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Il SEV promuove una campagna nazionale di prevenzione

Amianto: problema sempre attuale

L’inalazione di fibre di amianto può portare ad una grave forma di cancro ai polmoni. Questo minerale tossico è tuttora presente in numerosi stabili e nel materiale rotabile costruito prima del 1990, data a partire dalla quale l’uso dell’amianto è finalmente stato vietato in Svizzera. Il SEV intende promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione, in collaborazione con i datori di lavoro, che prevede dapprima la distribuzione di un opuscolo informativo nelle tre lingue a tutto il personale delle ITC.

Parlando di amianto, si pensa piuttosto agli edifici, mentre in realtà questo materiale è molto spesso presente anche sul materiale rotabile, per esempio nelle carrozze. Per questo il SEV lancia una campagna di prevenzione per mantenere la necessaria attenzione sui gravi problemi di salute che possono sorgere se si viene in contatto con questo materiale senza mezzi di protezione adeguati. «Constatiamo che presso le aziende di trasporto pubblico il problema viene spesso sottovalutato», indica il segretario sindacale Vincent Brodard. L’amianto è spesso presente in luoghi in cui non ci si aspetterebbe di trovarlo. Per questo, il SEV ha deciso di promuovere una campagna di prevenzione presso i dipendenti, con la collaborazione dei datori di lavoro. Una prima lettera è già stata inviata alle ITC di tutto il paese. Il secondo passo della compagna prevede la distribuzione di un opuscolo informativo nelle tre lingue a tutti i dipendenti.
In Svizzera, l’amianto è stato utilizzato sino agli anni ’80 ed è stato vietato solo dal 1990. È quindi tuttora presente in numerosi edifici, nonché nel materiale rotabile costruito prima di questa data, in particolare in quello ferroviario, mentre è più raro trovarlo sugli autobus, anche per via della loro durata più ridotta.

I materiali a rischio
L’amianto è un materiale fibroso che offre una grande resistenza al fuoco, al calore e agli agenti chimici. Inoltre, è molto facile mescolarlo con altri materiali composti, come il cemento, le resine e la gomma. Queste caratteristiche ne hanno permesso per decenni un uso molto intensivo, per cui l’amianto è presente in moltissimi materiali, come le pastiglie dei freni, i tubi, nelle isolazioni di pareti e soffitti, nonché nei giunti e nei pannelli di protezione antiincendio degli armadi elettrici. Gli addetti alla manutenzione dei veicoli sono particolarmente esposti al rischio di entrare in contatto con l’amianto. Le sue fibre tendono infatti a disgregarsi in particelle minuscole, di dimensioni fino a mille volte inferiori a quelle di un capello, ma che mantengono le loro prerogative di resistenza. Queste particelle possono così penetrare sino agli alveoli polmonari, dove si depositano scatenando malattie mortali, come il mesotelioma, cancro specifico derivante dal contatto con l’amianto, o il cancro bronco polmonare.
Molti materiali non presentano alcun pericolo, sino a quando sono in buono stato, ma la situazione cambia radicalmente in caso di degrado, o quando si deve intervenire su di essi, per esempio per asportare o tagliare pavimenti in vetture composti da placche di PVC o di vinile contenenti fibre di amianto, che possono liberarsi nell’aria.
Il SEV ricorda ai datori di lavoro che hanno un dovere di prendere tutti i provvedimenti possibili a tutela della salute dei dipendenti. Questi comprendono anche le analisi per accertare la presenza di amianto sul materiale rotabile o negli edifici e l’informazione sistematica di tutte le persone chiamate ad intervenire su materiali e componenti contenenti amianto. Da parte loro, lavoratrici e lavoratori che sospettano o constatano la presenza di materiali contenenti amianto devono avvertire i loro superiori. In questi casi, i lavori di risanamento non devono essere svolti dal personale delle aziende di trasporto, ma essere affidati a ditte specializzate. Hélène Koch/gi

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Il SEV sostiene le vittime dell’amianto

Prestazioni alle vittime dell’amianto
L’esposizione all’amianto suscita anche interrogativi legali. Ne parliamo con la vicepresidente del SEV Barbara Spalinger.

contatto.sev: Come posso proteggermi dalle fibre di amianto?
Barbara Spalinger: L’obbligo di garantire la sicurezza e di proteggere la salute dei dipendenti incombe per principio al datore di lavoro. Se si è confrontati con la possibile liberazione di fibre di amianto, si devono prendere provvedimenti adeguati. I lavori devono inoltre essere svolti da persone che hanno frequentato corsi appositi e che hanno il dovere di prendere tutti i provvedimenti per la propria protezione, quali per esempio il porto dell’equipaggiamento e di annunciare ogni pericolo incontrato. In mancanza di questi provvedimenti o della formazione necessaria, il lavoratore può rifiutarsi di svolgere il lavoro.

Se dovessi essere colpito da una malattia da amianto, ho diritto ad un indennizzo?
A volte è difficile addebitare la malattia all’esposizione all’amianto, oppure precisare in quali circostanze essa sia avvenuta, poiché spesso le malattie insorgono solo dopo decenni. Possono quindi esserci più datori di lavoro, oppure l’esposizione può essere avvenuta durante il tempo libero. L’amianto era un materiale molto diffuso. Vi erano per esempio le cassette per i fiori in eternit che ne contenevano, oppure le cassette elettriche montate nelle case ecc. Oggi vi è anche il dubbio che i toner della stampanti laser possano provocare malattie analoghe. Precisare quando e dove non è però sempre indispensabile. Le malattie da amianto sono riconosciute come malattie professionali, per le quali la Suva deve assumersi le spese di cura, quelle per i mezzi ausiliari e per eventuali prestazioni Spitex. Per queste spese non vi è nemmeno un termine di prescrizione, contrariamente a quanto avviene con le questioni penali e di responsabilità civile.

Il fatto che le spese mediche siano coperte è tranquillizzante. Ma non vi è anche un diritto ad un indennizzo, se non posso più lavorare, o per i miei famigliari in caso di decesso?
Nel 2007, il tribunale federale ha deciso che anche le azioni penali in relazione a malattia da amianto abbiano termini di prescrizione normali, che rendono di fatto queste azioni praticamente impossibili da intraprendere. In campo civile, si sta invece pensando di portare il termine di prescrizione a 45 anni.

Se devo promuovere una causa, posso contare sull’aiuto del sindacato?
Se si tratta di ottenere le prestazioni di diritto, certo. Per contro, lanciarsi in battaglie penali, spesso prive di prospettive di successo, solo per tentare di dimostrare di essere nel giusto, serve a poco. Per noi è importante il benessere dei nostri membri, ma processi lunghi e costosi in genere non vi contribuiscono e tentiamo di evitarli.

Ma una malattia non dovrebbe dar diritto ad un indennizzo?
In caso di incapacità al lavoro, si ha ovviamente diritto a indennità giornaliere o, in caso di incapacità permanente, a una rendita di invalidità dell’assicurazione infortuni, alla quale si può aggiungere se del caso l’assegno per grandi invalidi. Vi è poi la questione dell’indennità di menomazione di integrità (IMI) che, contrariamente alle altre prestazioni, viene calcolata sulla base del grado di compromissione della capacità polmonare e non sul reddito. Ogni caso viene però valutato singolarmente e la IMI può essere richiesta anche dai successori.
Intervista: Peter Anliker/gi

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Le malattie da amianto

Formidabile e pericoloso
L’amianto è un minerale con caratteristiche formidabili: ignifugo, chimicamente stabile, resistente alla putrefazione e alla corrosione, ma...si scompone in fibre tanto sottili da poter essere inalate molto facilmente e la sua
lavorazione può generare notevoli concentrazioni di polveri finissime. Una volta inalate, si depositano nei polmoni e le loro qualità ne impediscono lo smaltimento, generando malattie molto gravi dal periodo di incubazione lunghissimo (oltre 30 anni) che hanno portato nel passato a ignorare i pericoli di questo materiale.
La commissione europea calcola che in Europa vi siano annualmente circa 8000 vittime dell’amianto, mentre secondo l’organizzazione mondiale del lavoro sono circa 100 000 in tutto il mondo.

L’inalazione di fibre di amianto può portare ad alterazioni benigne come le placche pleuriche, marcatori tipici di un’esposizione all’amianto da moderata a medio-grave e che solitamente non causano sintomi patologici o alterazioni della funzione polmonare, né sono precursori di un mesotelioma. Le placche pleuriche vanno comunque notificate all'assicurazione infortuni competente e i soggetti colpiti vengono seguiti regolarmente.
L’asbestosi è un’alterazione dei tessuti polmonari che presuppone un’esposizione intensiva all’amianto della durata di anni, a seguito della quale il tessuto polmonare subisce un’alterazione cicatriziale, perdendo elasticità. Lo scambio gassoso a livello alveolare diventa progressivamente meno efficiente. Nella forma più tipica essa può condurre a una invalidità polmonare e si associa a un aumento del rischio di carcinoma polmonare.
Il carcinoma polmonare (cancro ai polmoni) può insorgere in caso di esposizione all’amianto, ma anche di consumo di tabacco. Nella maggior parte dei casi si presenta come un’alterazione maligna della mucosa delle vie aeree (epitelio bronchiale) o, più raramente, dell’epitelio alveolare. In caso di diagnosi in stadio precoce è possibile ottenere una guarigione, mentre negli stadi avanzati o dopo la comparsa di metastasi nella maggior parte dei casi non è più possibile un’asportazione chirurgica del tumore.
Il mesotelioma maligno della pleura o del peritoneo è una forma molto aggressiva di tumore, rapidamente progressiva dopo l’esordio, che si presenta dopo un tempo medio di latenza di circa 35 anni. Si manifesta tramite estroflessioni nodulari di queste strutture che si accompagnano rapidamente a versamenti sierosi (versamento pleurico, ascite) a livello toracico o addominale. Il mesotelioma a tutt’oggi è considerato non guaribile, benché esistano opzioni terapeutiche per il mesotelioma pleurico, che permettono però solo un miglioramento della prognosi.
Pan/gi

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A chi rivolgersi
Ecco alcuni indirizzi e recapiti utili per affrontare le questioni riguardanti l’amianto:

SUVA (Istituto nazionale assicurazioni infortuni)
Settore Costruzioni: 041 419 60 28
e-mail:
Settore Chimica: 041 419 61 32
e-mail:
Divisione medicina sul lavoro: 041 419 57 60
e-mail:

UFSP (Ufficio federale della salute pubblica)
Divisione prodotti chimici: tel. 031/ 322 96 40
www.asbestinfo.ch; e-mail:

Altri siti internet
www.forum-asbest.ch
www.caova.ch; www.asbestopfer.ch: associazioni d’aiuto alle vittime dell’amianto
www.ti.ch/reteinfoamianto