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Discorso del presidente del SEV Giorgio Tuti

«Fermare la liberalizzazione»

Giorgio Tuti, nel suo discorso introduttivo, ha lanciato un chiaro appello a FFS, BLS e SOB affinché si siedano intorno a un tavolo per scongiurare la frammentazione del traffico a lunga percorrenza. Ha inoltre criticato la politica dei trasporti europea e quella dell’UFT. Ha poi lanciato un appello a favore della Previdenza vecchiaia 2020.

«Nel settore dell’aviazione, il 50% dei contratti di lavoro sono contratti a tempo determinato. Ci sono situazioni incredibili. I piloti devono versare dei soldi alla compagnia aerea che li ha assunti perché vogliono raggiungere il monte ore di volo per ottenere o mantenere la loro licenza di pilota commerciale. Pagare per lavorare, uno scandalo puro»! In apertura della Congresso del SEV, il presidente Giorgio Tuti ha stilato un severo atto d’accusa contro la politica europea di liberalizzazione dei trasporti.

C’è l’aviazione in cui gli abusi sono evidenti, ma il settore stradale non fa eccezione. «Se in Svizzera il salario medio di un camionista è di 4700 franchi, in Francia è di 1500 euro mentre in Bulgaria di 215 euro! Importi che non meritano commenti. Ma c’è di peggio. Pensate che ci sono conducenti pagati al chilometro. Imprigionato nel traffico? Peggio per te, non vieni pagato. Questa è schiavitù»!

Il presidente del SEV non ha inventato queste situazioni estreme di deregolamentazione delle condizioni di lavoro. Sono il frutto di un’analisi dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), di cui Giorgio Tuti presiede il settore ferroviario da questa primavera. L’ETF ha analizzato le conseguenze della politica europea di liberalizzazione del trasporto. In Europa, anche la ferrovia ha il suo carico di problemi. «In Germania, ci sono decine e decine di agenzie di lavoro che assumono personale per gli operatori ferroviari privati. Si tratta di un mercato lucrativo. Ma solleva la questione della formazione. Nelle ferrovie la formazione è correlata alla sicurezza. In Europa la formazione di un macchinista può variare da 20 a 1000 ore. Questa carenza di formazione mette in pericolo l’intera ferrovia». Giorgio Tuti si è tuttavia affrettato a chiarire di non essere antieuropeo. Al contrario: «Sono per un’Europa unita e sociale».

Combattere i bus low cost

Il presidente del SEV ha poi indirizzato i suoi dardi contro i bus low cost nel traffico a lunga percorrenza, «un settore in cui i Contratti collettivi non sono rispettati, dove il divieto di cabotaggio viene beffato in modo disinvolto. In questo settore le condizioni di lavoro sono totalmente deregolamentate: i conducenti lavorano fino a quindici ore al giorno. Ci si chiede per quale motivo il popolo svizzero viene invitato a votare ingenti somme di denaro per finanziare e sviluppare le infrastrutture ferroviarie (FAIF), se poi si sdogana la concorrenza sleale ai danni della ferrovia con autobus a buon mercato che non rispettano le regole minime del lavoro».

Appello a FFS, BLS e SOB

In Svizzera le concessioni per linee ferroviarie a lunga percorrenza per il traffico passeggeri sono in procinto di essere rinnovate. Giorgio Tuti ritiene che i tre principali operatori svizzeri – FFS, BLS e SOB – dovrebbero trovare un accordo e fermare l’UFT in questa corsa pericolosa verso la concorrenza ad oltranza. Perché in ultima analisi, saranno i lavoratori e le lavoratrici a pagarne il prezzo». Il presidente del SEV non poteva non evocare la vicenda Crossrail. «Vi ricordate? Ci siamo rivolti al Tribunale amministrativo federale per denunciare il salario di 3600 franchi che Crossrail – con l’accordo del UFT – voleva corrispondere ai propri macchinisti. E abbiamo vinto! In Svizzera vogliamo salari svizzeri! Nonostante questa vittoria, l’UFT, con la complicità del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), persiste nella sua volontà di liberalizzazione ad oltranza».

Verso il nuovo CCL FFS

Giorgio Tuti ha rivolto uno sguardo anche al rinnovo dei contratti collettivi. «La migliore garanzia per la salvaguardia delle nostre condizioni di lavoro, sono i CCL. Il prossimo anno inizieranno le trattative per il rinnovo del CCL di FFS e FFS Cargo. Dobbiamo essere pronti a mobilitarci. Sono certo che nel corso dei negoziati potremo contare sulla solidarietà dei/delle dipendenti delle ITC e dei/delle nostri/e colleghi/e in pensione».

Appoggio alla PV 2020

Giorgio Tuti ha pure invitato il Congresso ad accettare la riforma Previdenza nel 2020 (vedi anche a pagina 4): «Si tratta di un autentico compromesso che dobbiamo guardare con attenzione. La diminuzione del tasso di conversione e il pensionamento a 65 anni per le donne non mi piace. Ma nel pacchetto complessivo ci sono comunque dei miglioramenti. Questo progetto può e deve essere sostenuto».

«Ich habe fertig»

E per finire, un ringraziamento a tutti i presidenti delle sezioni e delle sottofederazioni del SEV per il grande impegno. Ma anche a tutto il personale del SEV per il lavoro svolto. Si congeda strizzando l’occhio a un allenatore di calcio con le sue stesse iniziali: Giovanni Trapattoni, più abile ad allenare, meno agile con le lingue. Quando era allenatore al Bayern di Monaco, al termine di una conferenza stampa esclamò: «Ich habe fertig». Prendendo in prestito questa ormai famosa espressione, Tuti ha concluso il suo discorso tra fragorosi applausi.

Alberto Cherubini/frg

Discorso del presidente SEV Giorgio Tuti