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Giornata VPT Ticino

La salute è un valore da difendere

Lo spirito latino è stato servito. Anche in occasione della giornata cantonale delle Imprese di trasporto concessionarie. Grande voglia di intervenire nelle discussioni. E grande consapevolezza dell’importanza del sindacato. Presenti a Bellinzona i vertici della VPT e il vice presidente del SEV Christian Fankhauser.

I partecipanti alla giornata VPT Ticino, dedicata in gran parte alla salute

Molte professioni dei trasporti pubblici sono usuranti: stress e problemi fisici incidono sulla capacità lavorativa. La reintegrazione professionale è al centro di un progetto del SEV. Giungere in pensione in salute, permette inoltre di restare attivi anche dopo il lavoro e contribuire anche alla vita del sindacato. Perché non c’è età per difendere i diritti. La presenza di alcuni pensionati conferma quanto anche dopo la vita attiva, si può contribuire alla vitalità del movimento sindacale. Appassionato l’intervento di un pensionato pieno di energia, ossia Alfred Affolter, già presidente centrale della VPT: «Dobbiamo tutti essere fieri di appartenere al SEV, il sindacato per eccellenza del mondo dei trasporti. Competenza, prossimità, affidabilità e professionalità: quale migliore argomento per reclutare? Certo, ha un prezzo. Ma ne vale la pena».

Il suo intervento si è inserito nella discussione sul reclutamento, che alla VPT sta andando in modo dignitoso. «Sono fiero del lavoro fatto dalle sezioni - ha sottolineato il presidente centrale Gilbert D’Alessandro giunto in Ticino con il suo vice René Schnegg - e credo che la migliore pubblicità sia davvero la serietà del lavoro sindacale». Gli ha fatto eco il segretario sindacale Angelo Stroppini, responsabile del segretariato di Bellinzona: «Il Covid ha sparigliato le carte, non c’è dubbio. Ma il nostro dovere è tornare sul terreno, tornare ad incontrarci a parlarci. Per poter avere un potere contrattuale forte, dobbiamo crescere insieme». Gilbert D’Alessandro ha colto la palla al balzo per ricordare quanto il SEV si sia impegnato per fare in modo che il prezzo della pandemia non ricadesse sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. «A Berna il SEV si è speso senza sosta affinché la Confederazione garantisse gli aiuti necessari al trasporto pubblico (cfr. pagina 2)».

Tema della giornata di sabato 16 ottobre, «La mia salute. La mia vita». Come detto, molte professioni dei trasporti pubblici sono usuranti e logoranti. Problemi di salute si accumulano allo stress, che incide sia sulla capacità lavorativa, sia sull’energia vitale delle persone. Il SEV sta pensando a una soluzione nazionale per i colleghi e le colleghe che hanno problemi di salute e che non possono più guidare, per esempio, un autobus o un treno o il cui lavoro scomparirà a causa della digitalizzazione. Modelli di reintegrazione professionale e di prepensionamento sono una chiara necessità. Giungere in pensione in salute, permette di restare attivi anche dopo il lavoro e contribuire anche alla vita del sindacato.

Il vice presidente del SEV Christian Fankhauser - che prima di affrontare il tema ha fatto il punto sulle Facilitazioni di viaggio per il personale (FVP) - ha promosso una tavola rotonda a livello nazionale invitando diverse Imprese di trasporto concessionarie. «Il futuro dei trasporti pubblici (TP) pone grandi sfide, sia per le aziende sia per i lavoratori. L’evoluzione demografica e la crescente rapidità dei cambiamenti - ha evidenziato il vice presidente del SEV - impongono di cercare soluzioni per mantenere il maggior numero possibile di persone nel processo lavorativo. Per i dipendenti non sarà solo questione di essere professionalmente all’altezza, bensì anche di mostrare competenze sociali e personali e di soddisfare le esigenze del lavoro quotidiano in buona salute. Vari studi e indagini mostrano tuttavia come lo stress psicosociale presenti un’evoluzione tendenzialmente negativa».

Sulla base di due sondaggi nazionali del SEV sulla salute dei conducenti, è emerso chiaramente che dopo una certa età la fatica del lavoro alla guida e a turni, si ripercuote sullo stato generale delle persone: insonnia, problemi digestivi, problemi all’apparato muscolo scheletrico. Diverse le voci in sala a confermare il peso di un lavoro, che tutti svolgono però con passione e professionalità ogni giorno. «A noi piace guidare, altrimenti non avremmo scelto questo mestiere. Ma non possiamo negare che dopo anni si avverte una certa stanchezza». L’idea, quindi, di pensare a modelli di reinserimento professionale o di riconversione, viene visto di buon occhio. C’è chi ha pure suggerito di riflettere su modelli di prepensionamento. Modelli che permetterebbero a chi non ce la fa più di lasciare prima il lavoro e di permettere a giovani leve di entrare nel mercato del lavoro.

Christian Fankhauser ha raccolto i numerosi spunti di riflessione, giunti a raffica. «Come romando - ha detto in una battuta - mi trovo a mio agio in questo clima latino, a tratti indisciplinato, ma molto sincero e diretto. Mi rendo conto che il cantiere è grande, ma tutto non potrà essere risolto nel medesimo tempo». Una cosa è emersa in modo lapalissiano: la salute è un valore da difendere, prima e dopo la pensione. E a proposito di pensione, Gilbert D’Alessandro ha voluto tributare un omaggio caloroso a Peter Bernet, già vicepresidente della VPT, padre della VPT in Ticino e organizzatore della giornata a Bellinzona: «Peter è stato un pilastro del SEV e della VPT. E sapere di poter ancora contare su di lui, da pensionato, per noi significa poter contare su una grande risorsa».

Françoise Gehring
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