali e contrattuali. Una richiesta reiterata dall’assemblea dei lavoratori che, come detto, ha votato la prosecuzione dello sciopero.
Intanto continuano a piovere da tutta la Svizzera messaggi di solidarietà. Sostegno allo sciopero è stato espresso anche dai colleghi delle Officine di Bellinzona. Nei prossimi giorni verrà lanciata una petizione, a cui seguiranno altre iniziative.
A cominciare da una manifestazione prevista sabato a Locarno.
Lunedì 26 giugno:
«Siamo uniti come non mai, siamo compatti e pronti a stare qui con le braccia conserte per raggiungere le nostre rivendicazioni» dice un lavoratore sotto la stecca del sole al secondo giorno di sciopero. Uno sciopero peraltro confermato durante l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici che si è svolta oggi, lunedì 26 giugno, alle 13.30 presso il debarcadero di Locarno.
La solidarietà espressa ai dipendenti in sciopero da parte dell’opinione pubblica e da numerosi laghi della Svizzera, contribuisce a cementare la determinazione delle maestranze, accompagnate in questo percorso di mobilitazione dai sindacati SEV, UNIA e Ocst.
Come detto i canali del dialogo con le autorità rimangono aperti e i contatti tra le parti proseguono senza sosta, ma i sindacati rimangono irremovibili nel difendere l’occupazione e le attuali condizioni salariali e contrattuali. I sindacati con una delegazione di lavoratori, incontreranno questo lunedì sera alle 18.00 (sala del Consiglio comunale di Locarno) alcuni rappresentanti del Consiglio di Stato.
Nel corso dell’assemblea Angelo Stroppini (segretario sindacale SEV), Enrico Borelli (segretario cantonale di UNIA) e Graziano Cerutti (sindacalista Ocst), hanno ribadito che: «tutte le decisioni vengono comunicate e prese insieme ai lavoratori e alle lavoratrici in modo condiviso. E soprattutto che l’obiettivo resta la ricerca di una soluzione». A nome dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa, il presidente Graziano Pestoni ha voluto portare un messaggio di solidarietà ai dipendenti. «Questa vertenza dimostra ancora una volta che a contare sono solo i soldi e non le persone».
Martedì 27 giugno sera le maestranze in sciopero invitano tutta la popolazione e i turisti – che si sono dimostrati finora molto solidali e unici alleati – ad una grigliata che si terrà al debarcadero di Locarno a partire dalle 19.00.
Domenica 25 giugno:
L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici ha deciso all’unanimità di proseguire lo sciopero anche domani, lunedì 26 giugno. La giornata di sciopero di oggi si è svolta in modo sereno e costruttivo. I dipendenti in sciopero hanno soprattutto ottenuto la solidarietà dell’utenza e dei turisti, molti dei quali hanno scritto un loro messaggio di comprensione e di sostegno sul libro della solidarietà.
Il fatto di non poter accedere agli scali è stato perfettamente capito dagli avventori. La popolazione è invitata ad esprimere la propria solidarietà ai dipendenti e a partecipare alle azioni che si terranno al debarcadero di Locarno. Il dialogo resta aperto, sebbene i dipendenti sono determinati a lottare per la salvaguardia dei loro posti di lavoro e delle loro condizioni contrattuali.
Ci sono giornate dove le immagini hanno un grande valore. Come quelle dell’inizio dello sciopero, domenica 25 giugno. Istantanee che colgono momenti di preoccupazione, ma anche complicità e scambio. Sì, perché i lavoratori e le lavoratrici del bacino svizzero della Navigazione Lago Maggiore sono sostenuti dalla solidarietà dei turisti, dei residenti e degli avventori occasionali. Un segno importante per chi ha deciso di incrociare le braccia.
Venerdì 23 giugno, ore 21.26: l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici NLM bacino svizzero vota all’unanimità lo sciopero a partire da oggi, domenica 25 giugno, ore 10.00. Mani alzate per dire un chiaro no a chi li vuole fare naufragare a livello occupazionale e umano. Si tratta di una scelta forte presa in tutta consapevolezza e convinzione. Una scelta coraggiosa per rispondere ad una situazione estrema: il licenziamento collettivo di 34 dipendenti. In gioco ci sono i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, la loro dignità e il valore del lavoro. In gioco c’è un’idea di servizio pubblico sempre garantito con grande professionalità e competenza a beneficio di tutti: residenti, utenti, turisti, passeggeri occasionali.
«Venerdì sera i dipendenti NLM hanno deciso di entrare in sciopero per far valere i loro diritti e la loro dignità. 34 dipendenti tutti residenti in Ticino che vogliono lottare, compatti e determinati, per il loro futuro» ha detto Angelo Stroppini, del Sindacato del personale dei trasporti SEV. Gli ha fatto eco Enrico Borelli, segretario cantonale di UNIA. «Compatto e coeso anche il fronte sindacale, che parla con una sola voce. Poiché solo uniti si possono vincere le battaglie». Sulla stessa lunghezza d’onda Leonardo Matasci, OCST, che ha sottolineato l’importanza della compattezza in un momento tremendamente delicato. Del resto, è stato detto da alcuni lavoratori, «l’unica cosa certa è che ci hanno licenziati tutti e che abbiamo perso il nostro posto di lavoro». Giorgio Tuti, presidente del SEV, ha ribadito il pieno appoggio sindacale: «Siamo qui per accompagnarvi e sostenervi, perché uno sciopero non è mai facile. In questa vertenza ci si è dimenticati completamente di voi che lavorate, delle vostre famiglie. Tutti coloro che hanno delle responsabilità, dovranno assumersele».
Durante la conferenza stampa, i rappresentanti delle tre sigle sindacali hanno ricordato ai media come si è giunti a questa situazione. «Abbiamo puntualmente chiesto delle rassicurazioni ai protagonisti pubblici e privati che ruotano attorno alla NM, ma nulla si è mosso». Durante la settimana che ha proceduto lo sciopero, lavoratori e lavoratrici hanno distribuito dei volantini per sensibilizzare l’utenza e l’opinione pubblica. Molte le attestazioni di solidarietà, fissate anche sulle pagine bianche del libro della solidarietà, che tutti possono firmare.
Una solidarietà più che meritata, che premia lavoro e responsabilità dei dipendenti. «Lavoratori e lavoratrici – spiega Stroppini – non hanno infatti voluto iniziare subito lo sciopero, per permettere sabato 24 giugno lo svolgimento di una gara sportiva e per non rovinare il giorno più bello di una coppia, che ha deciso di sposarsi e di servirsi del battello per la cerimonia». Lavoro e responsabilità purtroppo trafitti da una decisione aziendale contro cui tutti i dipendenti intendono ora lottare.
Nel frattempo, SEV, UNIA e Ocst sono stati impegnati senza sosta in una serie di incontri e di contatti con direzione NLM, Ufficio federale dei trasporti e Consiglio di Stato del Canton Ticino. E questi contatti proseguono in queste ore con la medesima determinazione con cui sono iniziati. A Bellinzona, a Berna e in altre sedi.
«Qui ora non si tratta di dare la colpa a uno di questi tre protagonisti – hanno aggiunto Stroppini e Tuti – ma piuttosto di spingerli a collaborare affinché si trovi una soluzione per questi lavoratori e queste lavoratrici». Perché, occorre pur dirlo, questi tre attori si sono sì mossi, «ma senza pensare minimamente ai lavoratori», ha sottolineato Borelli. A livello ministeriale, tanto per cominciare, Svizzera e Italia hanno firmato dei Memorandum di intesa per migliorare la qualità del servizio sul lago; sono poi stati creati dei gruppi di lavoro a livello ministeriale e cantonale. «Questi gruppi di lavoro – ha precisato Angelo Stroppini - sono andati nel dettaglio, fino a definire un miglioramento dell’offerta dei titoli di trasporto. È stata persino firmata una nuova concessione che prevede una collaborazione tra la NLM e la SNL. Pochissimi giorni fa abbiamo appreso che si va verso la creazione di un consorzio tra la SNL (che ha appena disdetto il CCL) e la NLM. Ma, come hanno detto i miei colleghi sindacalisti, ci si è completamente dimenticati di questi lavoratori. L’unica cosa certa per loro è il licenziamento per la fine dell’anno».
L’unica cosa certa, davvero, è che la storia si ripete: a perdere penne e piume, sono sempre e ancora i dipendenti. E per i tre sindacati non è semplicemente accettabile.
«Da questa situazione – hanno concluso i rappresentanti sindacali - se ne esce solo con l’impegno di tutti. I dipendenti hanno cercato in ogni modo di farsi ascoltare, di fare valere le loro legittime ragioni. Non sono stati ascoltati».
Per cui da oggi resta loro solo l’ultima misura a disposizione: lo sciopero. Sapendo, tuttavia, di poter contare anche sulla comprensione di turisti ed utenti. «In questi giorni – ha concluso Angelo Stroppini - chi viaggia sui battelli ha capito cosa può voler dire lavorare sapendo di essere licenziato e non aver la minima prospettiva occupazionale e contrattuale per il futuro».
Il 20 giugno avevamo scritto:
Dal 1° gennaio 2018 la Navigazione Lago Maggiore cesserà il servizio pubblico di navigazione di linea nel bacino svizzero del lago Maggiore. Quanto i sindacati temevano si è puntualmente avverato. Il martedì 13 giugno, SEV, Unia, OCST e commissione del personale NLM sono stati informati del licenziamento collettivo dei 34 dipendenti attivi sul bacino svizzero del lago Maggiore,14 dipendenti fissi e 20 stagionali, tutti residenti in Ticino.
La recente concessione emanata dall’Ufficio federale dei trasporti prevede una possibile collaborazione della NLM con la Società navigazione Lugano con il fine ultimo di migliorare la qualità dei servizi sfruttando le competenze e sinergie delle due concessionarie. Questi gli intenti, ma oggi di concreto si constatano unicamente 34 licenziamenti programmati per fine anno. Ricordiamo inoltre che la Società Navigazione Lugano ha recentemente disdetto il proprio CCL ed ha interrotto le trattative con i sindacati per il rinnovo. La reazione dei dipendenti rischia di essere proporzionale all’attacco subito.
Attualmente il servizio della NLM è garantito 365 giorni all’anno. Estate e inverno indipendentemente dalle bizze del tempo. Di fatto viene offerto un servizio pubblico a costo zero per Confederazione e Cantone. Il servizio regolare Magadino – Locarno, oltre che essere apprezzato dai pendolari, sgrava la rete stradale di una Regione già particolarmente sollecitata dal traffico. Il servizio della NLM si svolge oltre tutto in piena sicurezza grazie a collaboratrici e collaboratori professionali ed adeguatamente istruiti. I regolari controlli da parte dell’Ufficio federale dei trasporti lo confermano.
La NLM garantisce 34 posti di lavoro a residenti nella regione. 15 collaboratori in pianta stabile e 19 collaboratori stagionali per far fronte all’aumento del traffico durante il periodo di alta stagione. Tutti, stagionali compresi, sono residenti in Ticino. I salari sono salari svizzeri, dignitosi e la NLM rispetta il contratto collettivo delle FART.
Gli scenari a decorrere dal 1° gennaio 2018 sono invece tutti da definire. Quello che è certo, sono i 34 licenziamenti programmati per il 31.12.2017.
Eppure, per migliorare i servizi il personale ci vuole. Migliorare e potenziare l’offerta si può fare unicamente con personale formato e motivato, come da sempre hanno dimostrato i dipendenti attivi sul bacino svizzero del lago Maggiore.
Inaccettabile che venga firmato un accordo internazionale tra Stati volto a migliorare l’offerta e si cominci licenziando tutti.
Sindacati, lavoratrici e lavoratori sono pronti a difendere impieghi e condizioni di lavoro evitando che si risparmi sulle spalle dei dipendenti.
Riuniti in assemblea, i lavoratori hanno chiesto:
- Alla direzione della Navigazione Lago Maggiore il ritiro dei licenziamenti
- All’Ufficio federale dei trasporti garanzie precise sulla concessione appena rilasciata
- Alla politica cantonale, l’impegno per mantenere tutti gli attuali 34 posti di lavoro e le attuali condizioni contrattuali.
Se entro venerdì 23 giugno 2017 non avremo avuto chiari segnali sui punti che abbiamo richiesto saremo costretti a decidere ulteriori passi per difendere i nostri interessi, quelli delle nostre famiglie e dell’intera collettività. i ringraziamo per la vostra comprensione e se condividete le nostre richieste, vi invitiamo a firmare il libro di solidarietà presente su tutti i battelli e ai vari debarcaderi.
Firmate la petizione
Tutti i dipendenti del bacino svizzero del Lago Maggiore sono stati licenziati per la fine del 2017. Ora chiedono di essere tutti presi in considerazione nel quadro del consorzio che dovrebbe riprendere la navigazione sul Lago Maggiore dal 2018.
I firmatari della presente petizione chiedono al Cantone Ticino la garanzia della piena occupazione per tutti e il mantenimento delle attuali condizioni salariali e contrattuali. I firmatari chiedono non solo il miglioramento dell’offerta turistica, ma pure il mantenimento dell’attuale servizio pubblico (anche d’inverno).
Commenti
Bugnon 20/06/2017 15:27:23
Pas normal c'est toujours les pauvres ouvriers qui font les frais. Les directeurs bande inccapable parte avec les poches pleines. Salopard.
Schwager Roland 21/06/2017 21:19:42
Das ist eine eklatante Verletzung der Konzession, die der NLM vom BAV sofort entzogen gehört. Eigentlich müsste man Ende Jahr der Gesellschaft die Schiffe konfiszieren und in eine neu zu gründende Schweizer Gesellschaft zu überführen. Der Druck muss gegen das BAV, den Kanton Tessin und das Ente Turistico aufgebaut werden mit dem Ziel, ein langfristiges gutes Angebot auf dem Verbano zu sichern, das dann die Arbeitsplätze garantiert.
Masini 27/06/2017 14:25:52
Courage pour votre lutte plus que justifiée... peut on signer une version électronique de votre livre en soutien ?
SEV 28/06/2017 10:48:12
On ne peut pas signer le livre de solidarité en ligne par contre vous pouvez nous envoyer un message de solidarité à et nous le transmettrons aux grévistes.
Ce genre de messages leur donne énormément d'énergie.
Danielle 28/06/2017 16:02:15
Que gronde l'indignation des navigants .... qu'ils démontrent au monde la solidarité qui unis les marins, les matelots, les gens de l'eau .... que la justice soit faite pour vous tous et pour les familles. Ce combat n'est pas seulement le votre, il touche chacun de nous. Par ces quelques mots je vous envoie tout mon soutien de femme de marin.
Forza ragazzi !
Sabrina Tessmer 08/07/2017 12:47:43
Macht weiter so, haltet durch und gebt nicht auf, es wird sie noch teuer zu stehen kommen. Wir stehen hinter euch und in Gedanken neben euch am Lago Maggiore. Nur gemeinsam sind wir stark! Kollegiale Grüsse vom ZPV.
Sabrina Tessmer
Vizepräsidentin des Zugpersonalverbandes (ZPV)