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Lago Bodanico: accolto il ricorso del SEV

Lo scorso anno, la Società svizzera di navigazione sul lago Bodanico (SBS) aveva imposto al proprio personale eccezioni alla Legge sulla durata del lavoro, senza sottoscrivere con i suoi rappresentanti una convenzione, come richiesto dalla stessa legge. Il SEV ha pertanto presentato un ricorso, che a inizio maggio è stato accolto dall’Ufficio federale dei trasporti (UFT).

Da quando il personale SBS ha manifestato nel 2009 a Frauenfeld per ottenere una mediazione del governo nel conflitto che lo opponeva a Benno Gmür, allora risanatore dell’azienda, questo ultimo si è sempre rifiutato di riconoscere il SEV come partner sociale.

Nel marzo 2019, la SBS ha presentato alla trentina di suoi dipendenti una convenzione con delle deroghe alla legge e all’ordinanza sulla durata del lavoro, ingiungendo loro di firmarla individualmente. Le disposizioni legali sono però di altro tenore: per esempio, se l’articolo 45 dell’ordinanza prevede in effetti la possibilità di accordi scritti su possibili deroghe «per far fronte alla stagione estiva, ma per al massimo 6 mesi consecutivi», precisa però nel contempo che gli stessi devono essere elaborati «con i rappresentanti dei lavoratori», ossia con i sindacati o la commissione del personale. Queste deroghe possono prevedere il prolungamento da 10 a 13 ore della durata massima del lavoro; da 12 a 15 ore quella del turno di servizio e la riduzione della durata del turno di riposo e del numero dei giorni di riposo domenicali.

Tutte le eccezioni in blocco, senza scadenza né compensazione

Nel suo documento, la SBS ha ripreso tutte le eccezioni, omettendo però sistematicamente tutti i passaggi che rimandano alla partecipazione del personale, pure previsti dalla OLdL: gli articoli 42 e 43 richiedono infatti «l’accordo con i lavoratori o i loro rappresentanti», l’articolo 45 un accordo scritto e l’articolo 46 un’autorizzazione dell’Ufficio federale dei trasporti. In questo modo, la SBS faceva intendere che per lei queste deroghe erano ammissibili anche senza partecipazione del personale. Sei dipendenti si sono dapprima opposti alla firma, ai quali si è poi aggiunto un settimo collega, nel frattempo licenziato per la fine di giugno.

UFT: "lacune di non poco conto"

Il SEV è dapprima intervenuto protestando con la SBS e chiedendo di elaborare una convenzione secondo i termini di legge. La SBS si è evidentemente guardata bene dal dar seguito alla richiesta, per cui il SEV ha inoltrato un ricorso all’UFT. Il legale della SBS ha fatto di tutto per ritardare la procedura, ma il 5 maggio scorso, l’UFT ha infine accolto il ricorso, constatando come la convenzione della SBS non rispetti i termini di legge e precisando che comprende lacune di non poco conto: l’UFT parla infatti di un comportamento riprovevole della SBS per la sottoscrizione della convenzione, con tanto di tentativo deliberato di aggirare le disposizioni di legge. La SBS ha tentato di ottenere l’accordo di lavoratrici e lavoratori indicando disposizioni di legge sbagliate, rispettivamente incomplete. L’UFT ha di conseguenza annullato la convenzione, annunciando di voler controllare, nel quadro di un prossimo audit, il rispetto della LdL nella pianificazione del lavoro del personale SBS. In caso di altre infrazioni, potrebbero prospettarsi conseguenze penali.

Markus Fischer
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«Tropical breeze» sul Lago bodanico

Da oltre 10 anni, il SEV si batte per ottenere dalla SBS il riconoscimento dei propri collaboratori affiliati al sindacato, scontrandosi però con un muro, eretto in particolare dal vicepresidente del Consiglio di amministrazione Benno Gmür, giunto in azienda quale «risanatore» al momento del passaggio della navigazione dalle FFS alla SBS. Benno Gmür ha da subito dimostrato un particolare zelo: la recente vicenda della sua fantasiosa, per usare un eufemismo, interpretazione della LdL non è la prima conferma della sua disinvoltura (secondo eufemismo) nell’applicare le disposizioni legali. Nel 2009 ha tentato di modificare i contratti di lavoro in essere, tagliando i salari, senza rispettare i termini di legge. Anche questo tentativo è andato a vuoto, senza che per questo Gmür sia stato indotto a più miti consigli. Il SEV è anche a conoscenza di un articolo di giornale che riporta un’accusa della procura pubblica di New York del gennaio 2018 nei confronti di un autolavaggio di Brooklyn, denominato Tropical Breeze, per «wage theft», ossia per furto sui salari degli oltre 150 dipendenti, nonché per falsificazione dei documenti dell’assicurazione disoccupazione per un importo superiore al mezzo milione di dollari. Il proprietario di questo autolavaggio altri non era che Benno Gmür. Un altro comunicato stampa della procura dell’8 novembre 2019 riporta che Gmür deve versare 530 000 dollari di stipendi arretrati. Le accuse sono quindi state confermate. Il minimo che si possa dire è che le prospettive per il personale della SBS non sono proprio brillanti, esposto come si trova alla «tropical breeze» che sembra spirare sul lago Bodanico  

Barbara Spalinger, vicepresidente SEV