I partners sociali si accordano con le FFS sul procedimento da seguire in caso di ristrutturazioni
Ridefinire i rapporti
Tra FFS e sindacati vi sono stati diversi problemi, senza i quali sarebbe stato possibile evitare alcuni conflitti. Per questo è stata elaborata una nuova direttiva, sottoscritta dalle parti, che dovrebbe permettere in futuro di prevenire queste situazioni.
Il conflitto principale tra FFS e sindacati è senza dubbio stato quello di Bellinzona, originato da una promessa infranta da parte delle FFS, alla quale hanno fatto seguito comunicazioni e processi errati che hanno portato allo sciopero. Le parti si sono poi reciprocamente accusate di aver infranto il CCL: il SEV sostenendo che le FFS erano venute meno all’obbligo di informazione e le FFS richiamando l’impegno dei sindacati di accompagnare le misure di ristrutturazione.
Verifica giornaliera
Nei mesi seguenti lo sciopero è quindi sorta la necessità di ritrovare una base di discussione suscettibile di ripristinare un certo rapporto di fiducia. Il primo passo è stato un incontro al vertice tra le direzioni sindacali e quella delle FFS sul Gurten, presso Berna. Dopo altre tappe, il processo si è concluso di nuovo sul Gurten, con la firma di un accordo che, per il presidente SEV Giorgio Tuti, “dimostra come sia stato possibile ritrovare una base comune”.
Il gran capo delle FFS Andreas Meyer ha dal canto suo commentato: „siamo coscienti che vi possano essere opinioni diverse nei confronti di una riorganizzazione. Abbiamo adesso regole per uno scambio costruttivo di opinioni. Per noi è importante considerare e rispettare i punti di vista dei nostri partners sociali per trovare soluzioni basate sul rispetto reciproco. L’intenzione deve essere di ottimizzare la nostra collaborazione e non ostacolare o ritardare i cambiamenti necessari”.
Manuel Avallone, vicepresidente del SEV responsabile dei rapporti con le FFS, sottolinea comunque come questo accordo dovrà dimostrare la sua validità nella pratica quotidiana. “Questi nuovi processi sono applicati da giugno e abbiamo constatato la necessità di chiarire diversi punti, per soddisfare le esigenze di entrambe le parti”.
Un aspetto molto delicato è costituito dal fatto che il SEV prende le proprie decisioni consultando la propria base, mentre le FFS considerano le riorganizzazioni confidenziali sino a quando sono definite in tutti i dettagli. Per le FFS, vi è quindi la difficoltà di coinvolgere tempestivamente i sindacati, mentre questi ultimi devono confrontarsi con necessità di discrezione. “In caso di riorganizzazione non possiamo però farci imporre obblighi senza poter coinvolgere i nostri membri“ ha ricordato Manuel Avallone.
Tre fasi
La direttiva prevede un procedimento in tre fasi: le FFS hanno l’obbligo di informare inizialmente i sindacati, ai quali compete la facoltà di chiedere ulteriori approfondimenti. In questo caso, ha inizio una fase di consultazione, durante la quale il progetto non può essere applicato e i sindacati hanno la possibilità di chiedere chiarimenti e di presentare proposte, sulle quali le FFS devono esprimersi. Divergenze irrisolvibili vengono sottoposte alle istanze gerarchiche superiori per trovare la conclusione del procedimento.
La direttiva è stata firmata da FFS, FFS Cargo e dai quattro sindacati della comunione di trattativa e solo la sua applicazione potrà dimostrarne la validità.
Peter Moor