In pochi anni, le imprese di trasporto sono passate dai regolamenti del personale ai CCL
CCL e SEV: relazione recente, ma molto intensa
Dalla fine degli anni ’90, il SEV ha negoziato oltre 50 CCL, raggruppabili in tre livelli: per imprese attive a livello nazionale, contratti quadro a livello cantonale e contratti collettivi per singole aziende.
Il SEV ha intensificato la sua attività nel campo dei CCL solo da una decina di anni. Prima del 2001, i CCL sottoscritti erano infatti casi eccezionali, in quanto fino alla fine del millennio i dipendenti delle FFS e di molte imprese di trasporto concessionarie (ITC) erano sottoposti a varie forme di statuto dei funzionari. I CCL FFS e FFS Cargo sono quindi stati i primi a essere elaborati per rimediare alla soppressione di questo statuto. La sola differenza tra i due è nella forma giuridica, che è di diritto pubblico per il CCL FFS e di diritto privato per il CCL FFS Cargo.
A questi, si sono poi aggiunti a ritmo serrato i CCL delle altre ITC, sino a giungere agli attuali 53. Alcuni sono applicati in tutta la Svizzera, come quelli di FFS, FFS Cargo, delle BLS e quello del traffico regionale a scartamento normale. Vi sono poi quattro CCL cantonali: a Berna e San Gallo per il settore bus; nei cantoni Vaud e Neuchâtel per tutto il trasporto pubblico. Il SEV si sta impegnando per ottenere che questi CCL siano dichiarati obbligatori, in modo da estenderne la validità a tutte le imprese attive in quel settore o in quel cantone. Gli sforzi attuali sono concentrati sull’obbligatorietà nel cantone Neuchâtel e sul CCL nazionale per il traffico regionale a scartamento normale. Infine, vi sono i CCL delle singole aziende.
La firma del CCL per i trasporti pubblici del cantone Vaud tra il presidente dell’Unione cantonale dei trasporti pubblici, Claude Oreiller, e Barbara Spalinger, vicepresidente SEV.
In merito, abbiamo rivolto tre domande a Barbara Spalinger, vicepresidente del SEV
contatto.sev: Nei CCL sottoscritti dal SEV, troviamo disposizioni anche per il traffico transfrontaliero?
Barbara Spalinger: Le norme dei CCL FFS e FFS Cargo non contengono alcuna disposizione in merito, senza per questo escludere l’impiego transfrontaliero. I macchinisti di Cargo si recano per esempio in Italia e in Germania, gli accompagnatori treno vanno a Parigi con i TGV Lyria. Abbiamo elaborato con le FFS convenzioni per durata del lavoro, indennità e altre condizioni da applicare in questi casi.
Le trattative sono diventate più dure rispetto agli inizi?
Abbiamo forse meno difficoltà a convincere i datori di lavoro dell’opportunità di elaborare un CCL e anche i dipendenti sono meno scettici di un tempo, quando erano ancora abituati ai loro statuti e regolamenti. Oggi, i vantaggi di uno strumento come il CCL sono evidenti per tutti. Per contro, le trattative salariali sono sempre più difficili, in quanto i datori di lavoro tentano di sopprimere ogni automatismo della scala salariale. Abbiamo inoltre anche grosse difficoltà a far riconoscere ai datori di lavoro l’esigenza di un contributo di solidarietà, o per le spese di applicazione di un CCL.
E quali cambiamenti avete riscontrato nelle rivendicazioni del personale? Vi sono nuove priorità?
I temi principali sono rimasti gli stessi e riguardano la durata del lavoro, gli stipendi e le indennità. I nostri membri danno anche molta importanza alla struttura dei piani di lavoro, che però non può essere regolata da un CCL, dato che dipende dagli orari di circolazione, che cambiano ogni anno. È però chiaro che questi piani sono molto importanti per il lavoro giornaliero e quindi sono un aspetto molto sentito dai dipendenti. È fondamentale che il CCL riprenda disposizioni che ne condizionino la stesura in modo favorevole per il personale. Ogni azienda ha poi problemi specifici, da risolvere tramite soluzioni differenziate.
Hélène Koch