1885-1919
La via verso l’unità
Dopo la morte improvvisa a 46 anni del primo segretario generale del SEV, Emil Düby, sopraggiunta nel 1920 a pochi mesi dalla sua elezione unanime (segno di riconoscimento e di fiducia), erano chiare le difficoltà incontrate dai ferrovieri lungo il cammino verso l’unità e il ruolo che egli svolse per la sua realizzazione.
Nel necrologio di Emil Düby pubblicato nel luglio 1920 dall’allora nuovo organo di stampa «Il Ferroviere», si poteva leggere: «Düby sostenne costantemente l’idea che l’incurabile e dannosa divisione dello stato dell’ organizzazione dei ferrovieri dovesse essere sostituita da un’associazione unica. Gli fu concessa la gioia di poter realizzare questa nobile idea. […] Certamente, una serie di circostanze ha contribuito a raggiungere questo obiettivo più velocemente di quanto molti, e probabilmente anche lui, pensassero».
Ripercorriamo insieme a grandi linee questo lungo cammino.
L’organizzazione sindacale
Alcune professioni di ferroviere erano organizzate a livello sindacale già da qualche decennio. Il sindacato svizzero del personale di locomotiva (SLPV), che riuniva la maggior parte dei meccanici di locomotiva, si era costituito nel 1889, mentre il sindacato svizzero del personale treno (SZPV), creato nel 1885, organizzava capotreni, conduttori e frenatori.
Erano molti di più, invece, gli affiliati di altre due associazioni che presentavano la tipica organizzazione in sottofederazioni, così come il SEV più tardi: l’associazione per il personale delle imprese ferroviarie e di navigazione a vapore svizzere (VSEA), fondata nel 1889 e formata per lo più da personale di stazione e amministrativo, e l’unione degli operai delle imprese svizzere di trasporto (AUST) in cui si erano riuniti in seguito, nel 1895, i lavoratori ferroviari e le categorie del personale impiegato nei depositi e nelle officine, nella manutenzione delle linee, nella movimentazione delle merci e nella pulizia. Quest’attività di unificazione a livello di sottofederazioni fu fondamentale, giacché l’istituzione del SEV nel 1919 fu l’unione di questi quattro sindacati SZPV, SLPV, VSEA e AUST.
La «giornata di Aarau» e lo sciopero della Ferrovia del Nord-Est
L’unità si crea anche attraverso la lotta. A partire dal 1895 i sindacati dei ferrovieri avviarono il primo grande movimento di massa per i salari. Un primo episodio cruciale della mobilitazione fu il cosiddetto «Aarauer Tag» del 6 febbraio 1896: 12000 ferrovieri provenienti da tutto il Paese si riunirono nella capitale dell’Argovia per una manifestazione di protesta. La Ferrovia del Nord-Est (NOB) rifiutava in linea di principio i sindacati quali partner negoziali. Il 12 e 13 marzo 1897, pertanto, fu indetto lo sciopero (vedi foto). 5400 ferrovieri si astennero dal lavoro, paralizzando gran parte delle linee ferroviarie del Paese. Fu il primo grande sciopero ferroviario del continente europeo. Già il secondo giorno si giunse a un accordo.
Prima guerra mondiale e sciopero generale del 1918
Gli anni della guerra furono segnati da un massiccio rincaro che esacerbò le disparità sociali e degradò lo standard di vita delle fasce di popolazione salariate. L’impennata dei prezzi colpì anche i ferrovieri. Ciò spiega perché anche le federazioni dei ferrovieri aderirono al comitato di Olten, che riuniva le direzioni dei principali sindacati e quella del Partito socialista. I «padri fondatori del SEV» Emil Düby, Harald Woker e Paul Perrin sedevano nel comitato (foto). Il percorso verso un’organizzazione più unitaria dei ferrovieri non prese forma solo durante i tre giorni dello sciopero generale, ma in un movimento più diffuso che svolse un ruolo di acceleratore. I ferrovieri si unirono all’USS, non senza qualche resistenza, rafforzando la loro volontà di creare un sindacato comune. Il prestigio di Emil Düby, uno dei leader dello sciopero generale – che sarà anche il primo segretario generale del SEV – ebbe pure un ruolo. Lo sciopero nazionale abbatté anche gli ultimi ostacoli verso una fusione delle varie federazioni dei ferrovieri nel SEV. Il fatto che anche nella VSEA la dirigenza e la maggioranza dei soci fossero stati solidali con lo sciopero, dissipò fra le altre federazioni, tutte già affiliate all’USS, le ultime riserve nei confronti di questa grande organizzazione dei ferrovieri.
Yves Sancey