Trasporti Martigny e Régions SA

Un CCL atteso

Azione sul terreno pienamente riuscita lo scorso 28 gennaio peril comitato della sezione TMR. Il personale ne ha abbastanza di essere il fanalino di coda delle ITC romande per non avere un CCL. Il SEV chiede l’apertura dinegoziati.

Tony Mainolfi (al centro) con la presidente Béatrice Rieder presso l’officina TMR di Vernayaz, in piena discussione con un membro del personale.

Il comitato della sezione TMR (Trasporti Martigny e Regioni) ha potuto informare il personale sui benefici di un CCL. E potuto tastare il polso dei dipendenti in un momento in cui la loro azienda è il fanalino di coda delle ITC nella Svizzera romanda; infatti manca tuttora un CCL. Il quadro è chiaro: il personale vuole che il SEV avvii dei negoziati per raggiungere un CCL.

Caffè, cornetti e discussioni nelle officine di manutenzione, presso le infrastrutture e nelle stazioni. Il personale è stato unanime: il regolamento attuale non è sufficiente. Il segretario sindacale del SEV Tony Mainolfi ha poi aggiunto: «La direzione può fare e disfare le regole a suo piacimento e quindi ci tiene sicuramente a questa libertà, ma il CCL è una garanzia di stabilità e di dialogo forte e duraturo».

Un CCL attesoda quasi dieci anni

Il personale non si lascia ingannare. Se desidera ardentemente questo CCL, sa anche che il raggiungimento di questo non sarà semplice. La sezione VPT-TMR ha infatti chiesto un CCL diverse volte e finora ha dovuto subire il rifiuto della direzione. Eppure un contratto collettivo di lavoro è anche un bene per la società, ha detto la vice presidente del SEV, Barbara Spalinger: «In un momento in cui le autorità pubbliche si trovano confrontate con difficoltà economiche, un CCL può essere un baluardo per le aziende che potrebbero così far valere le proprie responsabilità sociali e imprenditoriali di fronte a restrizioni finanziarie».

Tra il personale e in tutti i settori – anche dunque tra i conducenti di autobus il cui statuto è per ora meno precario – si avvertiva chiaramente la mancanza di comprensione nei confronti di un’azienda finanziata con «le nostre imposte» che non vuole firmare un CCL.

Forte del sostegno e il mandato della base, il SEV chiederà pertanto alla direzione la rapida apertura dei negoziati. In caso di rifiuto, il SEV, insieme con i membri del comitato, deciderà quali azioni intraprendere. Una cosa è certa: la base è determinata ad eliminare questa lacuna.

Vivian Bologna