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Nuova politica dei trasporti in Germania

Deutsche Bahn: nubi sulla ferrovia integrata

Nel bel mezzo delle trattative per una coalizione tra SPD, Verdi e FDP, con una grande manifestazione il sindacato tedesco EVG ha messo in chiaro che non accetterà la separazione tra rete ed esercizio di Deutsche Bahn.

Dai Verdi alla FDP, tutti presenti alla manifestazione comune indetta dal sindacato EVG a Berlino.

Con la prevista coalizione «semaforo» tra SPD, Verdi e Liberali Democratici la politica tedesca si sta spostando a sinistra, soprattutto nella politica dei trasporti: il ministero dei trasporti è stato per molti anni saldamente nelle mani della CSU, estremamente favorevole alle auto. Su un aspetto, tuttavia, le cose sono cambiate, cioè per quanto riguarda Deutsche Bahn. Sia i Verdi che l’FDP stanno spingendo affinché l’accordo di coalizione preveda la scissione tra infrastruttura ed esercizio di DB.

In piazza per contro progetti pericolosi

Deutsche Bahn, anche se divisa in molte singole società, opera ancora secondo il principio della «ferrovia integrata», in cui la rete e l’esercizio sono gestiti da un unico operatore. In altre parole, è un gruppo comune a gestire tutto, dai binari alle stazioni fino ai servizi e ai treni. È la stessa situazione della Svizzera con le FFS e le ferrovie private, mentre l’Unione Europea mira fondamentalmente a operatori separati per i singoli settori.

Il sindacato gemello del SEV in Germania, ossia il sindacato delle ferrovie e dei trasporti (EVG), ha indetto a breve termine una manifestazione di protesta contro questa scissione. La dimostrazione è iniziata alle dodici meno cinque, un orario molto simbolico, davanti alla sede centrale dei Verdi, per poi spostarsi brevemente attraverso la capitale e concludersi davanti alla sede dei Liberaldemocratici.

L’oratore principale Martin Burkert, vice presidente dell’EVG e per lungo tempo membro del Bundestag per la SPD, davanti alla sede del partito ha descritto la posizione dei Verdi come chiaramente contraddittoria rispetto alla loro linea sulla politica climatica: «Siete sulla strada sbagliata; nessuno vi ha eletto per questo». Ha inoltre affermato che la scissione delle ferrovie porterebbe a un peggioramento delle condizioni d’impiego e al taglio dei posti di lavoro. Burkert ha ammonito che con Deutsche Bahn divisa, servizi come la pulizia o la sicurezza sarebbero i primi a essere privatizzati e quindi a subire peggioramenti. «Siamo tutti colleghi; solo in un gruppo integrato possiamo collaborare e remare tutti nella stessa direzione».

«Non siamo pezzi degli scacchi»

Heike Moll, presidente del comitato sindacale di DB Station & Service, si è espressa con grande emotività essendo coinvolta personalmente: «Siamo persone e non pezzi degli scacchi!» Ha ricordato agli oltre mille partecipanti come la pandemia sia la dimostrazione che esiste una differenza tra la Deutsche Bahn integrata e gli operatori privati: mentre questi ultimi avevano scelto per il proprio personale il lavoro ridotto, DB aveva lavorato insieme a tutti i settori per garantire il funzionamento dei trasporti pubblici.

Se da un lato molti oratori non si aspettavano nulla di diverso dai Liberaldemocratici, nei confronti dei Verdi è emersa una forte incomprensione. Chi vuole il cambiamento climatico deve anche volere una ferrovia intatta. Sia i sindacati che le organizzazioni ambientaliste si aspettano che il nuovo governo federale anziché distruggere DB, persegua una politica ferroviaria attiva. Si dovrebbero semplificare le procedure per poter sviluppare Deutsche Bahn, ridurre i prezzi dei biglietti e delle tratte e rendere la ferrovia più attraente della strada. Ancora una volta, pesa il conflitto tra i due sindacati ferroviari: il sindacato dei macchinisti GDL ha infatti aderito alla richiesta di una scissione di DB.

Martin Burkert, tuttavia, ha ricordato gli esperimenti falliti in diversi Paesi, in particolare in Inghilterra e Francia. «Nei Paesi dove le ferrovie hanno veramente successo, dalla Svizzera al Giappone, sono gestite sotto forma di azienda integrata», ha ribadito. Infine, tra gli applausi e il rumoreggiare della folla, ha messo in chiaro: «Non lo permetteremo: una scissione non è negoziabile per l’EVG».

Peter Moor

Commenti

  • Max Krieg

    Max Krieg 26/11/2021 13:24:07

    Die europäischen Eisenbahnen verdienen ein Rückbesinnen auf die vergangenen Funktions- und Zusammenarbeitsformen.
    Die Republik hat in dieser Woche eine gebastelte Analyse der heutigen Funktionsschwierigkeiten in der Zusammenarbeit unter den Eisenbahnunternehmen veröffentlicht.
    Hier folgt der Kommentar, den ich in der Facebook-Seite der Republik hinterlassen habe:
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    Ganz so einfach kommt die EU mit ihren Lamentelen nicht weg. Die meisten Probleme hat sie mit der Liberalisierung des Eisenbahnverkehrs ab 1991 auf Drängen der Frau Thatcher und des Herrn Neill Kinnock selbst verursacht.
    Hätte sie damals den Eisenbahn-Service public nicht so verteufelt, sondern auf die Stärkung der bestehenden Zusammenarbeiten und gezielten Verbesserungsschritte gesetzt, wäre es nie zu diesem Schlammassel - sowohl in der technischen wie in der kommerziellen Interoperabilität - gekommen.
    Nein, es hiess: Das bestehende europäische Bahnsystem ist des Teufels, alles muss umgekrempelt werden. Wettbewerb musste auf Biegen und Brechen her.
    Die sich brüstende ERA sollte sich im Auftrag der EU der Behebung des angerichteten Schadens annehmen, aber ja mit Neuem, anstatt auf die sich wenn auch nur teilweise bewährten Zusammenarbeitsregeln und -standards der UIC, des CIT und teils der CER zu stützen und zu helfen, sie zu verbessern.
    Es braucht mindestens zwei Schritte zurück ein die Zukunft und die Abkehr vom Wettbewerbsgedanken auf der Schiene.
    Und übrigens: Die Reisezeiten für die Reisenden (vergesst endlich die Passagiere, Fahrgäste, Passengers) gehen so schön von Flughafen zu Flughafen aus. ohne je die Anfahrtszeiten zum Flughafen oder die Zeit vom Flughafen in die Innenstädte zu berücksichtigen. Ich will nicht sagen, dass es ein Schwindel ist, aber ganz ehrlich ist der Vergleich nicht, denn die Eisenbahn fährt von Stadtzentrum zu Stadtzentrum (zumindest in der Regel, wenn nicht neue Bahnhöfe im Grünen um die Städte gebaut werden).
    Die EU könnte zur Verbesserung der Situation beitragen, sofern sie sich zuerst an der eigenen Nase nimmt und Fehlentwicklungen rückgängig macht.
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    Die DB und alle europäischen Bahnen verdienen den Einsatz des SEV, damit ein (wieder besser) funktionierendes europäisches Eisenbahnsystem erhalten oder wieder hergestellt wird.