Concorrenza: «Il SEV ha avuto ragione»
Il Consiglio federale ha appena seppellito la concorrenza in diversi settori del trasporto pubblico. Questo è un successo per il SEV, che si batte da anni su questo tema. Daniela Lehmann, coordinatrice della politica dei trasporti del SEV, commenta la decisione.
Daniela, il SEV ha accolto con favorela decisione del Consiglio federale di seppellire la concorrenza nel traffico a lunga percorrenza nazionale e nel traffico viaggiatori internazionale. Perché questa è una buona notizia?
La convinzione del SEV riguardo alla politica dei trasporti è sempre stata «cooperazione anziché concorrenza». Da un lato non abbiamo mai capito il senso di un cambio di strategia. Perché mai fare a pezzi senza un valido motivo un sistema ferroviario ben funzionante, per il quale tra l’altro siamo invidiati in tutta Europa? D’altro canto l’esperienza in altri paesi ha dimostrato che il bilancio finanziario della liberalizzazione del trasporto ferroviario è negativo e peggiora le condizioni del personale a livello sociale, formativo e di sicurezza. La liberalizzazione ci è stata resa appetibile presentandola come una competizione di idee e innovazioni, ma in realtà la liberalizzazione porta a una competizione basata sul peggioramento delle condizioni di impiego.
Al congresso SEV del 2017, il giornalista svedese Miakel Nyber ci ha fornito un quadro nitido delle conseguenze della liberalizzazione in Svezia. La speranza degli entusiasti della concorrenza di prezzi bassi non è stata soddisfatta, al contrario. La concorrenza ha creato alti costi indiretti nell’acquisto, impiego, manutenzione e ricovero del materiale rotabile, ma anche in relazione con il personale a causa di piani di servizio inadeguati e locali di servizio aggiuntivi.
La concorrenza complica anche l’esercizio, soprattutto in caso di perturbazioni e cantieri, e pregiudica la qualità dell’intero sistema dei trasporti pubblici, perché ogni concorrente guarda innanzitutto al proprio profitto e non alla qualità complessiva del servizio.
Uno dei fattori principali del successo dei trasporti pubblici in Svizzera è indubitabilmente la cooperazione anziché la competizione di tutte le parti coinvolte.
Da quanto tempo il SEV è impegnato su questo argomento?
Da molti anni il SEV si impegna contro le mire liberiste nei trasporti pubblici. Io stessa ho alle spalle 11 anni in cui abbiamo compiuto diversi sforzi per impedire lo smantellamento di un sistema collaudato. Non sempre eravamo presi sul serio da tutti gli attori e le nostre opinioni venivano spesso liquidate con un sorrisetto. Questo rende oggi ancor più soddisfacente l’aver ottenuto ragione su tutta la linea da parte del Consiglio federale.
Questo lavoro politico e sindacale ha finalmente dato i suoi frutti. Tutto ciò a volte sembra molto astratto per i nostri membri…
Posso ben capire che i nostri membri si chiedano cosa questo lavoro abbia a che fare con la loro vita lavorativa quotidiana. Il collegamento tra le due cose non è immediatamente evidente. Se, per esempio, il SEV ottiene aumenti salariali nelle trattative, questo denaro sarà presto a disposizione dei lavoratori su base 1:1. Ma se otteniamo che il trasporto pubblico non sia ulteriormente liberalizzato, questo non ha un effetto positivo immediato per il personale. Riprendiamo l’esempio dei negoziati sugli aumenti salariali. Questi sono fortemente influenzati da due fattori. Da un lato il grado di sindacalizzazione e dall’altro le condizioni quadro (finanziarie) a cui l’azienda è soggetta. Immaginiamo ora che l’azienda sia riuscita a migliorare la sua situazione degli ordini vincendo una gara d’appalto. Tuttavia è riuscita a farlo solo tagliando i costi salariali e sociali, in modo da poter presentare l’offerta più favorevole. Di conseguenza, l’azienda avrà poco spazio di manovra per rispondere alle richieste di aumenti salariali e il personale potrà essere felice se non perde il lavoro.
Con il nostro lavoro politico, cerchiamo quindi di creare le condizioni quadro più positive possibili per le aziende, perché alla fine ne traggono beneficio anche i dipendenti.
L’orizzonte sembra meno scuro su questo argomento. Se potessi scegliere altri miglioramenti, quali sarebbero le priorità?
Innanzitutto mi auguro che il Consiglio federale tenga conto delle esperienze acquisite in ambito trasporti pubblici anche nelle prossime discussioni sugli effetti finanziari della pandemia.
Miglioramenti sono certamente necessari nel settore degli autobus, dove purtroppo le gare d’appalto a determinate condizioni sono prestabilite o possibili. Qui l’attenzione si concentra sull’obbligo del CCL per le aziende e sul divieto di subappalti. Nel trasporto merci, tutte le parti coinvolte dovrebbero finalmente abbandonare l’idea che il trasporto merci possa essere gestito su una base di auto finanziabilità.
Vivian Bologna
Più concorrenza nel trasporto regionale? No!
Dopo gli scandali delle sovvenzioni presso Auto Postale e BLS - che avevano sollevato un polverone - il Controllo federale delle finanze ha indagato sul trasporto regionale passeggeri. Dal rapporto emergono punti critici e proposte di miglioramento. Vediamole in sintesi.
1. Le imprese sono spesso organizzazioni di proprietà di enti pubblici. Spesso, esistono rapporti di dipendenza tra i rappresentanti dei proprietari e quelli dei committenti delle prestazioni. Le aspettative di guadagno dei proprietari non sono conciliabili con le prescrizioni della legislazione sui sussidi applicate dai committenti.
2. Le procedure di ordinazione di prestazioni sono troppo complesse e risultano in un’elevata spesa amministrativa. In questo modo, si suggerisce un’esattezza superficiale, che lascia un ampio margine di interpretazione e di errore.
3. A causa dell’elevato numero di fornitori e della mancanza di prescrizioni sulla standardizzazione, si perdono effetti di scala e si ottengono strutture solo in parte redditizie.
4. La trasparenza di costi e ricavi non è sufficiente. La complessità in combinazione con la lunga durata del processo che inizia con l’offerta e si conclude con il rendiconto si traduce in incertezze nella contabilità dei costi ed è incorrettamente utilizzata come argomento per relativizzare gli errori.
5. Nel trasporto pubblico si parla spesso di competitività. La crisi indotta dal coronavirus dimostra chiaramente che sono i poteri pubblici a farsi carico dei rischi. Nel sistema attuale mancano soprattutto la vera competitività e la responsabilità aziendale.
La posizione del SEV
Per il SEV, quest’ultimo punto è un passo nella direzione sbagliata, ora che il Consiglio federale ha finalmente riconosciuto - nel caso del trasporto a lunga distanza - che la concorrenza è dannosa per la qualità del sistema complessivo, perché induce le imprese a guardare solo ai loro profitti. Inoltre, la concorrenza è spesso effettuata sulle spalle del personale. Per evitarlo, il SEV chiede: che nelle gare d’appalto siano stipulati CCL; che il personale esistente sia assunto permanentemente, e non solo per un anno, alle stesse condizioni di prima; che si vieti il subappalto.
Commenti
A.Fleischmann 15/07/2021 14:22:24
Bravo weiter so. Armin Fleischmann Peña.