Le organizzazioni contro il raddoppio commentano la posizione del Consiglio federale
Gottardo: obiettivi stravolti
Con il proposto risanamento della galleria stradale del Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Consiglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi di politica dei trasporti. La costruzione di una seconda canna scardina completamente gli investimenti nell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta le promesse di trasferire il traffico pesante dalla strada alla ferrovia.
Con i piani di un secondo tunnel stradale, il Consiglio federale silura i propri obiettivi di politica dei trasporti. Invece di incoraggiare il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia, manda un segnale sbagliato all’interno del paese e all’Unione europea (UE). Un secondo tubo al Gottardo incoraggerebbe il settore dei trasporti ad aumentare ulteriormente il volume di trasporto sulla strada. L’aumento del traffico dei camion dell’UE metterebbe in pericolo la sicurezza stradale al Gottardo. Come ha dimostrato uno studio dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi), basterebbe un aumento del traffico del 3 percento per annullare la maggior sicurezza possibile con una seconda canna di galleria, poiché crescerebbe il rischio d’incidenti sull’intero asse sud-nord. Inoltre, il traffico supplementare significa anche più rumore e più inquinamento dell’aria – a scapito della nostra salute. La galleria del Gottardo e l’intero asse nord-sud diventano più sicuri se le merci in transito sono trasportate sulla ferrovia. La più lunga galleria ferroviaria del mondo sarà inaugurata il 1° giugno 2016.
La concorrenza d’un secondo tunnel stradale rischia di vanificare i 24 miliardi di franchi che il popolo svizzero ha messo a disposizione per la costruzione dell’Alptransit – nota bene: con la promessa del Consiglio federale di trasferire il traffico pesante dalla strada alle rotaie. La galleria ferroviaria di base del Gottardo darà anche un notevole impulso economico al Ticino, come dimostra l’esperienza del Vallese con la nuova galleria ferroviaria del Lötschberg.
L’ATA deplora che il Consiglio federale si sia lasciato trascinare sulle tesi raddoppiste. Per l’ATA la seconda canna è chiaramente un investimento sbagliato. Infatti, i veri problemi di traffico della Svizzera non sono quelli del Gottardo, ma quelli degli agglomerati. Mentre, in media, solo 17000 veicoli attraversano giornalmente la galleria del Gottardo – meno di quanti ne passano a Minusio Verbanella – sull’A2 attorno a Lugano sono già circa 57000 e al Gubrist, a nord di Zurigo, ben più di 100000 al giorno.
Insieme a 50 altre organizzazioni l’ATA si impegna affinché il 28 febbraio 2016 le votanti e i votanti respingano decisamente il raddoppio della galleria stradale del Gottardo.
Anche le altre organizzazioni contrarie alla costruzione di un secondo tunnel autostradale al San Gottardo hanno fatto sentire la propria voce: «Una seconda galleria attira i camion europei in transito, costa 3 miliardi di franchi in più rispetto alla soluzione del trasbordo e danneggia fortemente la nuova traversale ferroviaria alpina», afferma per esempio in un comunicato l’Iniziativa delle Alpi.
«Il periodo del risanamento del tunnel esistente può essere superato in modo sicuro ed efficiente con il trasbordo su treni navetta, senza che il canton Ticino resti isolato», fanno notare esponenti di altri enti, quali l’Associazione «No al raddoppio» e il Sindacato del personale dei trasporti. «L’articolo costituzionale sul trasferimento e sulla protezione delle Alpi non viene applicato da 20 anni, ma viene rimandato nel tempo e questo è inaccettabile», lamenta Jon Pult, co-presidente dell’Associazione «No al raddoppio» e presidente dell’Iniziativa delle Alpi.
ATA/red